25 Aprile: Serracchiani, proteggere libertà di espressione

Trieste, 25 apr – “Tra i valori più attuali della Resistenza
c’è la libertà di pensiero e di espressione: va protetta sempre.
Oggi il nostro pensiero va a Gabriele Del Grande”.

Lo ha affermato la presidente della Regione Debora Serracchiani
al termine della cerimonia per settantaduesimo anniversario della
Liberazione nella Risiera di San Sabba a Trieste.

“Va ricordato, ai giovani soprattutto, che la libertà non è mai
scontata, ma va conquistata ogni minuto, ogni giorno, con
consapevolezza”, ha osservato Serracchiani, ammonendo che “la
festa della Liberazione è “di tutti, un momento prezioso che non
va strumentalizzato”. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto la
presidente – di un Paese unito”.

Un appello all’unità che è stato condiviso anche dall’assessore
regionale alla Cultura Gianni Torrenti, che ha partecipato alla
cerimonia solenne assieme all’assessore Francesco Peroni e al
vicepresidente del Consiglio regionale Igor Gabrovec.

Torrenti ha ricordato inoltre come sia importante “coniugare alla
parola liberazione la parola giustizia”.

“I valori della Resistenza e della festa della Liberazione ci
trasmettono una lezione che deve essere oggi quella di non
accontentarci della conservazione della memoria: ci dobbiamo
impegnare a raggiungere l’obiettivo di una vera libertà della
società, con una diffusa giustizia sociale, in un mondo solidale
e inclusivo”, ha indicato Torrenti.

Secondo l’assessore, sulla cultura della memoria il Friuli
Venezia Giulia ha sempre investito molto, mantenendo sempre molto
alta l’attenzione, “ma c’è bisogno – ha ricordato – di essere
consapevoli che si tratta di un laboratorio che deve restare
sempre aperto”.

“L’impegno è aggiornare i valori che ci ha lasciato in eredità la
Resistenza: su questo dobbiamo lavorare ancora molto; forse siamo
rimasti troppo fermi alla valorizzazione della memoria. Non basta
conservare solamente, dobbiamo applicarci per costruire una
società fondata veramente su libertà e giustizia”, ha concluso
Torrenti.

La cerimonia è iniziata con l’ingresso in Risiera dei gonfaloni
dei Comuni di Muggia e di Trieste, medaglia d’argento e d’oro al
Valor militare della Resistenza, sfilati dinanzi al picchetto
d’onore del Reggimento Piemonte Cavalleria e ai labari delle
associazioni combattentistiche e d’arma, dei deportati e
perseguitati politici antifascisti, dei partigiani, dei volontari
della libertà e dei sindacati. Presente, oltre al Comitato
internazionale del lager nazista della Risiera di San Sabba,
anche il labaro della Brigata ebraica.

Dopo la deposizione della corona d’alloro della Regione Friuli
Venezia Giulia da parte della presidente Serracchiani,
congiuntamente al prefetto e commissario di Governo Annapaola
Porzio e al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e quella dei
sindaci dei Comuni di Duino Aurisina, Monrupino, Muggia, Sgonico
e San Dorligo, i discorsi ufficiali sono stati aperti
dall’intervento di Sandra Modesti, in rappresentanza dei
sindacati e dei lavoratori.

L’appello all’unità è stato più volte ribadito anche
nell’intervento del sindaco di Trieste Dipiazza. “Il significato
di questa giornata che celebriamo nella Risiera, trasformatasi in
quegli anni in luogo dell’orrore nazista, non deve essere in
maniera più o meno strumentale utilizzato per continuare a
alimentare le divisioni che hanno segnato con il sangue il
Novecento, ma deve ricordarci che la concordia, insieme all’amore
per la Patria e la Costituzione rappresentano le radici comuni
delle nostre libertà, cultura, democrazia”, ha affermato Dipiazza.

Al termine del discorso del sindaco di Trieste, a cui ha fatto
seguito quello del primo cittadino di Duino Aurisina Vladimir
Kukanja, si è tenuta la celebrazione dei riti religiosi
cattolico, evangelico, serbo-ortodosso, greco-ortodosso ed
ebraico da parte dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, del rabbino
Alexander Meloni, dell’archimandrita Gregorio Miliaris, del pope
Rasko Radovic e del pastore Ruggero Marchetti. La cerimonia si è
conclusa con l’applaudita esibizione del coro partigiano “Pinko
Tomazic” diretto da Pia Cah.

“Va ricordato, ai giovani soprattutto, che la libertà non è mai
scontata, ma va conquistata ogni minuto, ogni giorno, con
consapevolezza”, ha osservato Serracchiani, ammonendo che la
festa della Liberazione è “la festa di tutti”, un momento
prezioso, che non “va strumentalizzato”. “Abbiamo bisogno di un
Paese unito”, ha aggiunto la presidente della Regione.
Un appello all’unità che è stato condiviso anche dall’assessore
regionale alla Cultura Gianni Torrenti, che ha partecipato alla
cerimonia solenne assieme all’assessore Francesco Peroni e al
vicepresidente del Consiglio regionale Igor Gabrovec.
Torrenti ha ricordato inoltre come sia importante “coniugare alla
parola liberazione la parola giustizia”.
“I valori della Resistenza e della festa della Liberazione ci
trasmettono una lezione che deve essere oggi quella di non
accontentarci della conservazione della memoria: ci dobbiamo
impegnare a raggiungere l’obiettivo di una vera libertà della
società, con una diffusa giustizia sociale, in un mondo solidale
e inclusivo”, ha indicato Torrenti.
Secondo l’assessore sulla cultura della memoria il Friuli Venezia
Giulia ha sempre investito molto, mantenendo sempre molto alta
l’attenzione, ma c’è bisogno di essere consapevoli che si tratta
di un “laboratorio che deve restare sempre aperto”.
“L’impegno è aggiornare i valori che ci ha lasciato in eredità la
Resistenza: su questo dobbiamo lavorare ancora molto. Forse siamo
rimasti troppo fermi alla valorizzazione della memoria, ma non
basta conservare solamente, dobbiamo applicarci per costruire una
società fondata veramente su libertà e giustizia”, ha concluso
Torrenti.
La cerimonia del 25 aprile, data simbolicamente scelta a ricordo
della resistenza contro il nazifascismo e della fine
dell’occupazione tedesca dell’Italia, è iniziata con l’ingresso
in Risiera dei gonfaloni di Trieste e Muggia, medaglia d’oro e
d’argento della Resistenza, con schierati il picchetto
d’ordinanza del Reggimento Piemonte Cavalleria e i labari di
enti, associazioni di deportati e perseguitati politici
antifascisti, partigiani, volontari della libertà, caduti,
associazioni d’arma e sindacati, oltre al Comitato internazionale
del lager nazista della Risiera di San Sabba. Presente anche la
bandiera della Brigata ebraica.
Dopo la deposizione della corona d’alloro della Regione Friuli
Venezia Giulia da parte della presidente Serracchiani,
congiuntamente al prefetto e commissario di Governo Annapaola
Porzio e al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e quella da parte
dei sindaci dei Comuni di Duino Aurisina, Monrupino, Muggia,
Sgonico e San Dorligo, i discorsi ufficiali sono stati aperti
dall’intervento di Sandra Modesti, in rappresentanza dei
sindacati e dei lavoratori.
L’appello all’unità è stato più volte ribadito anche
nell’intervento del sindaco di Trieste Dipiazza. “Il significato
di questa giornata che celebriamo nella Risiera, trasformatasi in
quegli anni in luogo dell’orrore nazista, non deve essere in
maniera più o meno strumentale utilizzato per continuare a
alimentare le divisioni che hanno segnato con il sangue il
Novecento, ma deve ricordarci che la concordia, insieme all’amore
per la Patria e la Costituzione rappresentano le radici comuni
delle nostre libertà, cultura, democrazia”, ha affermato Di
Piazza.
Al termine del discorso del sindaco di Trieste, a cui ha fatto
seguito quello del primo cittadino di Duino Aurisina Vladimir
Kukanja, si è tenuta la celebrazione dei riti religiosi
cattolico, evangelico, serbo-ortodosso, greco-ortodosso ed
ebraico da parte dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, del rabbino
Alexander Meloni, dell’archimandrita Gregorio Miliaris, del pope
Rasko Radovic e del pastore Ruggero Marchetti. La cerimonia si è
conclusa con l’esibizione del coro partigiano “Pinko Tomazic”
diretto da Pia Cah.
ARC/EP

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