Epifania: dal 5 Gennaio 2012 riti e feste in FVG

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I riti epifanici concluderanno – tra domani e il 6 gennaio – il ciclo festivo cominciato con il Natale. E in Friuli Venezia Giulia la ricorrenza dell’Epifania (la manifestazione della divinità) assume da sempre aspetti che affondano le radici nella storia, nella tradizione, nei riti popolari e nel folclore di queste terre di confine.

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Sono centinaia le manifestazioni programmate in tutta la regione, dal Pordenonese a Trieste, dalla Carnia e dal Tarvisiano al mare. I riti epifanici più tradizionali sono quelli legati al culto del dio Beleno, cioé al rito purificatore del fuoco. E i fuochi epifanici – che assumono nomi diversi da zona a zona – si accenderanno da domani in Carnia, con il tradizionale lancio delle ‘cidulas’, nella bassa pordenonese (pan e vin), nel basso Friuli (fuoco della cabossa) e nell’Isontino con le ‘seime’. I riti più tradizionali sono le accensioni dei pignarui tra i quali ‘svetta’ per importanza quello di Tarcento. Sarà il ‘Vecchio venerando’ a trarre poi gli auspici sul nuovo anno dall’andamento del fumo del falò che varrà per tutta la regione. La messa dello spadone e la successiva rievocazione storica dell’ingresso in città del patriarca Marquardo di Randek saranno invece le attrattive principali di Cividale del Friuli. La messa dello spadone, appartenuto al Patriarca, sta a suggellare il potere del vescovo-conte che era sia spirituale ma soprattutto civile e temporale. Alla rievocazione parteciperanno centinaia di figuranti con gli indumenti tipici dell’epoca medioevale. Gemona, invece, ospiterà la ‘messa del Tallero’ – dell’epoca di Maria Teresa d’Austria – a significare la collaborazione tra potere politico e potere religioso. Un corteo sfilerà da palazzo Boton, sede del comune, fino in duomo dove il tallero sarà consegnato all’arciprete prima dell’inizio della cerimonia religiosa. Anche nella cittadina della pedemontana sono previsti spettacoli e rievocazioni medioevali. Ma poi tutti attenderanno il responso del ‘Pignarul grant’ di Tarcento e mai come quest’anno l’attesa è tanta e le speranze infinite.

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