Lignano: incontri con l’autore e il vino. Stefano Zecchi

Stefano Zecchi, editorialista
E’ possibile dimenticare un grande amore per trovare la propria felicità? Tutto acquista nuovi contorni e nuovi presupposti, quando la propria bussola esistenziale viene sconvolta da un destino che disegna confini “altri” sulla carta geografica e da una storia personale che si intreccia inestricabilmente alla grande Storia d’Europa. “Rose bianche a Fiume”, l’ultima prova narrativa di Stefano Zecchi (Mondadori), offre il racconto e la parabola esemplare di due destini piccoli e fragili, eppure grandi perché portano sulle spalle la parabola di un secolo intero, il Novecento, e la sua eredità da non dimenticare. Il docente di estetica Zecchi cede il passo alla sua vena autoriale per dipanare una storia ‘matrioska’ che ne contiene potenzialmente altre mille: tutte quelle che si sono mescolate del Novecento e negli anni drammatici del secondo dopo Guerra, mentre l’Europa ridisegnava i suoi confini. Sarà un dialogo intenso e certo coinvolgente quello che si svilupperà intorno a “Rose bianche a Fiume” giovedì 2 luglio a Lignano (ore 18.30 Palapineta) per l’edizione 2015 degli “Incontri con l’autore e con il vino” promossi dall’Associazione Lignano nel terzo Millennio per la cura artistica dello scrittore Alberto Garlini. Alla presentazione del libro, come sempre, si intrecceranno i profumi e i sentori di un grande vino, in questo caso proposto dall’azienda Scolaris, selezionato e raccontato dall’enologo Giovanni Munisso. In dialogo con Alberto Garlini, Stefano Zecchi racconterà dunque il suo protagonista, Gabriele, che accetta un invito inatteso e torna nella sua Fiume dopo che la Jugoslavia si è dissolta. E a Fiume Gabriele ritroverà il senso perduto della propria vita. La famiglia, il padre, l’impegno politico, il grande amore che ha continuato a solcare la sua esistenza riaccendono le luci sui momenti più appassionanti e drammatici della sua storia. Rose bianche a Fiume è un romanzo struggente, ricco di colpi di scena eppure capace di soffermarsi con sguardo vigile e acutissimo su una delle più orribili lacerazioni del nostro tempo. Stefano Zecchi narra l’avventura di un uomo e di una donna illuminati da radiose speranze e poi costretti a percorrere fino in fondo il cammino della disillusione. Due destini piccoli e fragili, eppure grandi perché portano sulle spalle la parabola di un secolo intero, il Novecento, e la sua eredità da non dimenticare. Ingresso libero

Stefano Zecchi (Venezia, 18 febbraio 1945), insegna Estetica all’Università degli Studi di Milano. Romanziere, saggista ed editorialista, tra i suoi libri ricordiamo: Fenomenologia dell’esperienza (1972), Utopia e speranza nel comunismo (1974, nuova edizione 2008), La fenomenologia dopo Husserl nella cultura contemporanea (1978), La fenomenologia (1983),La magia dei saggi (1983), La fondazione utopica dell’arte (1984), La bellezza (1990), Verso dove?(1991) e, per Mondadori, Sillabario del nuovo millennio (1993), Il brutto e il bello (1995), L’artista armato (1998), Capire l’arte (1999),L’uomo è ciò che guarda. Televisione e popolo(2005), Le promesse della bellezza (2006), e i romanzi Estasi (1993), Sensualità (1995, premio Bancarella 1996), L’incantesimo (1997), Fedeltà(2001, premio Grinzane Hanbury 2002), Amata per caso (2005), Il figlio giusto (2007), e Quando ci batteva forte il cuore (2010, premio Acqui Storia, 2011 e premio delle Biblioteche di Roma).