Crisi governo: Alfano, Quagliariello e Lupi mollano Berlusconi?

Acque agitate nel Pdl con il partito spaccato dopo le dimissioni dei ministri, chieste dal leader Berlusconi. Che oggi ha replicato duramente a Letta: ”Letta ribalta la realtà a proprio piacimento e a proprio vantaggio”. Il Cavaliere incalza parlando a Studio Aperto: il presidente del Consiglio ha bloccato lo stop dell’aumento dell’Iva ”quasi come una rappresaglia verso i moderati”.
Non tutti nel Pdl sono in linea con la chiusura a Letta: “Così non va. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Noi vogliamo stare con Berlusconi, con la sua storia e con le sue idee, ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per il bene del Paese essendo alternativi alla sinistra e rifiutando gli estremisti. Angelino Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia” ha detto Maurizio Lupi il giorno dopo le sue dimissioni da ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
E il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: ”Accetto senza indugio la richiesta di dimissioni fatta durante un pranzo a cui non partecipavano né i presidenti dei gruppi parlamentari, né il segretario del partito, per coerenza politica nei confronti di chi mi ha indicato come ministro di questo governo. Continuerò ad esprimere le mie idee e i miei principi nel campo del centrodestra, ma non in questa Forza Italia”.
Anche Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme, potrebbe non aderire al nuovo soggetto politico. Che chiarisce il ritardo della consegna delle dimissioni: “Non ho avuto alcun problema a rassegnare le dimissioni da ministro. Lo faro appena rientro a Roma”, ha spiegato.
Siamo di fronte a ”una scadenza fondamentale per i destini del paese” e ”le scelte le sto facendo da solo”. ”Io non so cosa Letta dira’, credo che il discorso che fara’ Letta sara’ un elemento fondamentale”, perche’ siamo in un ”momento che mette tutti di fronte alla propria resposanbiltia’ e alla propria coscienza”, ha concluso Quagliariello.
Per il Pdl parla anche il segretario Alfano. ”La mia lealtà al presidente Berlusconi è longeva e a prova di bomba. La lealtà non è una malattia dalla quale si guarisce. Oggi lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti, il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà”.”So bene -continua Alfano- che quelle posizioni sono interpretate da nuovi berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano”.