A muso duro. Il libro su Adriano Ioan

AMusoDuro

Un libro-verità per l’anniversario. Nella ricorrenza del sesto mese dalla scomparsa del politico udinese Adriano Ioan, morto il 16 agosto 2015, la giornalista Irene Giurovich presenta la testimonianza dell’esperienza personale vissuta accanto al suo compagno nel percorso intrapreso durante la grave malattia diagnosticata nell’aprile del 2014. Il titolo dell’opera, edita dalla casa editrice friulana Edizioni Segno, é A muso duro. Mille sogni da raccontare. L’evento, che si terrà a Udine martedì 16 febbraio alle ore 18 in sala Ajace, ha ottenuto il riconoscimento di ‘carattere istituzionale’ da parte del Comune di Udine che, con deliberazione di giunta, ha messo a disposizione gratuitamente gli spazi e il personale addetto alla sorveglianza, trasformando così l’iniziativa in una vera e propria commemorazione pubblica. La scelta di presentare il racconto in sala Ajace è un omaggio al luogo, il Comune, alla cui guida Adriano Ioan aveva aspirato e continuava ad aspirare guardando all’obiettivo del 2018.

Il libro, caratterizzato da una struttura diaristica, ripercorre i momenti drammatici della diagnosi e tutte le tappe terapeutiche intraprese insieme, le varie cure tentate in una parvenza di normalità di vita inevitabilmente menomata dalla paura e dall’angoscia della progressione della patologia. Settimana dopo settimana, mese dopo mese, fino al secondo intervento dopo il quale si é consumato il dramma dell’epilogo. Il libro conferma la forza dimostrata nonostante i cambiamenti inevitabili di prospettive e di sogni: la dimensione della speranza ha sorretto il cammino. L’opera, che descrive le emozioni anche attraverso le testimonianze dirette dei medici che hanno affiancato Adriano Ioan e Irene Giurovich, assume una valenza simbolica collettiva, in quanto dimostra come una persona ammalata gravemente non rinunci ad alimentare comunque, alle volte anche contro l’evidenza, la dimensione progettuale affettiva e come chi sta accanto all’ammalato nel doloroso tragitto supporti l’attesa di una svolta verso la guarigione o almeno la stabilizzazione. Uno strumento che potrà quindi fungere da riflessione per chi é colpito da gravi patologie e per chi vive accanto a lui questo destino.