FERRIERA: ARPA FVG, NUOVA AIA IMPONE VINCOLI E CONTROLLI PIÙ SEVERI

Trieste, 19 apr – Vincoli più severi e razionalizzazione dei
controlli. Sono le caratteristiche dell’Autorizzazione integrata
ambientale (Aia) della Ferriera di Servola (Trieste) rilasciata
dalla Regione Friuli Venezia Giulia con un decreto del 27 gennaio
di quest’anno. A sottolineare il carattere innovativo del
documento è l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente
(Arpa FVG).

Il dispositivo, sottolinea Arpa, è stato emanato dopo un percorso
istruttorio di otto sedute di Conferenza di servizi, e determina
severi vincoli alle singole emissioni basandosi sulle migliori
tecnologie disponibili, fissando valori-obiettivo da raggiungere
anche per parametri precedentemente non considerati e
razionalizzando, sulla base dei dati storici, i controlli al fine
di renderli più efficienti.

Per la prima volta la nuova Autorizzazione integrata ambientale
impone valori di riferimento per la centralina di San Lorenzo in
Selva, estranea alla rete di controllo della qualità dell’aria a
causa della sua natura industriale. In particolare, la
concentrazione di Pm10 non deve superare i 40 microgrammi per
metro cubo di media nei 12 mesi e i 70 microgrammi per metro cubo
nelle 24 ore, limite quest’ultimo da non oltrepassare più di 35
volte nei 12 mesi. La soglia per il benzopirene è posta a 1
nanogrammo per metro cubo quale media giornaliera sui 12 mesi.
Sforamenti rispetto a questi parametri comportano limitazioni
dirette della produzione.

Per quel che concerne i controlli delle emissioni diffuse dalla
cokeria e dall’altoforno, è previsto il miglioramento del sistema
di videomonitoraggio in continuo entro 6 mesi dal rilascio
dell’Aia, con frequenza di ripresa di almeno una immagine ogni 15
secondi (nella precedente autorizzazione era ogni 30 secondi) sui
quattro punti emissivi dello stabilimento: piano di carica della
cokeria, campo di colata dell’altoforno, bocca di caricamento
dell’altoforno e impianto di abbattimento fumi generati dal
processo di granulazione della loppa (sottoprodotto della fase di
produzione della ghisa).

Per quanto riguarda i depositi, l’Aia pone un obiettivo di
polverosità su base mensile non superiore a 500 milligrammi per
metro quadrato al giorno lungo il perimetro dello stabilimento;
limite che viene dimezzato a 250 milligrammi per metro quadrato
al giorno nelle altre stazioni di rilevamento (via Pitacco, via
Carpineto, via Cesare Rossi e via Ponticello) dove viene indicato
un limite di 140 milligrammi per metro quadrato al giorno di
media sui 12 mesi.

Inoltre, la nuova Aia prevede la verifica degli idrocarburi
policiclici aromatici (quali ad esempio il benzopirene) nelle
polveri, includendo anche la diossina e i metalli pesanti. La
frequenza dei controlli sarà trimestrale nei primi due anni dal
rilascio dell’Aia e successivamente semestrale, in quanto si
tratta di inquinanti persistenti per i quali il monitoraggio ogni
sei mesi è più che rappresentativo.

Le disposizione dell’Aia impongono inoltre alla proprietà di
produrre uno studio per la determinazione delle principali
sorgenti di odori presenti nell’impianto e per la valutazione
dell’impatto olfattivo, nonché un piano di risanamento acustico
nell’arco di due anni e mezzo secondo una tempistica predefinita,
la cui attuazione è sottoposta alla verifica degli enti di
controllo.

Relativamente agli adempimenti legati alle normative sul rischio
di incidente rilevante e sul piano di sicurezza esterno, dovranno
essere rispettate le disposizioni che emanerà il Comitato tecnico
regionale, del quale fanno parte molti degli enti della
Conferenza di servizi dell’Aia. Arpa FVG sottolinea infine come
ogni preoccupazione circa un vuoto normativo che consentirebbe
l’utilizzo simultaneo di entrambi gli altoforni è immotivato in
quanto l’autorizzazione identifica precisi limiti di produzione
dell’altoforno, che escludono tale ipotesi se non attraverso un
eventuale nuovo procedimento autorizzativo.
ARC/RU/ppd

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