AMBIENTE: PREVENZIONE DISSESTO IDROGEOLOGICO É UNA PRIORITÀ PER FVG

Ravedis di Montereale Valcellina, 26 apr – Il Friuli Venezia
Giulia è una Regione attenta al territorio e che punta alla
prevenzione. Per questo motivo, dal 2014 ad oggi, molte opere
inserite nel piano contro il dissesto idrogeologico – il cui
valore ammonta a 32 milioni di euro – sono state portate a
termine nel corso dell’attuale gestione commissariale. Lo ha
ricordato la presidente della Regione Debora Serracchiani
intervenendo al convegno dal titolo “50 anni dall’alluvione del
1966: la situazione nei bacini idrografici del Friuli Venezia
Giulia e la mitigazione del rischio idraulico” svoltosi
all’invaso della diga di Ravedis a Montereale Valcellina.
L’evento fa parte del calendario delle iniziative inserite
all’interno del settimana nazionale della bonifica e
dell’irrigazione. All’appuntamento ha partecipato anche il
presidente del Consiglio Regionale Franco Iacop, l’assessore alla
Protezione Civile Paolo Panontin e alcuni consiglieri regionali.

Come ricordato nel corso dei lavori, in Friuli Venezia Giulia
sono già state compiute importanti opere per evitare il ripetersi
di rischi idrogeologici; ne sono un esempio quelli realizzati in
Valcanale, che hanno consentito di scongiurare anche di recente
quanto accadde nel 2003. Stesso dicasi a Latisana, dove sono
stati compiuti lavori per 70 milioni per mettere in sicurezza
l’abitato dai rischi di esondazione del Tagliamento. Inoltre la
Regione, con la legge 11 del 2015 che regolamenta anche i ruoli
nella gestione del territorio, ha rafforzato i buoni rapporti già
esistenti con i Consorzi di bonifica presenti in Friuli Venezia
Giulia; inoltre ha dato maggior peso alla programmazione con
progetti che guardano al futuro, cercando di evitare interventi
di ripristino con costi di molto superiori rispetto a quelli
pianificati. Infine è stato ricordato come sia importante
l’entrata in vigore della seconda parte del piano nazionale
contro il dissesto idrogeologico “Italia Sicura” che, con i fondi
ulteriori, dia rilevanza agli interventi delle Regioni più
piccole, tenendo conto che il 64 per cento della popolazione più
a rischio si trova nel Nord del Paese.

A ricordare la strategicità del sistema dei consorzi di bonifica
del Friuli Venezia Giulia è stato poi il vicepresidente della
Regione Sergio Bolzonello il quale ha sottolineato quanto sia
rilevante la gestione dell’acqua sia sotto il profilo irriguo che
di tutela del territorio. A tal proposito è stato evidenziato
come nel Psr siano stati inseriti importanti fondi per la
gestione della risorsa idrica, al fine di garantire una
agricoltura di qualità. Per la sicurezza del territorio, si è poi
ricordato quanto avvenne nel 2002 quando la città di Pordenone
andò sott’acqua anche per l’assenza dell’operatività della diga
di Ravedis. Infine il vicepresidente ha lanciato un appello
all’unitarietà dei soci in vista delle prossime elezioni dei
vertici del Consorzio al fine di consentire in futuro una
gestione il più efficiente possibile di una struttura che ha una
grande importanza per l’intera provincia.

Dal canto suo il commissario del consorzio Stefano Bongiovanni ha
chiesto alle autorità presenti di sedersi intorno ad un tavolo
per superare i problemi tecnici che si riscontrano attualmente
nell’infrastruttura, al fine di utilizzare al meglio la diga. Ora
la portata del bacino risulta essere ridotta e quindi la sua
potenzialità, soprattutto per l’irrigazione in provincia di
Pordenone, non è sfruttata nel migliore dei modi. Quindi si sono
susseguiti una serie di interventi tecnici riguardanti il ruolo
dei consorzi di bonifica del Friuli Venezia Giulia nella la
mitigazione del rischio idraulico e gestione della risorsa
idrica. A prendere la parola sono stati Nino Apriliis (Cellina
Meduna), Massimo Canali (Pianura friulana) e Daniele Luis
(Pianura isontina). Infine il direttore generale
dell’associazione nazionale consorzi gestione e tutela del
territorio (Anbi) Massimo Gargano ha evidenziato il buon rapporto
esistente in Friuli Venezia Giulia tra la Regione e i tre
consorzi esistenti, esortando tutti ad utilizzare al meglio i 300
milioni di euro presenti a livello nazionale per ammodernare gli
impianti.
ARC/AL/ppd

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