Morto Dario Fo da giullare a premio Nobel per la Letteratura.

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E’ morto Dario Fo: il mondo del teatro dice addio al grande attore e drammaturgo, scrittore e premio Nobel per la Letteratura ma anche pittore, scenografo e attivista.

Aveva 90 anni: è morto questa mattina alle 8 all’ospedale Sacco di Milano, dove era ricoverato da 10 giorni per problemi polmonari. La moglie, l’attrice Franca Rame, è morta nel 2013 a 84 anni. Il monologo di Dario Fo ai funerali laici della moglie. Una coppia unita sul palcoscenico e nella vita dal 1954. La camera ardente sarà allestita nel foyer del Piccolo teatro Strehler domani dalle 12 a mezzanotte e poi sarà riaperta sabato dalle 8.30 fino a quando la salma sarà portata in piazza Duomo dove si terrà una cerimonia laica.

E sabato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha proclamato il lutto cittadino. Un gesto di vicinanza e affetto – precisa il Comune in una nota – da parte dell’amministrazione e di tutta la città.

“E’ stato un gran finale e se ne è andato”, ha commentato il figlio Jacopo Fo a Rainews 24. “L’unica cosa sensata che posso dire – ha proseguito – è che ha resistito e ha continuato a lavorare 8-9-10 ore al giorno fino a quando è stato ricoverato. Bisognerebbe metterlo nei prontuari medici. L’arte, la passione e l’impegno civile servono”.

A Udine nel 2012

La notizia della morte di Dario Fo ha fatto subito il giro il mondo: dal Guardian alla Bbc, dal New York Times al Los Angeles Times, da Le Figaro a El Pais passando per la tv indiana Ntdv, tutti i media hanno riportato la scomparsa del premio Nobel ricordando la sua satira.

L’ultima apparizione – Stava già poco bene, ma riuscì a nascondere la sua sofferenza improvvisando anche una vecchia canzone napoletana in una delle sue ultime apparizioni pubbliche per la presentazione del libro ‘Darwin’, nella sua abitazione al quinto piano di un elegante palazzo in Corso di Porta Romana, stracolmo di maschere del tetro, cimeli, targhe e riconoscimenti. Vista e udito gli si erano ulteriormente abbassati, un po’ smagrito, aveva però risposto a lungo alle domande, pronto alla battuta; e con ironia aveva parlato dei suoi progetti futuri. Era il 20 settembre e pochi giorni dopo è stato ricoverato. “Ci dissero che era solo per pochi giorni”, racconta una delle sue collaboratrici in lacrime.

Il ricovero in ospedale – Dario Fo era stato portato in ospedale “10 giorni fa in stato di insufficienza respiratoria legato a una patologia polmonare presente da anni. Una malattia silente e progressiva. E’ stato lucido e collaborante fino a ieri”, ha spiegato Delfino Luigi Legnani, il direttore del reparto di pneumologia. Il figlio di Dario Fo, Jacopo, che da tempo vive in Umbria, si era recato da giorni a Milano per stare accanto al padre.

“E’ una grande perdita la morte di Dario Fo. Un autore straordinario, innovativo, inimitabile. Un orgoglio del nostro Paese. Tutti gli dobbiamo qualcosa”, dichiara Roberto Benigni.

L’attore si è spento proprio nel giorno in cui è stato assegnato il Nobel per la letteratura 2016 a Bob Dylan. Il drammaturgo fu insignito dell’onorificenza 19 anni fa, il 9 ottobre 1997, con la seguente motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Quel giorno Fo ricevette la notizia dall’ANSA al telefono, mentre era in macchina con Ambra Angiolini, durante le riprese del programma di Rai 3 ‘Milano-Roma’. In un video il momento in cui l’attore apprese la notizia.

Dario Fo è riuscito a terminare il suo ultimo libro “Quasi per caso una donna. Cristina di Svezia” che aveva consegnato a Guanda per cui uscirà entro la fine del 2016. E’ la storia di una “regina impossibile”, colta e ribelle, ammirata e avversata, imprevedibile e coraggiosa.

Fo è stato l’ultimo italiano a vincere il Nobel per la Letteratura. Prima di lui lo ottennero: Eugenio Montale nel 1975, Salvatore Quasimodo nel 1959, Luigi Pirandello nel 1934, Grazia Deledda nel 1926 e Giosue’ Carducci nel 1906. Dopo Dario Fo, altri italiani sono stati scelti dall’Accademia svedese in categorie diverse: nel 2002 Riccardo Giacconi vinse il Nobel per la Fisica, nel 2007 Mario Capecchi quello per la Medicina.