Boom tatuatori in Fvg. +1000% dal 2009

Nel 2009, a queste latitudini, erano uno sparuto gruppetto di pionieri. Oggi sono un piccolo esercito. Negli ultimi dieci anni le imprese di tatuaggi e piercing sono letteralmente lievitate passando da 11 a ben 125 di cui 100 artigiane. Un balzo in avanti +1.036 percento che accredita queste attività come il fenomeno più spiccato degli ultimi anni tra le file della piccolissima impresa.

A dirlo è l’ultima elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine sulla base di dati Unioncamere che messi in fila mostrano una performance in costante crescita delle aziende del settore, anche in piena crisi economica, che qui – come del resto nella gran parte delle imprese attive nel comparto benessere – non sembra proprio aver trovato terreno fertile. Banalizzando, si può dire che le persone – anche in Fvg – hanno tagliato il superfluo come tante nel Paese, senza però rinunciare a un rigenerante momento “tutto per sé”, che fosse sotto il phon del parrucchiere di fiducia o l’ago del tatuatore. Il disegno per una vita è sempre più di moda, complice (anche) l’immagine di alcuni personaggi del piccolo e grande schermo che del tattoo hanno fatto una vera e propria fede condensando nell’ennesimo disegno idee, storie, persone. Che sia per trasgressione o per seguire la moda del momento, il risultato non cambia. E’ tattoo-boom. 

In Italia come in Fvg dove su 125 imprese attive a fine 2018 (con 141 tra sedi e unità locali), 110 sono nate dopo il 2009 (88%), 15 tra il 2000 e il 2009 (12%). Le attività artigiane sono 109, quasi 9 su 10. A guidarle sono quasi in egual misura uomini e donne: i titolari maschi sono il 54%, le femmine il 46%. Anche dal punto di vista anagrafico la distribuzione è equilibrata. Il 31 percento dei titolari d’impresa ha fino a 30 anni, il 35,6% ne ha tra i 31 e i 40, oltre i 50 anni il restante 32,7%. Le donne titolari sono mediamente più giovani dei colleghi: 76,1% di under 40 contro il 60% dei maschi.

A far la parte del leone sotto il profilo territoriale è la provincia di Udine che ospita complessivamente la metà degli studi di tatuaggi e piercing, 70 in tutto (49,6%), seguono Pordenone con 39 attività (27,7%), Trieste con 17 (12,1%) e Gorizia con 15 (10,6%). Molti studi scelgono di aprir bottega nei Comuni capoluogo, vere e proprie vetrine per i tatuatori. A scegliere la città sono 58 (41,1%), il 100 percento nell’area di Trieste. 

Dinnanzi all’aumento delle imprese di tatuaggio i vertici di Confartigianato-Imprese Udine sottolineano la necessità, per prevenire qualsiasi rischio a carico della salute, “di rivolgersi esclusivamente a tatuatori professionisti abilitati e regolarmente iscritti agli Albi. Solo loro infatti garantiscono il rispetto delle disposizioni e dei protocolli igienico sanitari disposti dalle autorità competenti a tutela dei clienti coniugando bellezza e sicurezza”.