Gorizia: Bergonzoni al Teatro Verdi – 31 gennaio 2013

bergonzoniUn autore che in scena può far scomparire in un attimo il senso comune e sostituirlo con panorami fino a oggi impensabili, un affabulatore che non ha imitatori proprio perché non si ferma di fronte al linguaggio, ma vi si immerge fino a vivisezionarne i concetti fondanti. Questo è Alessandro Bergonzoni, il comico bolognese che giovedì sera (20.45) porterà al Giuseppe Verdi di Gorizia “Urge”, spettacolo (di e con Alessandro Bergonzoni) che da ormai due anni sta affascinando i teatri italiani. Appuntamento che nel capoluogo isontino sarà anche all’insegna della solidarietà, visto che su iniziativa del Comune di Gorizia l’ingresso allo spettacolo sarà gratuito per le persone in condizioni di bisogno sociale individuate grazie al coinvolgimento delle associazioni operanti nell’area del disagio economico. Iniziativa, inoltre, che sarà abbinata a quella riguardante gli abbonati alla stagione artistica 2012/2013, che potranno entrare al prezzo cortesia di 1 solo euro.
Un artista fuori dagli schemi e dalla retorica Alessandro Bergonzoni, anarchicamente comico, ma questa volta sicuramente molto più polemico e metafisicamente critico verso la realtà che quotidianamente ci soffoca. Un allestimento che già dal titolo, Urge, vuole chiaramente segnalarci un’allerta, una necessità artistica senza sosta e senza indugi. Ma cosa Urge a Bergonzoni? Sicuramente segnalarci delle differenze che se trascurate possono realmente cambiare il senso delle cose, come quella tra sogno e bisogno. Ma anche dimostrare che la comicità è fatta di materiali non solo legati all’evidente o al rappresentato. E soprattutto mettere sotto i nostri occhi il suo “voto di vastità” un vero e proprio canone artistico che lo obbliga a non distogliere mai gli occhi dal tutto. Un tutto composto dall’enormità e dall’invisibile, onirico, sciamanico e trascendentale. E in questo tutto è essenziale quindi anche lo spazio scenico, firmato sempre da Bergonzoni, che firma anche la regia in collaborazione con Riccardo Rodolfi. “Urge” quindi verificare dalla platea questa ulteriore e necessaria scrittura comica di quello che senza dubbio è uno dei più originali artisti contemporanei.
Uno spettacolo che diverte e apre la mente. Il giorno successivo ricorderete solo tre o quattro delle infinite battute della sera prima, ma non temete, al momento giusto, quando meno ve lo aspettate, ve ne torneranno in mente altre, per regalarvi improvvise risate. Insomma, “urge” vedere questo spettacolo e, possibilmente, recuperare i precedenti lavori di questo imprevedibile artista.
Urge è per gente pronta a sentire cose diverse dalla perdita di intelletto, di cultura, di anima che c’è in giro. Diverse dai direttori di rotocalchi patinati che diventano giornalisti e raccontano la storia del mondo, quello che io chiamo teppismo culturale. Oggi la sedazione uccide: urgono sogni – che non sono l’auto nuova, la barca, quelli sono bisogni non sogni. Urge profondità. (La Repubblica)

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