Crisi Governo: ministri PDL rassegnano le dimissioni

Roma, 28 set. (Adnkronos) – ”I ministri del Pdl rassegnano le proprie dimissioni”. Lo dichiara Angelino Alfano, vicepremier e ministro dell’Interno, a nome dell’intera delegazione del Pdl al governo.

Le parole di Alfano arrivano subito dopo la dichiarazione diffusa nel tardo pomeriggio da Berlusconi, con l’invito del Cavaliere ai ministri del partito a “valutare l’opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani”.

E poco dopo le parole di Alfano arriva anche la nota dei ministri: ”A seguito dell’invito del presidente Berlusconi a dimetterci dal governo per le conclusioni alle quali il consiglio dei ministri di ieri è giunto sui temi della giustizia e del fisco, non riteniamo vi siano piu’ le condizioni per restare nell’esecutivo dove abbiamo fin qui lavorato nell’interesse del Paese e nel rispetto del programma del Popolo della Liberta”’. E’ quanto dichiarano in una nota congiunta Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzi, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello, componenti della delegazione del Pdl al governo. ”Rassegniamo le nostre dimissioni anche al fine di consentire, sin dai prossimi giorni, un più schietto confronto e una più chiara assunzione di responsabilità”, concludono i ministri del Pdl.

A breve giro di posta è il premier Letta che replica: “Adesso si va in Parlamento per un chiarimento alla luce del sole davanti al paese. Così si è espresso il capo del governo, secondo quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi, dopo l’annuncio delle dimissioni dei ministri del Pdl.

Il presidente del Consiglio è stato informato in anticipo dal vicepremier di quanto aveva deciso Silvio Berlusconi. Letta ha informato con una telefonata il Capo dello Stato Giorgio Napolitano che si trova a Napoli per una visita istituzionale. Sui prossimi passaggi, il premier si consulterà con il Presidente della Repubblica, ma ritiene che, a maggior ragione, valgo oggi quello che aveva sostenuto ieri e già nei giorni scorsi a New York. E cioé, che il chiarimento deve avvenire in Parlamento alla luce del sole e di fronte a tutti i cittadini.