Giro 2011: Crostis, perchè no?

contador no crostis

”Noi non abbiamo preso nessuna decisione ufficiale. Nel gruppo se ne parlava, a quanto mi risulta non c’e’ stata nessuna richiesta da parte delle squadre. E’ stata una decisione soltanto del presidente di giuria”. Il giorno dopo l’annuncio della modifica del percorso della 14/a tappa, da Lienz a Monte Zoncolan, infuriano le polemiche al Giro d’Italia e il presidente della Liquigas Sport, Paolo Dal Lago, spiega cosi quanto accaduto. La decisione della giuria, e dunque della Federazione internazionale (Uci), di vietare il Monte Crostis e’ arrivata soltanto ieri sera e ha colto tutti di sorpresa. La direzione di corsa e’ stata costretta ad adeguarsi, ma controvoglia. ”Abbiamo appreso – ha detto Dal Lago – che il problema era che i corridori non potevano essere seguiti dalle ammiraglie e dal supporto tecnico, comprese anche le ammiraglie. E quindi passare sul Crostis era assolutamente impossibile. Noi non siamo ne’ a favore ne’ contrari a questa decisione, ma egoisticamente, avendo il piu’ forte discesista in squadra (Nibali, ndr), avremmo avuto un vantaggio a passare per il Crostis. Ma in tutto questo si e’ poco parlato della sicurezza dei corridori, che a noi e’ la cosa che sta piu’ a cuore. I tracciati stanno diventando sempre piu’ esasperati”. Aveva molto fatto discutere la pericolosita’ della discesa del Crostis, molto ripida e stretta. Gli organizzatori avevano messo in sicurezza il percorso piazzando nei tratti piu’ rischiosi reti di protezione e 300 materassini. C’era stata piu’ di una riunione tecnica da marzo in poi, le squadre sapevano che le loro ammiraglie non avrebbero potuto seguire i corridori. Anche l’associazione dei corridori aveva dato il suo ok. Prima del via oggi il presidente della giuria, Thierry Diederen, ha fatto i complimenti agli organizzatori per il lavoro fatto, ”ma e’ venuto fuori un problema di sicurezza sportiva – ha ripetuto – e secondo i direttori sportivi era proprio quella la cosa piu’ importante”. Naturalmente la Rcs Sport, che organizza il Giro, non ha preso bene la decisione. ”E’ una brutta figura del ciclismo – ha chiosato il direttore generale Michele Acquarone – Per noi ci sono sempre i tifosi al centro, questa e’ una mancanza di rispetto nei loro confronti. Abbiamo avuto molti messaggi di protesta. Nei momenti di emergenza come a Livorno i tifosi hanno capito, qui no. Per la sicurezza del Crostis abbiamo lavorato un anno, i team sapevano da ottobre che le ammiraglie non avrebbero potuto passare. Qui c’e’ malafede da parte di qualcuno. In questa storia noi siamo la parte lesa”. ”E’ una decisione grave e immotivata. Abbiamo lavorato per niente”, ha ripetuto il direttore del Giro Angelo Zomegnan. Certo il tragico incidente di Wouter Weylandt – il ciclista belga morto il 9 maggio scorso per una caduta prima dell’arrivo della terza tappa a Rapallo – puo’ aver influito sulla decisione. ”Mi sembra una decisione sensata”, ha detto la maglia rosa Alberto Contador prima della partenza. Ma certo il dubbio che dietro ci siano anche questioni politiche e qualche pressione dai team che contano resta. Specie dopo le polemiche sull’uso delle radioline e la minaccia dei grandi team di dare vita a un circuito alternativo. Dubbi e perplessita’, come per la decisione di sconfinare in Austria. ”E’ curioso – ha concluso Dal Lago – che si sia deciso di passare per l’Austria proprio nel Giro dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia”.

Alle 16 ancora un colpo di scena in questa quattordicesima tappa del Giro d’Italia, da Lienz in Austria al Monte Zoncolan. Il percorso, inizialmente di 210 km, ieri era ridotto a 190 per la decisione della giuria di annullare il Monte Crostis. Durante la corsa prima l’annuncio del ‘declassamento’ del Tualis, inizialmente valida per gran premio della montagna, poi quello della cancellazione di un tratto, da Tualis e Ravascletto. Per cui la tappa di fatto si e’ ridotta di un’altra quindicina di chilometri. Tutto questo sembra sia dovuto alle minacce dei tifosi del Crostis, che si erano messi in prossimita’ del Tualis con striscioni di protesta e che minacciavano addirittura di bloccare la corsa.

”La cancellazione del Monte Crostis dal percorso della tappa odierna del Giro d’Italia, Lienz-Monte Zoncolan e’ una scelta che dobbiamo rispettare ma che davvero non comprendiamo”. Lo afferma i una nota il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani. ”La Regione – prosegue Ciriani – ha fatto uno sforzo incredibile facendo il massimo per permettere che il Giro passasse dalle nostre strade. Comunque, questa vicenda non ha rovinato la grande festa che ha visto protagonista la nostra gente. Con questo trittico di tappe abbiamo scritto una pagina storica dello sport e del ciclismo. Non era infatti mai successo prima – conclude – che il Giro d’Italia si fermasse tre giorni in regione”.

”Mi sarebbe piaciuto vincere, questa e’ una salita che conosco bene, l’ho fatta tante volte. Se ci fosse stato il Crostis sarebbe stata una tappa diversa”. Vincenzo Nibali ieri era molto deluso, oggi il suo umore e’ completamente diverso. Il cambiamento del programma lo ha penalizzato, nella micidiale discesa del monte che e’ stato cancellato avrebbe potuto recuperare su Alberto Contador. ”Per me comunque oggi rimane una tappa particolare – dice – Mi sentivo bene e i compagni mi hanno aiutato. E’ difficile recuperare i tre minuti su Alberto, con uno come Szmyd al mio fianco sarebbe stato diverso, ma lui non sta ancora bene. In ogni caso io non mi sono mai perso d’animo”. Nella prima parte dei dieci chilometri della salita dello Zoncolan e’ andato su regolare, nella seconda ha accelerato. ”Purtroppo – spiega – Anton era gia’ troppo avanti, ho cercato di fare il possibile”. Lo scatto di Contador c’e’ stato ancora una volta, ma Nibali oggi ha resistito bene. ”Io non sono uno scattante, sono un passista regolare, sono fatto cosi’. Ieri ero deluso, oggi e’ un altro giorno, domani sara’ un altro ancora. E magari Contador potrebbe anche andare in crisi. La condizione da parte mia c’e”’. Nel finale Nibali e Contador si sono parlati. ”Gli ho chiesto se mi dava il cambio, ma non me l’ha dato. Io al suo posto gliel’avrei dato. E’ stato poco rispettoso, ma ognuno e’ libero di fare quello che vuole. I fischi ad Alberto? Forse era per il Crostis ma lui non c’entra, la colpa e’ dell’Uci. Con quella discesa sarebbe stato diverso, pero’ non so se valeva la pena rischiare per mettere in difficolta’ Contador”. Lo spagnolo passa la sua quinta giornata in rosa tra pioggia, grandine, freddo e fischi. ”E’ stata una tappa molto dura, il ritmo era molto alto. Lo scatto finale su Nibali? Era importante guadagnare altri secondi per Milano, Vincenzo andava veramente forte, ho una grandissima considerazione nei suoi confronti, e’ un grande. Un giorno incredibile, una tappa straordinaria. Lui qui e’ a casa, e’ normale che la gente sia tutta per lui. Il Crostis? Sarebbe stata una tappa diversa, avreste visto molti piu’ tentativi di fuga”. Dopo l’arrivo, per il trasferimento a Conegliano da dove partira’ la tappa di domani, Contador e’ salito sull’elicottero offerto dal direttore del Giro, Angelo Zomegnan. Molto contento Igor Anton: ”L’unico modo per battere Contador era pensare solo alla salita, tenere un corridore come lui dietro e’ una grande soddisfazione ma lui e’ il piu’ forte e il piu’ intelligente e penso che non sarebbe serio da parte mia pensare di poter vincere il Giro. Pero’ al podio perche’ no?”. ”Nella salita finale non sapevo i distacchi, continuavo a voltarmi – racconta lo spagnolo – gli ultimi metri sembravano eterni, e’ stato un calvario. Lo Zoncolan per me e’ mitico. L’avevo visto solo in tv, sapevo che qui avevano vinto campioni come Simoni e Basso. E poi c’e’ Pantani che resta sempre un mio idolo”. ”E’ la vittoria piu’ importante della carriera. Sognavo di vincere qui, l’ho cercato e voluto, ma penso che cerchero’ di vincere ancora”, ha concluso lo spagnolo.

”Il Crostis? Dal punto di vista della sicurezza sportiva era molto peggio lo Zoncolan. Di chi e’ la colpa del cambiamento di programma? Dei poteri finanziari forti, ma ce l’ho anche con qualcuno che va in bici”. E’ un fiume in piena Enzo Cainero, ex calciatore ed ex candidato a sindaco di Udine, dirigente sportivo e organizzatore della tappa di oggi. Lui e’ il piu’ arrabbiato della decisione dell giuria di annullare il Monte Crostis. ”Me l’hanno comunicato alle nove e quindici di ieri sera, ma come si fa! Ho lasciato 140 uomini su in baita per fare il cordone umano. Hanno tutti lavorato come matti, anche il primo maggio. Quanti uomini al lavoro? 150 a turno”. ”La vera motivazione di questo annullamento lo conoscete tutti. Il problema che siamo subordinati ai poteri finanziari forti – accusa lo zio dell’olimpionica del tiro a volo Chiara Cainero -. Quando finira’ questo Giro faro’ nomi e cognomi. Mi scuso della decisione presa oggi in corsa, temevo incidenti. Sapevo che i tifosi erano arrabbiati, c’erano anche uomini della polizia. I fischi al traguardo a Contador? Erano niente in confronto ai tifosi che c’erano sul Tualis. Le scritte contro Contador e il suo team manager Riis? Era il minimo, sono stati buoni. Io ho rivolto loro un appello, gli ho detto: ‘Non bloccatemi il Giro, non fatemi questo”’. Poi promette: ”Vuol dire che sul Crostis organizzeremo un grande evento con le Frecce Tricolori”. Anche per Roberto Damiani, team manager della Lampre, la decisione di annullare il Crostis e’ assurda. ”Abbiamo fatto discese piu’ pericolose. Ma quale sicurezza sportiva! Sullo Zoncolan le ammiraglie stavano a 7-8 minuti dai corridori… Il Crostis si poteva fare in tutta sicurezza”. Durissimo anche un grande del passato come Moreno Argentin. ”Questa e’ una guerra tra poteri – dice -. Tra Uci e organizzatori. La federazione fa la parte del leone poi scarica la responsabilita’ usando le sue pedine. I ‘burattinai’ stanno in alto. Ma l’Uci e’ fatta da gente che viene eletta, e che non risponde alla base”. Diverso e’ invece l’opinione del n.1 della Geox Mario Moretti Polegato. ”Sono d’accordo con questa decisione, lo sport deve essere sport e non ci devono essere pericoli”.

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