Malborgetto: Dal cristallo alla valanga

cristallo
Sabato 14 novembre a Malborghetto, Valbruna (UD) si terrà il IX Convegno di meteorologia “Dal cristallo alla valanga, la neve senza confini” si parlerà di neve e cambiamenti climatici, delle nevicate abbondanti dello scorso anno e di temi di grande attualità come le valanghe. In allegato il comunicato stampa con il programma dettagliato del convegno e l’invito con preghiera di pubblicazione.

La splendida Valbruna, tra le montagne delle Alpi Giulie, farà da cornice sabato 14 novembre 2009 alla IX edizione del convegno di meteorologia che l’UNIONE METEOROLOGICA del FRIULI VENEZIA GIULIA – ONLUS (UMFVG) organizza come di consueto. “Dal cristallo alla valanga, la neve senza confini” il titolo di un evento che, senza confini appunto, ospiterà relatori anche dalle vicine nazioni slovena ed austriaca e dal Veneto. L’argomento di questa edizione sarà infatti quello più amato da tutti gli appassionati di climatologia e meteorologia, la neve. Nella sala conferenze di Palazzo Veneziano a Malborghetto tra le 10 e le 16.30, si alterneranno tecnici ed esperti del settore per percorrere un sentiero virtuale che inizierà con l’esplorazione dei microscopici processi di formazione dei piccoli cristalli di neve, per finire con le più violente manifestazioni nevose, le valanghe. In corrispondenza del convegno, a contorno di una due giorni che si prospetta di assoluto rilievo, si terrà anche un grande “METEORADUNO” organizzato dall’Associazione Meteotriveneto-M3V al quale contribuirà e parteciperà anche l’UMFVG.

Coordina il convegno Fabio Pagan

Programma della mattina
ore 9.00
Apertura iscrizioni (GRATUITE)
ore 10.00
Saluto delle autorità
ore 10.30
Fulvio Stel
(ARPA/UMFVG)
“Candide vergini: il fiocco di neve dal mito alle moderne teorie che
cercano di spiegarlo”
ore 11.00
Livio Stefanuto
(OSMER ARPA)
La neve nell’inverno 2008-2009: quanta e perché
ore 11.30
Franz Stockinger
(ZAMG Klagenfurt-Karnten)
L’andamento storico delle nevicate in Austria e Carinzia e l’eccezionale stagione invernale
2008/2009
ore 12.00
Tanja cegnar
(ARSO Slovenija)
I cambiamenti climatici e la neve in Slovenia
12.30-14.30
Pausa pranzo
Programma del pomeriggio
ore 14.30
Anselmo Cagnati
(ARPAV – DRST – Centro Valanghe Arabba)
Cambiamenti climatici, innevamento e impatto sulle valanghe
ore 15.00
Alessio Fabbricatore
(Direttore Responsabile della rivista “Il Soccorso Alpino Speleosoccorso”)
” Il rischio valanghe nell’attività speleologica. Prevenzione e sicurezza.”
UD)
ore 15.30
Giovanni Baldassi
(UMFVG – Università di Padova, Corso di laurea in Sc. Forestali e ambientali)
Il Montasio, storia di un piccolo ghiacciaio a cuore aperto
ore 16.00
Giampalo Rizzonelli
(Meteo Triveneto)
Il freddo artico nelle doline delle nostre montagne
ore 16.30
chiusura lavori
————————————————————————————————————-
ABSTRACTS degli interventi
Fulvio Stel
ARPA FVG
“Candide vergini: il fiocco di neve dal mito alle moderne teorie che
cercano di spiegarlo”
La peculiare simmetria dei fiocchi di neve ha rappresentato un problema
insormontabile per i pensatori del passato e solo negli ultimi anni le
moderne teorie sono riuscite a rendere parzialmente conto delle
osservazioni. I primi rudimentali tentativi fatti per spiegare la forma
del cristallo di neve verranno descritte in questo intervento, passando
attraverso i miti che lo riguardano, per arrivare alla moderna
interpretazione di questa meraviglia della natura.
Livio Stefanuto
ARPA FVG
“La neve dell’inverno 2008-2009 in FVG: quanta e perchè ”
“Nevicata d’altri tempi”, “Paesi sommersi”. I titoli dei giornali si sono
sprecati per quanta neve è caduta sulle nostre montagne durante
l’inverno 2008-2009. Durante il convegno verranno presentati i dati raccolti
dalla Regione con particolare riferimento al totale giornaliero di neve fresca e
allo strato di neve al suolo e illustrato l’andamento dell’innevamento negli
ultimi 35 anni nelle località più significative. Verranno inoltre discusse alcune
delle configurazioni sinottiche responsabili delle nevicate più intense.
UMFVG is a member of the European Meteorological Society (EMS)
and of the Unione Società Meteorologiche Italiane (UNIMET)
UNIONE METEOROLOGICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA – ONLUS
Via Silvio Pellico, 9 web: www.umfvg.org
I-33043 Cividale del Friuli (UD) mail: [email protected]
C.F. e P.IVA 02150490304
Franz Stockinger
ZAMG Klagenfurt (Karnten)
“Historical Snow Trends in Carinthia/Austria and the Record Winter Season 2008/09”
Snowprecipitation and snowcover are of environmental relevance and at the
same time of specific importance for Traffic and Tourist Industry. Time
series of height of snowcover in Carinthia give a very clear information
concerning the development during the last 40 years. Shortly referencing the
underlying causes and an indication to our last record winter season in
Gail-Valley at the Austrian-Italian border closes this presentation.
Tanja Cegnar
Environmental Agency of Slovenia
“I cambiamenti climatici e la neve in Slovenia”
In winter snow cover is quite frequent also in lowlying areas in spite of the ever more frequent
so-called green winters, but again variations from one year to another are well pronounced. In
most instances a falling trend is more or less present; the cycles are notably stressed, especially
the minimum at the end of the 1980s and beginning of the 1990s. Many areas also observed a
minimum in the 1970s. The climax at the beginning of the 1980s is noticeable across the entire
Slovenia. The deepest snow cover in Ljubljana came on 15 February 1952 when the snow cover
was 146 cm thick. At Kredarica the maximum snow cover occurred in April 2001 and was 7 m
thick. During the last months of 2008 exceptionally deep snow cover was observed in the western
Julian Alps.

Anselmo Cagnati
ARPAV – DRST – Centro Valanghe Arabba
“Cambiamenti climatici, innevamento e impatto sulle valanghe”
L’analisi di discontinuità delle principali variabili meteorologiche ha messo in evidenza un
cambiamento di fase climatico sulle Alpi sud-orientali intorno alla fine degli anni ‘80 del secolo
scorso con un aumento delle temperature (specie la massima estiva e la minima invernale) e una
diminuzione delle precipitazioni invernali. Ciò si è tradotto in una riduzione, dei giorni di
permanenza di neve al suolo del 10-15% rispetto alla media 1960-90. La quota della neve sicura,
ovvero almeno 100 gg con altezza della neve al suolo maggiore di 30 cm, negli ultimi 20 anni si è
attestata sopra i 1500 m, con conseguenti difficoltà di gestione delle aree sciistiche poste a quote
basse. L’attività valanghiva non mostra trend particolari mentre è evidente una concordanza di
fase fra innevamento e attività valanghiva nonché una estrema variabilità negli ultimi 10 anni.
Alessio Fabbricatore
Direttore Responsabile della rivista “Il Soccorso Alpino Speleosoccorso”
Guida speleologica
” Il rischio valanghe nell’attività speleologica. Prevenzione e sicurezza.”
Se c’è pendenza e c’è neve, c’è pericolo valanghe!
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.) è la struttura deputata agli
interventi di ricerca in valanga. L’attività non è però limitata alla ricerca ma anche alla
prevenzione.
Le esplorazioni speleologiche vengono effettuate sempre più spesso, sull’arco alpino, nel periodo
invernale in quanto l’innevamento presente riduce drasticamente la presenza di acqua nelle
grotte alpine. L’avvicinamento alla grotta, ed ancora di più l’uscita, possono presentare dei gravi
pericoli per gli speleologi.
Il Soccorso Speleologico del Friuli Venezia Giulia si è adoperato fattivamente per la prevenzione
del rischio valanghe presso la comunità speleologica.
Durante il convegno verrà svolta una presentazione delle attività istituzionali inerenti al soccorso
in valanga del C.N.S.A.S. e un’analisi di incidenti in valanga accorsi a speleologi.
Giovanni Baldassi
UMFVG – Università di Padova, Corso di laurea in scienze forestali ed ambientali della
Facoltà di Agraria
“Il Montasio, storia di un piccolo ghiacciaio a cuore aperto”
I ghiacciai ricoprono parte della superficie terrestre. La loro storia, il loro progredire e regredire
hanno segnato la morfologia di vaste aree della terra e altresì influenzato la distribuzione
dell’uomo e dei suoi insediamenti.
I ghiacciai alpini, soprattutto quelli situati alle basse quote, vivono un equilibrio molto labile. Essi
si muovono lungo la lama di un rasoio, dove un piccolo cambiamento alimenta conseguenze e
feedback complessi e a volte letali.
Le forze in gioco sono tante, temperature e nevicate non sono le uniche a segnare la storia o, nel
peggiore dei casi, l’esistenza di alcuni apparati glaciali.
E’ quanto successo al ghiacciaio del Montasio durante l’alluvione del 15 agosto 2008. L’acqua in
piena strappò via il suo cuore privando il ghiacciaio del serbatoio di ghiaccio e neve che lo
alimentano dall’interno. Vuoto, come un uomo senza più anima, si mostrava la mattina del 16
agosto.

Giampaolo Rizzonelli
M3V – Meteo Triveneto
“L’artico di casa nostra: il progetto di monitoraggio delle doline e dei siti freddi del
Triveneto”
Questa relazione ha lo scopo di presentare un progetto storico, storico considerato il fatto che per
la prima volta da quando è nata la “meteorologia moderna” sono stati monitorati
contemporaneamente in un unico studio i siti più freddi del Triveneto (e probabilmente d’Italia),
nato dalla collaborazione tra Meteo Triveneto – A.R.P.A. Veneto, Centro Valanghe di Arabba –
Unione Meteorologica del Friuli Venezia Giulia – Osservatorio Meteorologico Regionale del Friuli
Venezia Giulia. Il monitoraggio di 35 “frost hollow” ha portato a rilevare oltre che il nuovo record
italiano di temperatura minima, -43,8°C il 09/01/2009 alla Busa di Manna – Pale di San Martino
(TN), anche una serie di interessantissimi dati per quanto riguarda escursioni termiche e repentini
aumenti e/o diminuzioni di temperatura.

Fonte: Barbara Pernar – Ufficio Stampa UMFVG

Lascia un commento