Autopsia Regeni: segni di violento pestaggio. Oggi la fiaccolata a Fiumicello

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E’ morto per un colpo ricevuto in testa Giulio Regeni, il ricercatore friulano il cui cadavere è stato trovato in Egitto giovedì scorso. E’ quanto sta emergendo dall’autopsia, ancora in corso, sul giovane. L’equipe di medici legali coordinati da Vittorio Fineschi, ha riscontrato sul giovane i segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni e lesioni, tuttora oggetto di analisi così come il colpo al capo che ha provocato il decesso. Il cadavere è stato sottoposto ad una tac, ad un esame tossicologico ed a radiografie.
Giulio Regeni è morto per la frattura di una vertebra cervicale causata da un violento colpo al collo.
E’ quanto emerso dall’autopsia sul cadavere del giovane, secondo quanto apprende l’ ANSA. I medici legali hanno inoltre riscontrato altre fratture evidenti sul corpo del ricercatore. Altre verifiche saranno ora svolte per accertare se la frattura della vertebra cervicale possa anche essere stata determinata dalla rotazione indotta della testa del giovane su un lato oltre il punto di resistenza.
Nel corso dell’autopsia sono stati raccolti numerosi reperti che saranno sottoposti ad analisi specifiche di laboratorio.

Domenica 7 febbraio a Fiumicello si terrà la fiaccolata in ricordo di Giulio. L’appuntamento è nel pomeriggio alle 18 con partenza da piazzale dei Tigli sotto il municipio e arrivo in piazzale Falcone Borsellino, dove ha sede il Governo dei Giovani, di cui Regeni aveva fatto parte. Oltre al sindaco, Ennio Scridel, che ricorderà Giulio, è previsto anche un intervento del parroco, don Luigi Fontanot, che leggerà un messaggio dell’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli.

aggiornamento 11.45 Confermati i risultati dell’esame autoptico fatto in Egitto, ma escluse tracce di bruciature.

Il decesso è arrivato per arresto cardio-circolatorio ma il corpo del ragazzo, abbandonato in strada, presenta ovunque lesioni su cui saranno necessari altri accertamenti. Se ci sono ferite sulle parti esposte del viso di sicuro non sono state trovate bruciature.

Il ministro della Giustizia Orlando: “Sono qui per affermare il mio profondo cordoglio e quello del Governo, e la vicinanza alla famiglia Regeni. Ma sono qui anche per affermare la volontà del governo affinché sia raggiunta al più presto al verità e che sia fatta giustizia. Chiediamo piena collaborazione alle autorità egiziane e chiediamo loro di agire con determinazione, trasparenza e rapidità. Da parte nostra abbiamo assicurato da subito una disponibilità alla cooperazione: lo hanno fatto le forze dell’ordine presenti al Cairo e lo hanno fatto le nostre autorità giudiziarie impegnate per competenza alla ricerca della verità, nell’ambito dell’ordinamento italiano”

Paolo Gentiloni: “A quanto risulta dalle cose che ho sentito sia dall’ambasciata sia dagli investigatori italiani che stanno cominciando a lavorare con le autorità egiziane, siamo lontani dal dire che questi arresti abbiano risolto o chiarito cosa sia successo. Credo che siamo lontani dalla verità”. “Credo che bisognerà lavorare, bisogna assolutamente che questo lavoro possa essere fatto insieme”