Future Forum 2014: Business games, e-commerce e new-coop

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Tre workshop pratici sullo sviluppo dell’impresa e di nuove idee per la promozione e la commercializzazione, ma anche un “allenamento” e una formazione per reagire alle situazioni più difficili o ancora gestire il passaggio generazionale. Si è sviluppato così il pomeriggio di giovedì al Future Forum 2014, con tre appuntamenti nella sede di Friuli Future Forum, di Confapi Fvg e nella Sala Economia della Cciaa.
Imparare l’impresa tramite un “business game”.
Simulare una realtà d’impresa nel lungo periodo, con l’utilizzo di un software specifico che condizioni le proprie azioni di gestione come se si vivesse una vita imprenditoriale vera e propria, cercando di compiere le migliori azioni di Csr, ovvero di responsabilità sociale d’impresa. Tutto questo non autonomamente, ma confrontandosi con altre realtà presenti sul mercato, che al tempo stesso sono gli altri interpreti della simulazione, ‘giocatori’ e competitor. È questa l’idea che sta alla base della “The business game S.r.l.”, nata nel 2012 come spin-off dell’Università di Udine dall’idea dell’ingegnere gestionale Alessio Bergamo, che sul progetto ha strutturato la sua tesi di laurea specialistica, e che per svilupparlo si è servito della collaborazione dell’associazione di promozione sociale Animaimpresa. «Il tema era quello di scoprire la corporate social responsability, e capire come viene declinata nelle aziende e come utilizzare la cosa tramite la simulazione. Animaimpresa mi ha dato supporto aiutandomi a contattare le aziende che avessero una visione più realistica del mondo del lavoro, è stata il contatto con la realtà». Una simulazione è stata messa in opera anche in occasione di Future Forum, nella sede di Friuli Future Forum, dove quattro gruppi di concorrenti si sono sfidati.
E-commerce e multicanalità per lo sviluppo dell’impresa.
Il processo di acquisto del consumatore-acquirente del futuro passerà attraverso la multicanalità e il mobile. Questo non solo per quanto riguarda gli acquisti effettuati on-line, ma anche per tutto il resto del mercato. L’utente si informerà in maniera social e condividendo opinioni di riferimenti che considera come “leader” indipendentemente dal canale di acquisto. In parte la tendenza si verifica già adesso, ma negli anni a venire assumerà proporzioni ancora più consistenti. Lo sostiene Mirco Cervi, consulente e formatore esperto di Pmi digitali, che ne ha parlato in un convegno tenutosi alla sede di Confapi Fvg. «I comportamenti dipendono molto dalla cultura dei rispettivi Paesi, e di conseguenza l’Italia ha un suo percorso, ma io studio un atteggiamento trasversale, valido per tutto il mondo. La globalità ci dice che a prevalere, nell’on-line come nell’off-line, sono le dinamiche social, il comportarsi come si comportano gli altri. L’atteggiamento di imitazione o emulazione è lo stesso che si verifica attualmente, solo che cambiano i canali, gli strumenti per informarsi». Uno dei mezzi di conoscenza di questo tipo sarà rappresentato sempre più dai social network:«I social sono e saranno importanti in questo senso. Quello che detta più ‘conversioni di acquisto’, cioè che condiziona l’utente, è Pinterest, seguito da Twitter e Instgram. Facebook ha altre qualità, ma non in questo settore».
Cooperative Workers BuyOut come risposta alla crisi aziendale.
Le cooperative Wbo (Workers BuyOut) come opportunità per salvare un’azienda da una situazione di crisi o garantire un passaggio generazionale dove non è possibile una trasmissione d’impresa di tipo familiare. Il tema, con tutti gli aspetti tecnici, è stato al centro del terzo workshop che ha animato oggi il Future Forum 2014, organizzato in collaborazione con Associazione Cooperative Friulane. A parlarne, introdotti dal vicedirettore Stefano Chiandetti , sono intervenuti Michelino De Carlo, responsabile dell’agenzia interna Inps di Udine, e Giorgio Candusso, della Federazione Bcc del Fvg, seguiti dalla presentazione di alcune case histories portate dall’Emilia Romagna da Mirco Coriaci, direttore Confcooperative Forlì-Cesena, e Simone Ferri, direttore Ce.se.co. soc. coop. di Forlì. Ma che come si arriva a una coop Wbo? In sintesi, con una serie di operazioni di tipo societario e finanziario finalizzate all’acquisizione di un’azienda (che viene definita azienda target) da parte dei suoi ex dipendenti, organizzati in una “newcoop”. Gli ex dipendenti acquisiscono dunque l’azienda o un ramo di essa e questa operazione può permettere una salvaguardia dell’occupazione, il mantenimento del know how e delle professionalità aziendali e l’applicazione del sistema incentivante della coop, verso una filiera corta d’impresa, in cui la “catena del comando” è decisamente più breve. Sono due, principalmente, i percorsi “scatenanti” della Coop Wbo: o nasce da un fallimento o procedure concorsuali conclamate, oppure nel caso di cessione concordata dell’azienda o di passaggio generazionale, quando non si ha una successione di famiglia. «Ma attenzione – ha avvertito Chiandetti –. La Wbo non è la panacea di tutti i mali, può essere però un’ottima opportunità se si presentano le giuste condizioni di mercato, di personale, finanziarie. Bisogna perciò meditare bene e studiare a fondo la situazione prima di partire e pianificare con cura l’operazione».

VENERDì 31, AL FUTURE FORUM. Come riaffermare il ruolo centrale della formazione e della scuola per le nuove generazioni? Come coinvolgerle nel processo di crescita e sviluppo del Paese? “La scuola di domani” sarà al centro dell’incontro di venerdì 31 ottobre al Future Forum, con unappuntamento , alle 11 in Sala Valduga, che comprenderà da un lato l’intervento di Adolfo Scotto Di Luzio, docente di Storia delle istituzioni scolastiche ed educative, Storia della pedagogia e letteratura per l’infanzia all’Università di Bergamo ed esperto dei problemi della scuola e dell’insegnamento, ma anche la presentazione di “Il futuro siamo noi”, un progetto sostenuto dalla Regione Fvg e con un accordo di rete promosso tra Istituti Superiori della provincia di Udine. Licei e istituti tecnici, scuole superiori dei diversi ordini di Udine e della sua provincia parteciperanno a un esperimento di progettazione partecipata nell’ambito del programma che l’Ocse sta elaborando per il capoluogo. Insieme alle analisi dei dati storici e congiunturali di sviluppo della città, insieme alle indicazioni che proverranno dai 180 stakeholder che rappresentano più di 40 gruppi di interesse e settori produttivi e sociali della città, gli analisti internazionali dell’Ocse valuteranno anche le attese, le idee, le ipotesi che emergeranno da centinaia di studenti non ancora maggiorenni – cui però appartiene il futuro a cui l’Agenda per Udine 2024 guarda.