AUTONOMIE LOCALI: FIRMATO ACCORDO PER TRASFERIMENTO DIPENDENTI A UTI

Udine, 9 giu – E’ stato siglato oggi l’accordo per il Riordino
del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia.
Ordinamento delle Unioni Territoriali Intercomunali (UTI) e
riallocazione di funzioni amministrative.

L’atto è stato sottoscritto dalla presidente della Regione, dai
presidenti di UPI, ANCI e UNCEM, in qualità di rappresentanti
delle parti datoriali e dai vertici delle organizzazioni
sindacali di CGIL, CISL, UIL, CISAL e UGL, sia confederali che
della Funzione pubblica.

L’accordo, siglato alla presenza dell’assessore regionale alle
Autonomie locali Paolo Panontin, riguarda in modo particolare le
modalità di trasferimento e il trattamento economico del
personale che sarà riallocato in applicazione della legge
regionale 26 del 2014, anche nell’ipotesi del recesso di un
Comune o dello scioglimento di una UTI.

In sostanza sono state definite una serie di clausole di
salvaguardia che riguardano lo spostamento del personale al
momento della costituzione delle Uti o nell’ipotesi che essa si
sciolga o che uno dei Comuni che ha conferito il proprio
personale nell’Unione receda dalla Uti stessa.

Per la presidente della Regione si tratta di un accordo
estremamente importante, frutto di un confronto in alcune fasi
anche aspro ma che ha permesso di capire che c’erano margini di
convergenza e per il quale ha ringraziato sindacati e referenti
delle Autonomie locali.

L’accordo sarà in grado di dare serenità ai lavoratori, alle
organizzazioni sindacali e le stesse amministrazioni locali
perché fa chiarezza rispetto a un aspetto delicato ed è un
tassello della più generale revisione del comparto unico su cui
la Regione sta lavorando. La Regione, ha sottolineato la
presidente, è consapevole che vada data attuazione ai termini
dell’accordo in quella che sarà la conseguente disciplina
organica.

La presidente ha aggiunto che l’accordo potrà essere un buon
auspicio per la prosecuzione del confronto sugli aspetti
contrattuali, in modo da riaprire una trattativa sul rinnovo
salariale che si è interrotta e per la quale la Regione si augura
sia possibile trovare una congrua definizione.

Non è in discussione l’aumento contrattuale, che è un diritto che
va riconosciuto e che è fermo da molto tempo, ma va trovata la
giusta definizione, ha sottolineato la presidente.

L’assessore Panontin ha da parte sua precisato che l’accordo
siglato oggi non definisce nel dettaglio di alcuni aspetti, come
ad esempio le modalità del trasferimento del personale di staff
delle Province che sia rimasto in servizio presso le
amministrazioni provinciali per accompagnare le funzioni residue
già precedentemente trasferite alle Uti, ma che la Regione sta
definendo con le Province questi passaggi con le massime garanzie.

Unanime la soddisfazione delle organizzazioni sindacali per la
sottoscrizione dell’accordo. Giovanni Fania (CISL) ha ricordato
come “una volta raggiunto questo accordo ora l’auspicio è che
dopo otto anni sia possibile definire il giusto aumento
salariale”. Mafalda Ferletti (CGIL) ha ricordato che l’accordo,
atteso fin dalla nascita della legge sulle Uti, è una prima
risposta allo sciopero unitario del 25 maggio scorso ed un passo
importante per dare serenità ai lavoratori che saranno trasferiti
nelle Uti.

Per Giacinto Menis (UIL) l’atto dà risposte a richieste che vanno
nel senso della certezza normativa, della garanzia della
continuità contrattuale e della salvaguardia del posto di lavoro.
Paola Alzetta (CISAL) ha aggiunto che si tratta di una conquista
importante per tutti, non solo per i dipendenti pubblici. Infine,
Matteo Cernigoi (UGL) ha ricordato che si tratta di un punto di
partenza che sfuma l’iniziale incertezza conseguente al
cambiamento innescato dalle riforme e dà garanzia ai lavoratori
del pubblico impiego.

La presidente dell’UPI Maria Bassa Poropat da parte sua ha
ricordato che le amministrazioni provinciali hanno dato piena
disponibilità nella consapevolezza che quella delle Uti sia una
riforma che ha bisogno di buone gambe e quindi del fondamentale
apporto dei dipendenti pubblici.

Nel ricordare come la centralità del Comune sia stata ribadita
dalla riforma anche il presidente dell’Anci Mario Pezzetta e
quello dell’UNCEM Ivan Buzzi hanno espresso la loro soddisfazione
per l’accordo raggiunto.
ARC/EP

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