Dormisch, una storia friulana che riparte

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Una rete di circa 80 aziende agricole locali, per 370 ettari di campi coltivati nel cuore del Friuli e una produzione complessiva, per il 2018, di circa 1.000 tonnellate di orzo distico da birra 100% friulano. Riparte dalle radici più profonde del territorio la storica Dormisch, la birra nata nella ghiacchiaia di Resiutta e portata al successo, a partire dal 1881, dal fondatore Francesco Dormisch.

Dopo anni di assenza, il ritorno in Friuli della birra che mosse i primi passi tra i cunicoli e le strettoie della ghiacciaia, tra il torrente Resia e il Monte Gravizze, è stato celebrato oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Kechler di Udine, moderata dalla giornalista friulana e volto noto di Alice Tv, Franca Rizzi. Sono intervenuti – oltre a Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne di Birra Peroni, che dal 1953 annovera tra i suoi marchi proprio la friulana Dormisch, e Camilla Cicerchia, brand manager Dormisch – l’Assessore all’Agricoltura della Regione Friuli Venezia Giulia, Cristiano Shaurli, il Sindaco di Resiutta, Francesco Nesich, l’Assessore alle Attività Produttive e al Turismo del Comune di Udine, Alessandro Venanzi, e il Presidente della Rete delle Aziende Agricole ASPROM, Alido Gigante, in rappresentanza della filiera della aziende agricole friulane su cui poggia il rilancio della storica birra.

D’altra parte, il carattere friulano della Dormisch, che tornerà ad essere protagonista nel territorio che l’ha vista nascere, deriva proprio dal suo ingrediente principale, l’orzo 100% friulano, e dal processo produttivo: fedele alla tradizione e alla ricetta che in passato ha reso celebre la Dormisch, il Mastro Birraio, il friulano Raffaele Sbuelz, ha infatti scelto di recuperare e adottare l’originale processo ad infusione, una tecnica storicamente utilizzata per le birre di Puro Malto che conferisce alla birra il suo gusto morbido e rotondo.

Quest’anno i primi ettolitri della Dormisch sono stati prodotti grazie all’acquisto di quasi 400 tonnellate della Cerealicola Vieris, struttura che – con sede a Castions di Strada, in provincia di Udine – è parte della rete delle aziende agricola associate ASPROM. E per il 2018 le quantità sono destinate a crescere. “Nel 2017 – ha detto Alido Gigante – le aziende agricole coinvolte sono state oltre 50, per circa 200 ettari di campi coltivati. La campagna di semina per il prossimo anno è iniziata ad ottobre e prevediamo un aumento delle aziende coinvolte, degli ettari coltivati e delle quantità di orzo utilizzato. Per la prossima raccolta infatti sono al lavoro circa 80 aziende agricole, su un totale di 370 ettari. Nel complesso, il prossimo anno per la produzione di Dormisch saranno acquistate dalle aziende agricole coinvolte circa 1.500 tonnellate di orzo 100% friulano”.

“Una grande azienda che crede e vuole legarsi al nostro territorio, un pezzo di storia del Friuli che trova nuova linfa e nuove prospettive e aziende che fanno rete, valorizzando produzione locale e identificazione con il territorio. Oggi è davvero una giornata bella e importante” ha detto l’Assessore all’Agricoltura della Regione Friuli Venezia Giulia, Cristiano Shaurli.

“Si tratta – ha commentato l’Assessore alle Attività Produttive e al Turismo del Comune di Udine, Alessandro Venanzi – di un’importante occasione per l’intera filiera del territorio. Il rilancio di questo brand, infatti, consente di recuperare un profilo identitario visto che il nome di Udine sarà presente nell’etichetta. Il fatto che la città torni ad essere richiamo per questo tipo di prodotto, che fa parte della nostra storia e della nostra cultura, non può che rappresentare un’opportunità economica e turistica per il capoluogo friulano, riferimento per tutti i consumatori in Italia e nel mondo”.

“La nostra comunità – ha detto il Sindaco di Resiutta, Francesco Nesich – ha dato i natali a questa birra ed è un onore per me rappresentarla in una giornata così importante che ne celebra il ritorno. La ghiacciaia di Resiutta è un luogo davvero suggestivo ed emozionante che ha contribuito a creare il “mito” di questo prodotto friulano. Il ritorno di Dormisch è una bella notizia per tutti e per noi di Resiutta ha un sapore ancor più speciale”.

“Siamo davvero orgogliosi – ha detto Camilla Cicerchia, Brand Manager Dormisch – di restituire a tutti i friulani un prodotto legato a doppio filo alla storia e all’identità di questo territorio. Dormisch è la birra dal cuore friulano. Il rilancio di questo brand non ha soltanto un valore storico e affettivo, ma ha anzitutto un’importanza per la filiera agricola e il tessuto economico locale, anche grazie alla collaborazione con il mondo della distribuzione e con i punti vendita del territorio. Il Friuli è una terra orgogliosa, dinamica e capace di costruire concretamente il suo futuro. Dormisch è parte di questa storia e vuole contribuire a scrivere, insieme ai friulani, nuove pagine del racconto di questa terra”.

Dedicata al canale horeca – dunque bar, pub, ristoranti e pizzerie – Dormisch è una birra lager, chiara e puro malto, a bassa fermentazione e dal colore giallo oro. Sarà presente sul mercato nei formati della bottiglia da 33cl e fusto da 30 litri.

Le origini
Francesco Dormisch, originario della Slovenia, rilevò nel 1881 una piccola fabbrica di birra esistente a Resiutta, in provincia di Udine, nel territorio allora appartenente all’impero asburgico.
Dopo aver percorso i poco più di 100 chilometri che separavano la sua città natia da Resiutta, Francesco fu attratto da un contesto naturale fiabesco, incorniciato dai picchi delle Alpi friulane, e dalle potenzialità ancora poco espresse della locale fabbrica di birra, fondata alcuni decenni prima da un gruppo di piccoli imprenditori provenienti dalla Carinzia.
La scelta del luogo dove produrre birra si spiegava con la presenza delle fresche e pure acque del torrente Resia e con la vicinanza del Monte Gravizze, dove un tempo si stoccava il ghiaccio necessario alla conservazione della bevanda. La galleria-ghiacciaia, attraverso cunicoli e strettoie, ancora oggi visitabili grazie a una sapiente operazione di recupero, facilitava la circolazione dell’aria fresca, che andava dal deposito di ghiaccio ai locali anteriori da rinfrescare, dov’erano immagazzinate le botti di birra.
Operativi in fabbrica vi erano diversi connazionali di Francesco Dormisch, con uno dei quali, Stanislao Fenzl, Francesco proseguì la produzione a Udine nel 1891, in un nuovo stabilimento affacciato sul torrente Ledra.

Il periodo d’oro
A Udine Francesco osservò il massiccio consumo della bionda bevanda da parte della popolazione locale e, analizzando il mercato, notò che ben sette marchi esteri erano presenti con depositi propri nella città di Udine.
Una birra locale, che Francesco iniziò a commercializzare in tutta la provincia con bottiglie con tappo di sughero, avrebbe di sicuro incontrato il favore degli friulani.
La presenza del canale Ledra, lungo il quale Francesco Dormisch decise di trasferire la produzione, permise di sfruttare la forza idrica per azionare i macchinari. Lo stabilimento fu dotato di cantine su tre piani, con refrigerazione artificiale ad anidride carbonica.
Alle soglie del primo conflitto mondiale la produzione di birra della fabbrica Dormisch raggiungeva i 30.000 ettolitri, mentre la notorietà del prodotto si spingeva fino a Milano e Venezia. Tale promettente sviluppo subì una brusca pausa con la disfatta di Caporetto durante il primo conflitto mondiale.
Finita la guerra, Francesco si rimboccò le maniche per rilanciare la propria attività: dotò la fabbrica di sala di cottura da 180 hl, rinfrescatoio verticale, serbatoi di acciaio per la fermentazione e la stagionatura e di un nuovo parco automezzi. Già nel 1921 la produzione annua aveva superato i 60.000 ettolitri; il prodotto era diffuso nel Triveneto e in alcune aree di esportazione come la Libia, l’Egitto, l’Albania, l’Etiopia e la Somalia.
Lo stabilimento produttivo fu affiancato da un elegante villino destinato ad uffici e sede del direttore, progettata dall’architetto Ettore Gilberti nel 1928.

Dormisch, la birra dallo spirito friulano
I più celebri architetti e fotografi del Triveneto lavorarono in quegli anni per Birra Dormisch: un chiaro segnale del rilievo che il marchio Dormisch aveva acquisito nell’economia e nel mercato locali. Al 1924 risale il manifesto che il celebre illustratore Mauzan disegnò per Dormisch, raffigurante un nobile in costume settecentesco con mantello e tricorno, evidente riferimento ad un consumatore esigente e ad un prodotto di grande pregio qualitativo.

Nel corso degli anni Trenta Francesco, ormai anziano, lasciò sempre più le redini dell’attività al figlio suo omonimo, ingegnere, alle figlie Margherita e Luigia e ai nipoti Gastone e Bonaventura Valente, figli di Maria. A loro toccò il compito di assistere alla nuova occupazione della fabbrica da parte delle truppe tedesche prima e alleate poi, durante la seconda guerra mondiale.
Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 1939, e nei successivi anni di guerra la fabbrica vide assottigliarsi notevolmente la propria produzione, che tuttavia riprese negli anni della ricostruzione, attirando l’attenzione della prima azienda birraria nazionale.

La fusione per incorporazione di Birra Dormisch in Birra Peroni fu deliberata nel marzo 1953 e il marchio Dormisch rimase nel portafoglio prodotti di Birra Peroni fino agli anni Ottanta.

Ripartendo dalle sue origini, Birra Dormisch torna oggi per celebrare il suo spirito friulano.