In memory, cimiteri per animali: presentata anteprima documentario video

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“Grazie del tuo amore”, “Ciao angioletto”, “Il principe dorme qui”. Sono alcune delle tenere frasi riportate sulle lapidi degli amici a 4 zampe scomparsi e sepolti nei cimiteri degli animali come quello di Cassacco, fondato negli anni ’80, tra i primi in Italia. A Toby, Pepy, Nuvola, Milla, Tito, Shanina le famiglie che li hanno cresciuti e coccolati dedicano ancora cure e amore, anche dopo la vita: puliscono le cornici con le foto commemorative, riempiono teche coi loro giochi, peluche, ossi, girandole colorate, riservano una preghiera o un pensiero. Le loro commoventi testimonianze sono raccolte nel documentario “In Memory”, realizzato da un gruppo di lavoro di ricercatori friulani coordinati dalla cooperativa Varianti di Udine.

Il documentario
Girato nei Pet Cemeteries di Roma e del Friuli, presto lo studio – che ha ottenuto il contributo del Fondo per l’Audiovisivo del Fvg – si amplierà alle pratiche e ai riti dei cimiteri di Parigi, Londra e Tokio. “Diventa un parente a tutti gli effetti”, raccontano tutti gli intervistati nel promo, presentato in anteprima europea venerdì sera al Cat Cafè di Martignacco, alla presenza degli autori. La presidente di Varianti, Sabrina Tonutti, assieme alla troupe del documentario, ha recentemente presentato il progetto – unico in Europa – al Macro Testaccio di Roma in occasione del Festival#Animali organizzato dall’Enpa nazionale.

Fiori, giocattoli e foto per elaborare il lutto
“Il fenomeno crescente dei pet cemeteries riflette la necessità di trasferire la dimensione del lutto per l’animale familiare da privata a sociale, con relativi riti e cerimonie d’addio – spiega Tonutti -, di legittimare la perdita e il lutto. Quando ci lascia un cane, un gatto o un caro animale domestico che ha vissuto con noi per anni come “uno di famiglia”, il dolore è incolmabile. Perciò si sente il bisogno di mantenere la sua memoria con una tomba, una lapide con un epitaffio, degli omaggi che ricordino quanto quel legame sia stato importante, esclusivo, ricco d’amore”. Piccoli gesti d’affetto come fiori freschi, giocattoli, foto, danno la dimensione del ricordo e della relazione che ancora permane, nonostante la separazione. Ed è una pratica che apparteneva anche ai nostri avi, come dimostrano le palline da tennis tanto amate dal cane Harry, collocate sulla sua tomba in una boccia, o l’osso al cane defunto, disposto in una tomba di quasi due millenni fa, nell’antica Roma. “Attraverso gli incontri e i colloqui che abbiamo fatto – aggiunge Tonutti – sono emersi legami e relazioni fra episodi distanti, ma simili nelle dinamiche e nelle emozioni, che ci hanno permesso anche di indagare le vite delle persone, disegnare percorsi emotivi, sublimare in positivo un momento doloroso come quello del ricordo di un animale compagno”.

I Pet cemeteries all’estero
“In Memory” vuole restituire al pubblico la profondità storica del fenomeno, andando a raccontare l’affascinante sviluppo dei cimiteri per animali a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, grazie a quei monumenti sopravvissuti che sono i primi e più antichi cimiteri dell’età moderna: il pet cemetery di Hyde Park a Londra, sorto nel 1880, Le Cimetière des chiens d’Asnières-sur-Seine, aperto a Parigi nel 1899, e il Cimitero di Casa Rosa, fondato a Roma nel 1923. “Sfatiamo il pregiudizio che il fenomeno degli animali di affezione sia retaggio di una cultura occidentale opulenta che può permettersi di crescere un animale solo per fruizione affettiva, e non per necessità. Invece è un fenomeno che non caratterizza solo la nostra civiltà: in Amazzonia, ad esempio, una popolazione adotta i cuccioli degli animali cacciati e divide con loro lo scarso cibo raccolto. La nostra società è virtuosa nelle cure parentali: crescendo cuccioli non autonomi abbiamo sviluppato propensione a curare i piccoli, in generale”.

Sensibilizzare i giovani a scuola
In futuro il documentario, grazie a un’operazione di crowdfunding avviata da Varianti, sarà allungato e ulteriormente approfondito per poter essere fruibile a un pubblico più vasto, in primis le scolaresche, anche per sensibilizzare sulla relazione con gli animali, familiari e non, e sulle esigenze, sempre più sentite da parte dei proprietari di animali, di spazi dove seppellire i loro compagni: in Italia, infatti, il quadro normativo è scarsamente definito, pur di fronte a una manifesta esigenza. Se già perdere l’amico animale è doloroso, altrettanto difficile diventa poi capire, e decidere, come e dove salutarlo.