40.MO TERREMOTO: TORRENTI, DAL MODELLO FRIULI ESEMPIO CONTRO LA CRISI

Gemona del Friuli, 20 feb – “Occorre creare le condizioni per
favorire un salto di qualità di carattere culturale, che consenta
all’intera comunità regionale di valorizzare le grandi qualità
innate, considerate il motore della ricostruzione e della
rinascita delle zone terremotate; affinchè, recuperando il senso
della sussidiarietà che qui fu esemplare, il Friuli Venezia
Giulia possa superare le grandi sfide, e riesca a puntare verso
la ripresa e lo sviluppo”.

Lo ha sostenuto l’assessore regionale alla Cultura, Gianni
Torrenti, intervenendo, a Gemona del Friuli, nella sala del
consiglio comunale, alla tavola rotonda “Territorio: capitale da
rigenerare – il ‘modello Friuli’, dopo 40 anni, è ancora un
valido riferimento per affrontare una nuova ricostruzione
socioeconomica?”.

L’incontro, molto partecipato, è stato organizzato da
Confartigianato e dal Comitato Friuli 76/16, e ha rappresentato,
come ha evidenziato il sindaco di Gemona, Paolo Urbani, il primo
della serie di appuntamenti programmati per ricordare il
quarantennale del terremoto del 6 maggio del 1976.

Torrenti, rispondendo alle domande della moderatrice, Maura Delle
Case, e riprendendo gli interventi dei relatori che lo avevano
preceduto, in particolare dei sindaci dell’epoca del sisma e
della ricostruzione, di Gemona, Ivano Benvenuti, e di Tarvisio,
Carlo Faleschini, si è richiamato alle riflessioni emerse
dall’intervento di Sandro Fabbro, docente dell’Università di
Udine, per sviluppare una rapida disamina della situazione
socio-economica e culturale del Friuli Venezia Giulia.

Sandro Fabbro ha realizzato uno studio nel quale analizza gli
effetti, positivi e negativi, e l’andamento di quello che è stato
chiamato ‘Modello Friuli’.

Un modello, quello della ricostruzione della zona terremotata,
che sta alla base della ripresa dell’area ma anche dell’intero
Friuli Venezia Giulia e che ha favorito il successivo sviluppo.

Il processo di ricostruzione, ha ricordato il ricercatore, ha
consentito negli anni, per esempio, di raggiungere traguardi che
sono andati a beneficio dell’intera regione e non solo, come il
raddoppio della Pontebbana, il completamento dell’Autostrada
verso l’Austria, la nascita dell’Università di Udine
contemporaneamente alla Sissa di Trieste.

Da queste parole, Torrenti ha colto l’occasione per evidenziare
che occorre richiamare le energie che hanno reso possibile tutto
questo, per trovare nuove occasioni di crescita, e avviare la
realtà regionale lungo un cammino che conduca al di fuori del
tunnel della crisi.

Una crisi, ha ricordato l’assessore regionale, che nel Friuli
Venezia Giulia, a livello istituzionale e non solo, si è
manifestata alla fine degli anni ’90. Quando, come aveva detto
Fabbro, si sono affermati nuovi modelli di sviluppo sociale ai
quali non si è saputo dare risposta. E che si è poi aggravata
ulteriormente, a causa della ridotta capacità di spesa alla quale
tutte le amministrazioni hanno dovuto sottostare.

Tuttavia, come è emerso anche dagli interventi che si sono
susseguiti nel corso dell’incontro, nel Friuli Venezia Giulia,
che è stato capace di risollevarsi, non solo in occasione del
terremoto, dalle macerie, ha detto Torrenti nel concludere “vi
sono le risorse umane e ideali per replicare un’impresa così
emblematica, e rilanciare l’intero territorio regionale”.
ARC/CM/EP

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