Cividale: sequestrati beni per 1,4 milioni a esercenti cinesi

Redditi sottratti a tassazione per 24 milioni di euro, imposte non versate per 1,1 milione di euro, Iva dovuta per 3,1 milioni di euro e 12 persone indagate. È il risultato dell’operazione “Magic Box” condotta dalla Guardia di Finanza di Cividale del Friuli, su delega della Procura della Repubblica di Udine, che si è chiusa con l’esecuzione di un sequestro preventivo di beni per oltre 1,4 milioni nei confronti di 10 tappezzerie di imprenditori cinesi, operanti nel Distretto Industriale del cosiddetto “Triangolo della sedia”, in particolare a San Giovanni al Natisone e Manzano (Udine). Le indagini, durate un anno, hanno consentito di rilevare che le imprese coinvolte erano inserite in uno schema evasivo perpetrato mediante la sistematica omissione del versamento delle imposte sui redditi e dell’Iva, attraverso la creazione di imprese “apri e chiudi” intestate a prestanome nullatenenti e che hanno permesso, nel tempo, l’evasione delle imposte e la prosecuzione dell’attività con nuovi soggetti economici.

I militari del Comando Provinciale di Udine hanno dato esecuzione a tre decreti di sequestro per equivalente, emessi dalla Procura della Repubblica di Udine, per un ammontare complessivo di 2.800.000,00 euro nei confronti di dieci tappezzerie, riconducibili a imprenditori di etnia cinese, operanti nel Distretto Industriale del cosiddetto “Triangolo della sedia” (in particolare a San Giovanni al Natisone e Manzano).

Redditi sottratti a tassazione per 24 milioni di euro, imposte non versate per 1,1 milione di euro, I.V.A. dovuta per 3,1 milioni di euro e complessivamente 12 persone indagate: questo è il risultato dell’operazione “Magic Box” condotta dalla Guardia di Finanza di Cividale del Friuli, su delega della Procura della Repubblica di Udine.

Gli approfondimenti investigativi, durati circa un anno, hanno consentito di rilevare che le imprese coinvolte erano inserite in uno schema evasivo perpetrato mediante il sistematico omesso versamento delle imposte sui redditi e dell’I.V.A., attraverso la creazione di imprese “apri e chiudi” intestate a prestanome nullatenenti e che hanno permesso, nel tempo, l’evasione delle imposte e la prosecuzione dell’attività con nuovi soggetti economici.

Le investigazioni, eseguite mediante il vaglio delle risultanze degli accertamenti sul territorio, l’analisi dei conti correnti e della documentazione contabile via via acquisita, hanno permesso di individuare migliaia di operazioni bancarie non giustificate e, soprattutto, la sostanziale continuità di aziende, fiscalmente inadempienti, che si sono solo formalmente succedute nei medesimi stabilimenti produttivi.

Anche grazie alla ricostruzione dei rapporti intrattenuti con i soggetti economici locali ai quali sono state rese le prestazioni, le Fiamme Gialle della Città Ducale hanno ricostruito la reale posizione fiscale degli imprenditori, i ricavi riscossi e non dichiarati, l’Imposta sul valore aggiunto non dichiarata, dovuta e non versata.

Numerosi i reati contestati ai titolari effettivi delle imprese attenzionate per violazione al Decreto Legislativo n. 74/2000, “Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”, “Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici”, “Omessa dichiarazione”, “Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”, “Occultamento o distruzione di documenti contabili” e “Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte”.

Sulla scorta delle evidenze investigative, la Procura della Repubblica di Udine ha richiesto ed ottenuto dall’ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari l’emissione di 3 provvedimenti di sequestro preventivo per un importo di 2.800.000,00 euro (pari alle imposte evase) eseguiti su disponibilità liquide, unità immobiliari e beni mobili di valore.

Tra i sequestri eseguiti risultano 2 unità immobiliari, 1 auto, numerosi beni strumentali e disponibilità finanziarie presso gli Istituti di credito e crediti commerciali per un valore complessivo di € 1.430.000,00.

L’indagine rientra nell’ambito delle attività quotidianamente svolte dalla Guardia di Finanza a contrasto delle forme di illegalità economico-finanziaria che consentono ad operatori economici scorretti di attuare forme di concorrenza sleale a danno delle imprese che operano nel rispetto delle regole.