Fondazione Crup: restaurata la tela Gesù al Tempio

Gesù al Tempio
Nella Cappella Palatina del Palazzo patriarcale sarà presentato al pubblico e alla stampa il restauro della tela raffigurante La presentazione di Gesù al Tempio, opera del primo decennio del Seicento firmata dal pittore veneto Jacopo Palma il Giovane.
L’importante intervento di recupero, commissionato dalla Parrocchia di Santa Maria di Tricesimo proprietaria del dipinto, è stato realizzato dai restauratori Ginevra Pignagnoli e Lucio Zambon con il contributo della Provincia di Udine, della Fondazione CRUP, e di privati. Alla presenza del Vicario Generale mons. Guido Genero, del Presidente della Provincia on. Pietro Fontanini, del Presidente della Fondazione Crup dott. Lionello D’Agostini, del Soprintendente per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia dott. Luca Caburlotto, della dott.ssa Maria Concetta Di Micco della Soprintendenza di Udine, del Direttore dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Udine mons. Sandro Piussi e del parroco della Pieve di Tricesimo don Ariedo Iogna, il Direttore del Museo Diocesano prof. Giuseppe Bergamini illustrerà le vicende storico artistiche dell’opera, firmata da Jacopo Palma il Giovane (Venezia, 1548 – 1628), artista appartenente alla famiglia Negretti, di origine bergamasca, che, formatosi a Venezia, si trasferì poi ventenne a Roma, dove incontrò l’arte di Michelangelo e Raffaello. Ritornato nella città lagunare, entrò nella bottega di Tiziano. Dotato di buone capacità di invenzione ed esecuzione, realizzò una consistente quantità di dipinti anche per la “Patria del Friuli”: opere pregevoli come quelle che si possono ammirare, tra le altre, ai Civici Musei di Udine o nelle chiese di Cividale del Friuli.
Tra le migliori rientra la Presentazione di Gesù al Tempio della parrocchiale di Tricesimo il cui recente recupero conservativo sarà illustrato dai restauratori Lucio Zambon e Ginevra Pignagnoli, che mostreranno al pubblico i risultati ottenuti comparando le tecniche qui utilizzate con quella del dipinto con la Madonna col Bambino, opera del medesimo autore presente nell’altare della Cappella palatina. Iniziato nel marzo 2013, il restauro della tela si è reso necessario a causa del cedimento di una parte del telaio e della polvere che copriva e alterava completamente l’originale cromia del dipinto. L’interesse dei parrocchiani, il fondamentale concorso economico della Provincia di Udine, della Fondazione CRUP e di tanti privati, hanno permesso di portare a termine questo importante intervento di recupero.

“È di fondamentale importanza preservare l’imponente eredità storica, artistica e culturale che costituisce le radici del popolo friulano – osserva il Presidente Lionello D’Agostini – Per questo la Fondazione Crup è intervenuta convintamente nel sostegno all’intervento di recupero della Presentazione di Gesù al Tempio di Palma il Giovane, opera su tela della Pieve di Tricesimo e presentata in questa occasione nel Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo di Udine, che riporta alla luce una parte importante dell’arte della nostra Comunità”.
La tela sarà esposta in Museo fino alla fine di gennaio 2014 per essere poi ricollocata il 2 febbraio sull’altare nella Pieve di Santa Maria di Tricesimo in occasione della festività della Purificazione della Madonna a cui la tela fa esplicito riferimento dal momento che insieme alla presentazione del primogenito al Tempio, avveniva anche la purificazione della puerpera.

la scena raffigura la presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme da parte di Maria e Giuseppe. La figura principale è la Vergine che sorregge il Bambino proteso verso Simeone, sommo sacerdote; sui gradini ai suoi piedi un fanciullo regge la gabbia con le colombe offerte per il rito della Purificazione. In primo piano sui due lati, assistono alla cerimonia i Santi Giovanni Battista e Giacomo maggiore, in preghiera assieme ad un pontefice ed altri personaggi. Il dipinto era stato commissionato all’artista per l’altar maggiore lapideo della chiesa gotica nel periodo di anni 1601-1610, fino al rifacimento settecentesco e solo in tempi successivi fu traslocata in navata sul quinto altare. Fra le opere del Palma presenti nel territorio regionale, la pala della Pieve di Tricesimo si impone per qualità pittoriche e di composizione, nonché per le notevoli dimensioni.
Jacopo Palma il Giovane
Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane (Venezia 1548-1628), pittore e incisore, dopo un’iniziale formazione nella bottega paterna, si recò a Roma dove poté accostarsi all’arte di Michelangelo e Raffaello. Ritornato a Venezia, entrò nella bottega di Tiziano del quale condusse a termine il celebre quadro con la Pietà lasciato incompiuto per la morte (1576). Dotato di un’incredibile facilità di dipingere, mostra nelle sue tele, piacevoli a vedersi per l’ottimo chiaroscuro, per la felice distribuzione dei volumi, per l’abilità ritrattistica, vicinanza sia alla poetica del Tiziano che a quella del Tintoretto, non disgiunta talvolta da una grandiosità di sapore romano.
La sua produzione artistica è incredibilmente ampia: centinaia e centinaia sono le opere che di lui si conoscono. Lavorò anche per la Patria del Friuli, dove si conservano più di venti dipinti, tra cui la grande tela del Museo di Udine con la raffigurazione della Dedizione di Udine a Venezia (1595)e le tele eseguite per Cividale del Friuli nel 1606 e 1607 (Ultima Cena, Lapidazione di S. Stefano e Redentore che appare ai santi Sebastiano e Rocco). L’ultima sua opera in terra friulana è un dipinto per la chiesa di Pontebba (1624). La bella pala d’altare della pieve di Tricesimo, raffigurante la Presentazione al Tempio, firmata IACOBVS PALMA P., può essere datata al primo decennio del Seicento: si fa apprezzare per la corretta impaginazione, la suadente cromia (che il restauro ci ha restituito nella sua originalità), i veristici ritratti dei presenti, i piacevoli particolari veristici, tra cui la singolare lampada che pende dal soffitto.

IL RESTAURO
L’opera è stata dipinta ad olio su un supporto costituito da tre teli a trama diagonale, uniti da due cuciture orizzontali.
Le osservazioni preliminari al restauro hanno permesso di accertare uno stato di conservazione problematico, caratterizzato da difetti di tensionamento e dalla presenza di riprese pittoriche estesissime a carico della stesura originaria.
Il dipinto è stato a suo tempo foderato e montato su un telaio ligneo mobile nonché ridipinto e verniciato più volte, come ulteriori indagini hanno confermato.
In fase di restauro si è giudicato ancora valido l’intervento riguardante il supporto per cui si sono rispettati la foderatura preesistente e il telaio, riguardo al quale si sono attuate comunque le opportune operazioni di revisione e risanamento al fine di poter ottenere un tensionamento regolare, agendo sui giunti mobili della struttura lignea.
I saggi di pulitura hanno chiarito la composizione stratigrafica degli interventi succedutisi nel tempo. Il testo pittorico è risultato fondamentalmente integro benché usurato localmente a causa di puliture spinte e alterazioni materiche irreversibili prodottesi in fase di operazioni “conservative”, quali ad esempio energiche stirature della superficie.
La pulitura ha restituito un dipinto fresco nei toni e vaporoso nella stesura, qualità prima negate dalle pesanti riprese. Oltre a questo si sono potute osservare particolarità tecniche interessanti, quali la presenza di pentimenti, indice di una elaborata concezione dell’opera.
Il restauro si è concluso col ritocco puntuale delle parti consunte e, ove si erano prodotte delle lacune di profondità, specie nella parte superiore del dipinto, si è provveduto alla loro stuccatura e all’integrazione pittorica secondo i criteri di riconoscibilità e reversibilità.

(Restauratori Ginevra Pignagnoli e Lucio Zambon)