Crisi Iran: 1,5 miliardi di commesse a rischio per Danieli

“Il Governo italiano intraprenda al più presto azioni diplomatiche e iniziative formali in sede comunitaria per sbloccare 1,5 miliardi di euro di commesse in Iran che il gruppo Danieli di Buttrio si è visto congelare dopo l’uscita degli Usa dal trattato nucleare del gennaio 2016”.
Lo ha chiesto l’on. Debora Serracchiani rivolgendosi alla Farnesina attraverso una interrogazione urgente. Serracchiani ha ricordato che il gruppo Danieli è uno dei leader mondiali nella produzione di impianti siderurgici, in particolare nel settore dei prodotti lunghi, del cui mercato mondiale detiene oltre il 90% di quota. Inoltre, la parlamentare del Partito democratico ha sottolineato che per la Regione Friuli Venezia Giulia, il gruppo Danieli rappresenta una azienda guida nel campo economico, occupazionale e dell’innovazione tecnologica.
Le commesse riguarderebbero una centrale elettrica e impianti per fare acciaio ad uso civile, scrive Serracchiani nella sua interrogazione, che riporta anche le parole “preoccupate” dell’amministratore delegato Trivillin, secondo il quale gli ordini non sarebbero più finanziati poiché, dopo la sigla del trattato, le banche non sarebbero più disponibili a sostenere progetti iraniani per la paura di ottenere sanzioni secondarie.
Serracchiani, che ha ricordato le recentissime prese di posizione della UE, attraverso le parole dell’alta rappresentante per gli Affari esteri e la sicurezza Federica Mogherini, intese a “mantenere ed approfondire le relazioni economiche con l’Iran”, ha chiesto al nostro Governo di farsi interprete di tale situazione e di “agire nei modi più opportuni, in sede comunitaria e nei confronti degli Usa, sia in prima persona sia a supporto dell’azione della diplomazia Ue affinché si giunga allo sblocco delle commesse, che rischia di compromettere l’attività di una delle aziende più importanti del nostro sistema manifatturiero”.