Giornata mondiale dell’acqua: CeVi, serve una nuova modalità di gestione

acquaQuanto mai attuale è il tema della Giornata mondiale dell’acqua 2012: L’acqua non solo fonte di vita ma anche bene essenziale per la produzione di cibo! Il diritto umano all’acqua è strettamente legato al diritto all’alimentazione. Ciascuno di noi ha bisogno di bere da 2 a 4 litri d’acqua ogni giorno. Ma occorrono da 2.000 a 5.000 litri d’acqua per produrre l’alimentazione giornaliera di una persona.

E’ questa grande quantità di acqua, essenziale alla vita, che sempre più spesso è soggetta a forti squilibri uno dei più gravi tra questi è la siccità! E quella in corso in Friuli Venezia Giulia è una delle più gravi degli ultimi decenni. I cambiamenti climatici hanno stravolto i ritmi e le quantità delle precipitazioni

Il CeVI nelle attività di cooperazione internazionale legate all’acqua opera da anni con gli agricoltori brasiliani i quali ogni anno affrontano l’incertezza dell’arrivo delle piogge per poter seminare il mais e le altre colture. Il CeVI sostiene anche l’attività dei Comitati per l’acqua della periferia della città boliviana di Cochabamba dove l’acqua non arriva e le autobotti sono un mezzo molto familiare agli abitanti di quei quartieri.

“Non avremmo mai pensato – afferma il Presidente del CeVI Piero Imbriaco – di trovarci in Friuli problemi analoghi, ovvero agricoltori che non possono seminare nella terra polverosa e le autobotti che hanno iniziato a circolare nelle nostre strade portando acqua potabile nei paesi dove già inizia a mancare.”

“In queste terre ricche d’acqua – continua il Presidente del CeVI – siamo sostanzialmente impreparati ad affrontare lunghi periodi di siccità e qualcosa potremmo imparare da coloro che invece vi convivono da sempre come ad esempio le famiglie delle zone rurali del brasile. Con esse da anni stiamo promuovendo la costruzione di cisterne per l’accumulo dell’acqua piovana per il suo utilizzo domestico e per piccoli appezzamenti agricoli. Perchè non farlo anche da noi? Perchè non prevedere in ogni casa, una cisterna per il recupero dell’acqua piovana?”

L’acqua è un diritto umano e bene comune, va gestita in modo partecipato risparmiandola e proteggendo le sorgenti, i bacini idrografici e quei grandi serbatoi naturali che stanno sotto i nostri piedi e che sono le falde freatiche.

Questi scenari di crisi idriche sono previsti ormai da anni ed è bene che ci prepariamo ad affrontarne altri in futuro; il rischio è quello di trovarci a confliggere per l’uso dell’acqua a metterci in concorrenza per utilizzarla! Chi deciderà infatti se privilegiare l’acqua per l’agricoltura, per il minimo deflusso vitale dei fiumi che alimenta anche le falde oppure lasciarla nei bacini per la produzione di energia elettrica? Basta un tavolo tecnico come quello promosso in questi giorni dalla Regione?

Serve oggi una nuova modalità di gestione partecipata tra le istituzioni e i cittadini, il recente referendum ha parlato chiaro: i cittadini sui beni comuni e in primis sull’acqua vogliono esserci e contare!

Lascia un commento