Minorenne trovata morta in stazione a Udine per overdose


Una ragazza di sedici anni, di Jalmicco, frazione di Palmanova, è stata trovata morta in serata a Udine, nei bagni della stazione. Si tratta di un caso di overdose da eroina, come hanno confermato le forze dell’ordine, che stanno indagando. Gli investigatori stanno ascoltando il ragazzino, pure minorenne, che si trovava in compagnia della 16enne e che ha dato l’allarme. Sul posto, insieme alla polizia ferroviaria si sono precipitati i sanitari del 118. Vani i tentativi di rianimare la ragazzina già deceduta. Da quanto si apprende la giovane non aveva problemi di dipendenza. Sul luogo della tragedia insieme alla squadra mobile con la scientifica della Questura e l’autorità giudiziaria, è arrivato anche il padre, che aveva denunciato la scomparsa della figlia.

Massimiliano Fedriga, una volta appresa la notizia, si è subito messo in contatto con il questore di Udine, Claudio Cracovia, per essere aggiornato sullo stato delle indagini. “Siamo vicini e solidali con la famiglia della giovane palmarina – aggiunge Fedriga – perché di fronte a certi drammi si deve aprire un’immediata verifica dei fatti ma, al contempo, va compreso e rispettato il lutto di chi ha perso una persona amata che avrebbe potuto e dovuto avere una vita davanti. Desideriamo tutti sempre maggiore sicurezza e vigilanza sul nostro territorio per contribuire ad evitare le tragedie della droga che, purtroppo, stavolta sono arrivate a stroncare una minorenne di questa regione”.

Sul caso interviene lo psichiatra Francesco Piani, responsabile scientifico del Centro solidarietà giovani di Udine e già responsabile del dipartimento dipendenze dell’Azienda sanitaria udinese che da tempo ha lanciato l’allarme sul fenomeno droghe e alcool tra i giovanissimi. “L’età si sta abbassando sempre di più -commenta Piani- mentre la pericolosità delle sostanze sia come tipologia che come concentrazione del principio attivo stà crescendo sempre di più e ad essere colpiti sono soprattutto i ragazzi più giovani, alle prime esperienze con la droga, sconosciuti per la gran parte ai servizi e dunque molto più vulnerabili di chi invece ha alle spalle una storia di tossicodipendenza e consoce l’uso degli stupefacenti”. Per il medico non è possibile trarre conclusioni su quest’ultimo caso in assenza di elementi ulteriori ma certo occorre riflettere ed alzare la guardia. “Anche perchè – rimarca- questi ragazzi molto probabilmente cercano una via d’uscita ad un malessere esistenziale e a un vissuto difficile in una età della vita, quella dell’adolescenza, contrassegnata da ansie e instabilità e necessità di punti di riferimento certi”. Non è per Piani una sconfitta dei ragazzi, “che anzi -sottolinea- ne sono le prime vittime”, ma della società nel suo complesso