Fvg-Cina: corregionali a Shanghai, qui tutto corre veloce

Shanghai, 7 dic – “Qui tutto corre veloce, il ritmo della
giornata, gli affari, le idee, pure i grattacieli: non c’era
quando sei andato a dormire e la mattina ti svegli che ha già le
fondamenta”.

Stefania Avon, nata a Trieste ma con un cognome che rivela le
origini di Solimbergo del nonno friulano, è una dei 3500
componenti la comunità italiana di Shanghai, formata per la gran
parte da giovani professionisti, manager, imprenditori, studenti
e ricercatori che hanno visto nella Cina, e in particolare nella
dinamica metropoli di Shanghai, l’occasione per crescere in un
ambiente competitivo che premia chi ha merito e trasforma quello
che altrove sarebbe un piccolo risultato in un grande, spesso
enorme, virale e potente successo.

Stefania, laurea in Studi cinesi alla Ca’ Foscari di Venezia, è
una manager del ramo cinese di Illycaffè, formatrice e docente
dell’Università del Caffè.
“Sono partita attratta dal confronto con una cultura millenaria e
ho trovato una realtà che non mi ha fatto rimpiangere la vita
‘lenta’ che ho lasciato; oggi posso dire che porto ‘addosso’
un’identità friulana e giuliana anche più forte e consapevole:
prima di venire qui la percepivo talvolta come un peso, adesso è
una sorta di ponte che si può attraversare dalle radici, che
poggiano in Friuli Venezia Giulia, fino all’altro capo, nella
sfidante e mai sazia Shanghai”.

Assieme ad altri esponenti della comunità italiana in Cina
Orientale, tra cui Matteo Ros, giovane presidente del Fogolâr
furlan di Shanghai e Carlo Leopaldi, già dirigente del Lloyd
Triestino e presidente della sezione dei Giuliani nel mondo,
Stefania Avon ha incontrato la presidente della Regione, Debora
Serracchiani, nel corso del ricevimento organizzato dal Console
generale di Shanghai, Stefano Beltrame, in onore della
delegazione del Friuli Venezia Giulia in missione
economico-istituzionale.

“Una comunità di corregionali che mi ha colpito per capacità,
intraprendenza e coesione e che ringrazio a nome del Friuli
Venezia Giulia e del mio Paese per essere testimoni di quel
‘saper fare’ e di quell’eccellenza di cui troppo spesso a casa
nostra siamo inconsapevoli: viste da qui l’Italia e la mia
regione sono piccole ma estremamente speciali e attrattive”, ha
affermato Serracchiani nella breve cerimonia di consegna di
attestati del Fvg, il primo dei quali, la medaglia della Regione
autonoma, è stato donato al Console generale, “con gratitudine
per l’impegno profuso affinchè la nostra regione cogliesse le
migliori opportunità di parternariato e sviluppo nelle relazioni
con Shanghai”, ha detto Serracchiani.

Il Fogolar di Shanghai – di cui Ros, una carriera professionale
iniziata in Danieli e ora manager in una società cinese, è
presidente dal 2016 – conta una sessantina di iscritti.
“Nonostante il poco tempo libero a disposizione, ci impegnamo a
promuovere un programma di attività che comprende soprattutto
eventi di presentazione enogastronomica, ma l’obiettivo è
coinvolgere più membri attivi e ampliare il raggio delle
proposte, l’interesse qui è alto per tutto quello che è made in
Italy”, spiega Ros.

Nelle testimonianze dei corregionali presenti alla serata
conviviale – per la gran parte una giovane generazione – c’è un
filo comune: si sentono tutti avamposto di una comunità, quella
italiana ma anche quella regionale, che sfrutta ancora troppo
poco i vantaggi della mobilità.

“Quando i miei compagni di liceo di Udine hanno saputo che sarei
partita per frequentare con il programma Intercultura il quarto
anno in un collegio nel nord della Cina, senza sapere una parola
della lingua, hanno pensato che scherzassi”, racconta Elena
Mussimano, ventenne che oggi frequenta la facoltà di Architettura
della Tongji University, uno degli atenei più prestigiosi della
Cina.

“Il primo giorno l’impatto con la città molto inquinata del nord,
Shijiaunuang Hobei, è stato in effetti molto duro: il collegio
che mi ospitava, con coprifuoco tassativo alle nove, aveva le
grate alle finestre, telecamere di controllo ovunque e in ogni
piano un adetto alla vigilanza. Ma io ho spirito d’adattamento e
oggi a chi mi chiede se lo rifarei, rispondo mille volte: oggi
vivo a Shanghai e sono felice”.

Elena condivide spesso con la giovane comunità internazionale la
briosa vita notturna di Shanghai, frequenta talvolta il
ristorante friulano per eccellenza, il “Mandi Mandi”, “ma di
giorno – rivela – non sono ammesse distrazioni”.

“L’università sottopone gli studenti cinesi a una spietata
selezione: con me studiano ragazzi che per rendimento sono nella
media e in un ateneo italiano sarebbero considerati eccellenti.
Alle lezioni, che almeno per due giorni a settimana iniziano alle
8 e continuano non stop fino alle 20, non vola una mosca; se si
sostiene un esame e il voto è insufficiente non sono previsti
appelli e si è costretti a ripetere l’intero corso”, racconta la
giovane friulana”.

“Di noi occidentali sono molto curiosi: più che imitare, c’è il
desiderio di carpire quanto più possibile per poi riproporlo in
modo cinese: il senso patriottico è altissimo e indiscutibile. In
questo processo almeno noi italiani prendiamo consapevolezza
delle nostre capacità e del nostro valore: io confesso di avere
‘scoperto’ alcuni capisaldi del made in Italy qui in Cina”,
spiega Elena.

Il processo di alta selezione non ha impedito, ma anzi ha
favorito, molti corregionali di talento nel consolidamento di
posizioni esecutive.

A Shanghai, del resto, ha sede il maggior numero delle 2000
aziende italiane in Cina; oltre 600 imprese, attive
principalmente nei settori della meccanica (Ansaldo Energia,
Bonfiglioli, Camozzi, Danieli, Finmeccanica) e dell’automotive
(Ferrari, Maserati, Alfa Romeo, FCA, Pirelli, Magneti Marelli,
Brugola, CNH Industrial, Comau) e proprio in tre di questi grandi
gruppi hanno fatto carriera due friulani: Mirko Bordiga,
bocconiano nato a Buia e amministratore delegato di Alfa Romeo e
Maserati China e il tarcentino Loris Coianiz, ad di Danieli
Changshu Metallurgical Equipment.

Nella serata in onore della delegazione del Friuli Venezia Giulia
in Cina si sono appuntati sulla giacca la pin con l’aquila della
Regione e, pur senza struggente nostalgia, rivelano di pensare
spesso al Friuli.

“Qui c’è il mercato più sfidante del mondo, c’è l’energia e
l’opportunità di crescita che mi ha permesso in una ventennale
carriera risultati importanti, ma certo mi manca sempre qualche
aspetto del Friuli; ogni tanto una bella passeggiata sul Cuarnan,
per esempio”, racconta Bordiga.

“Da più di vent’anni giro il mondo per lavoro e ne ho tratto
sempre grande soddisfazione: le radici e la sensazione del
rientro a casa, però, sono sempre uno dei grandi piaceri”,
commenta Coianiz, che proprio da poco ha scelto una vita “da
pendolare”, tra la famiglia che ora vive a Tarcento, suo paese
d’origine, e l’impegno ai vertici dell’azienda friulana Danieli
in Cina.
ARC/EP/ppd

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