Laurea magistrale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dell’educazione ai media

Recentemente, Andrew Yan-Tak Ng, una delle menti più eminenti e influenti nel campo della computer science, ha definito l’intelligenza artificiale come la “nuova elettricità”. Le IA (e con essa l’automazione, la robotica, la computer vision, la raccolta e analisi dei big data) si candidano a motori principali di una profonda e prossima rivoluzione in molti settori industriali, sociali e culturali che non esclude il campo educativo e della ricerca scientifica umanistica.

Le ricerche Accenture sull’impatto dell’IA nei principali settori economici mostrano che queste ultime modificheranno “la natura del lavoro e creando una nuova relazione fra l’uomo e la macchina […], consentendo alle persone di fare un uso più efficiente del loro tempo” (Why Artificial Intelligence is the Future of the Growth, Mark Purdy and Paul Daugherty, Accenture 2018.).

La loro adozione richiede nuove qualificazioni e competenze e incrementa lo spazio di azione del pensiero critico, della gestione manageriale, della creatività. In particolare, la progressiva convergenza tra intelligenze artificiali e media digitali comporterà sempre più un’evoluta educazione al digitale un’educazione ai media e con i media.

È a partire da questo scenario complessivo che prende avvio la nuova Laurea Magistrale internazionale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dell’educazione ai media/International Master in Audiovisual and Cinema Studies dell’ateneo udinese.

«L’educazione non è solo ai media, ma con i media, e lo sforzo educativo entra con prepotenza nel settore della comunicazione intra-aziendale, nel settore delle mediateche, delle biblioteche, dei musei, degli archivi multimediali e nel terzo settore – spiega Simone Venturini, coordinatore della Laurea magistrale in Scienze del Patrimonio audiovisivo e dell’Educazione ai media -, divenendo uno dei motori dello sviluppo sociale, civile e culturale del paese. Inoltre, va evidenziato che tali competenze e abilità non potrebbero essere efficaci se non declinate in un contesto formativo, professionale e competitivo internazionale».

In termini di contesto, importante è ricordare che l’Unione Europea ha costituito già da qualche anno un Framework Europeo delle Competenze Digitali (DigComp), cui ha fatto presto seguito un Framework Europeo delle Competenze Digitali dei Formatori (DigCompEdu) che in Italia è stato assunto come framework comune per le competenze digitali e l’educazione ai media. Sempre in ambito italiano, inoltre, è stato recentemente emanato il Piano Nazionale Scuola Cinema, volto a formare educatori visivi per la comprensione delle culture, dei linguaggi e dei patrimoni audiovisivi. Ancora prima, la revisione delle classi di abilitazione per l’insegnamento a scuola ha espresso la classe A07, dedicata alle Discipline audiovisive, con accesso diretto tramite le lauree magistrali riconducibili ai Dams (le LM-65).

Questo corso magistrale forma professionisti di eccellenza di livello internazionale nel campo della tutela del patrimonio cinematografico e audiovisivo e nel campo dell’educazione ai media e dell’insegnamento delle discipline audiovisive. Risponde, da un lato, a una crescente domanda formativa e occupazionale da parte del complesso pubblico e privato internazionale dedicato alla conservazione e musealizzazione, digitalizzazione e restauro, accesso e valorizzazione del patrimonio audiovisivo e mediale. Dall’altro a una crescente domanda di educatori ai media, di formatori con i media e di competenze mediali a livello pubblico, privato e del terzo settore.

Organizzato in due specifici curricula, Patrimonio audiovisivo ed Educazione ai media, in relazione agli sbocchi professionali, il corso rilascia un joint degree con le università partner e prevede il soggiorno per due semestri presso due diverse università del network europeo e nordamericano IMACS.

«Caratterizzato da una convergenza tra la tradizione umanistica e l’innovazione tecnologica – continua Simone Venturini -, il corso offre un approccio equilibrato tra l’acquisizione di abilità innovative e di natura creativa e formazione rigorosa nei confronti di opere, documenti, dispositivi tecnologici, ambiti comunicativi e complessi mediali. È altresì connotato – aggiunte – da una forte interdisciplinarità e da metodologie didattiche basate su principi partecipativi e cooperativi e attività laboratoriali». Va sottolineata la stretta connessione tra il corso e le realtà istituzionali e produttive. In particolare, la Regione è dotata di enti e infrastrutture specifiche e dedicate alla gestione del patrimonio (Cineteca del Friuli, Mediateche Provinciali, ERPAC), mentre il corso annovera tra le sue infrastrutture di eccellenza il laboratorio di restauro del film e del video La Camera Ottica. Può contare, inoltre, sulla collaborazione con il laboratorio umanistico Digital Storytelling Lab, struttura specializzata nell’area dell’educazione ai media e all’avanguardia nelle metodologie e tecnologie della didattica. La Camera Ottica (per il curriculum patrimoniale) e il Digital Storytelling Lab (per il curriculum di educazione ai media) sono luoghi naturali e immediati di approdo degli iscritti.