Nel 2018 Emanuele Filiberto tornerà in Friuli

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“In ricordo dei coraggiosi difensori nei combattimenti tra Italia e Austria-Ungheria; soldati, caduti come eroi di un tempo passato a noi sempre vicino”: questa la scritta incisa nel primo cippo di pace inaugurato dal Principe Emanuele Filiberto a Trivignano Udinese, alla Vecchia Dogana, che segnava un tempo il vecchio confine fra Italia e Austria-Ungheria. Cerimonia partecipatissima, con esponenti delle istituzioni e blasonati accorsi per una foto ricordo e una parola da scambiare con il Principe e il Gran Cancelliere Johannes Theo Niederhauser, Cavaliere della SS.ma Annunziata e assistere alla messa celebrata da monsignor Francesco Millimaci Cappellano della Delegazione Ordini Dinastici del FVG e Cappellano di Sua Santità e Cappellano Conventuale SMOM (Sovrano Militare Ordine di Malta). Con il sorriso sulle labbra Emanuele Filiberto, nel suo intervento, ha fatto riferimento alle accuse che spesso gli vengono mosse girando attraverso l’Italia: “Mi accusano di essere responsabile di tutto…, ma forse dovrebbero chiedersi che colpa posso avere io che sono del ’72…Credo piuttosto che si dovrebbero testimoniare i valori di unità, solidarietà e pace che con queste iniziative cerchiamo di diffondere, perché se la Patria oggi è quella che è lo dobbiamo a questi soldati che sono morti credendo in questi valori identitari. L’Italia è un paese meraviglioso. Viva l’Italia!”. Il Principe ha poi espresso una critica a quei paesi che stanno cercando di uscire dall’Europa, perché l’Europa va difesa su fronti comuni in quanto i fondamenti europei sono universali. L’excursus storico è stato ripercorso dal sindaco di Trivignano, Roberto Fedele, e dal vicepresidente della Provincia di Udine, Franco Mattiussi che ha donato da parte del Presidente Pietro Fontanini il Libro dei Patriarchi al Principe e al Gran Cancelliere, mentre ha consegnato all’organizzatore della due giorni “Alpi Senza Confini”, Alessandro Berghinz, la medaglia di bronzo di Palazzo Belgrado. Commozione è stata espressa per questo nuovo obiettivo raggiunto, dopo il monumento a Mafalda di Savoia inaugurato alla vecchia dogana 7 anni fa, da Pio Serafini, il proprietario della struttura.
Il 2018 vedrà il ritorno di Casa Savoia in Friuli: alla cerimonia la proprietaria di Villa Italia, a Torreano di Martignacco, Laura Gri Zanuttini, ha invitato il Principe nella residenza del Re Vittorio Emanuele III fra il 1915 e il 1917. Il Principe ha assicurato che tornerà e soggiornerà in questo luogo, riferisce l’organizzatore Berghinz, cugino della Medaglia d’Oro al Valor militare Giovanni Battista Berghinz, l’eroe della II Guerra mondiale a cui sono dedicati la Caserma “Berghinz” a Udine e un cippo a Trieste, oltre a ricoprire il ruolo di referente della delegazione per il FVG dell’Istituto Nazionale alle Reali Tombe del Pantheon. Nella due giorni di visita, Casa Savoia è stata ospitata nel Palazzo della contessa Carolina di Levetzow Lantieri Piccolomini a Gorizia, discendente da un’antica famiglia risalente al X^ secolo).
All’evento molti i volti noti del mondo politico e nobiliare, fra cui i sindaci di Lendinara, Luigi Viaro, Aquileia, Gabriele Spanghero, Cividale, Stefano Balloch, Visco, Elena Cecotti, San Vito al Torre, Gabriele Zanin, Pocenia, Danilo Bernardis, Chiopris Viscone, Raffaella Perusin, Mortegliano, Alberto Comand, l’assessore di Muzzana, Massimiliano Paravano, Ettore Ribaudo, amico di famiglia Savoia dal 2004, il Conte Nicolò Giustiniani, il Conte Pietro Fracanzani, lo storico Roberto Vittorio Favero, il docente Ciro Romano, dell’Università Federico II di Napoli, il Presidente della Mitteleuropa e console della Repubblica Ceca, Paolo Petiziol, il nobile Roberto Pirzio Biroli, l’ispettore delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon Ruggero Dionigi (Emilia Romagna), il Generale Pietro Grassi, delegato delle Guardie Onore di Padova, il Generale Ispettore Roberto Giacalone delegato del Veneto, Antonello Quattrocchi del Corpo Militare della Croce Rossa e referente della LIDU (Lega Italiana Diritti dell’Uomo) del Friuli.

La giornata di sabato al castello di Gorizia, dove c’era il vicepresidente del Consiglio regionale Paride Cargnelutti, ha visto la partecipazione del vicesindaco di Gorizia Roberto Sartori, degli esponenti italiani e austriaci di Croce Rossa e Corpo di soccorso dell’Ordine di Malta, del colonnello Riccardo Romeo Jasinski, responsabile Ufficio storico CRI, sul ruolo del Corpo militare, di don Sigismondo Schiavone, responsabile dei Cappellani militari con Delega dell’Ordinariato Militare e dello storico Antonino di Colloredo Mels. La cena di sabato si è tenuta al Castello di Cividale, una settantina le persone che hanno partecipato al tavolo con il Principe (senza invito e senza alcun dress code specifico) e hanno brindato all’italianità con un menù sobrio, all’insegna dell’austerity.