“La nostra autonomia ha dimostrato e dimostra la propria virtuosità. Non andrà barattata con nulla. La specialità deve poter imprimere un nuovo impulso economico alla nostra Regione”

Fontanini alla presentazione del libro “1976-2056. Il Friuli prossimo venturo”.
“La nostra autonomia ha dimostrato e dimostra la propria virtuosità. Non andrà barattata con nulla. La specialità deve poter imprimere un nuovo impulso economico alla nostra Regione”.

“Se si vorrà contrastare davvero il neocentralismo e lo svuotamento di poteri sottratti alle amministrazioni più vicine ai cittadini per conferirli agli organismi centrali, il perno si chiama cultura dell’autonomia che io immagino declinata come capacità istituzionale e di autogoverno responsabile, sul piano politico, amministrativo, di gestione delle risorse, come valorizzazione e sintesi di un capitale sociale e territoriale culturalmente composito”. Questa la strada indicata dal presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, per il futuro del Friuli nell’intervento incluso nella pubblicazione “1976-2056. Il Friuli prossimo venturo. Prospettive e speranze per i futuri 40 anni della Patria” a cura di Daniele Damele (per le edizioni Forum) presentata nei giorni scorsi ad Aquileia. Una pubblicazione realizzata in occasione del quarantesimo anniversario del terremoto e che racchiude quaranta interventi, di altrettante personalità friulane, in risposta alla domanda “Cosa sarà il Friuli tra 40 anni?”, risposte attraverso le quali si cerca di dare una lettura al futuro della nostra regione. Moniti, appelli, ricordi ma anche analisi e consigli alla ricerca di spunti interessanti che, a partire da quei valori fondanti emersi in seguito alla tragica esperienza del 1976, ci aiutino a immaginare come sarà questo territorio. “La nostra autonomia ha dimostrato e continua a dimostrare la propria virtuosità – ha ribadito Fontanini -. Non andrà barattata con nulla nei prossimi anni. Le ragioni storiche ed attuali della nostra autonomia, che stanno a fondamento del ‘modello Friuli’, devono restare saldamente unite alla caratteristica ineludibile della nostra collocazione geopolitica e delle nostre risorse linguistiche, strumenti imprescindibili per arginare gli attuali e futuri attacchi contro la specialità in momenti storici in cui l’icona delle autonomie e del regionalismo nel suo complesso è messa in discussione. La specialità deve poter imprimere un nuovo impulso economico alla nostra Regione, portando avanti con determinazione la valorizzazione del pluralismo linguistico e culturale”.

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