Provincia di Udine prima provincia in Italia per i pagamenti alle imprese con anticipo di 22 giorni

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La Provincia di Udine è la prima provincia in Italia per i pagamenti alle imprese fornitrici alle quali salda le fatture addirittura con 22 giorni di anticipo. Lo rileva l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre in un’indagine pubblicata sabato 30 settembre (http://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2017/09/EQUITALIA.pdf). L’analisi riguarda l’andamento del 2016 e si basa sulla banca dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze. “Un primato che fa onore a questo ente, una realtà amministrativa efficiente che rispetta le scadenze e, anzi, fa ancora di più: paga i fornitori ampiamente prima del termine ultimo del saldo fattura. Per questo primo posto un ringraziamento ai dipendenti, in particolare la sezione ragioneria per la precisione con la quale presta il suo servizio” commenta il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini. “Un servizio, – aggiunge ancora Fontanini – come evidenziano i dati della Cgia di Mestre, più che puntuale a vantaggio dell’economia e del territorio e che mancherà alle imprese dal prossimo anno per effetto di una norma scellerata che chiude l’Ente in piena difformità con la Costituzione”.
L’indagine dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre fornisce dati positivi per tutti i quattro enti intermedi storici della regione Fvg: dopo il primo posto occupato da Palazzo Belgrado, infatti, a seguire c’è la Provincia di Pordenone (che nel 2016 ha onorato i debiti con 18 giorni di anticipo) mentre alla nona e decima posizione ci sono, rispettivamente, le Province di Gorizia e Trieste. Alla luce di questa indagine, Fontanini lancia un affondo alla Giunta regionale: “E sono questi gli enti inefficienti da chiudere? Enti che lavorano bene, vicini al territorio e alle sue esigenze, tempestivi nei pagamenti. Non come le Uti il cui avvio è stato a dir poco caotico in considerazione dei tanti interlocutori in assenza di risposte perché lo stesso personale delle Unioni non era in grado di fornirle. Vedasi il caso dei contributi per le attività sportive. Non parliamo poi della Regione: – rincara Fontanini – un sistema burocratico composto da quasi 4 mila dipendenti, lento, farraginoso, lontano dai cittadini. Insomma un quadro desolante per il Fvg i cui enti intermedi storici, i più bravi nei pagamenti a livello nazionale, sono stati cancellati dall’assetto istituzionale”. Un vanto, quello emerso dall’indagine della Cgia di Mestre, di cui Fontanini farà memoria e che fa il paio con un’altra rilevazione fatta qualche anno fa dallo stesso Ufficio studi sulla soppressione delle Province. “In quello studio emergeva come le Province non rappresentano il centro di spreco in Italia. Con la loro eliminazione – ricorda Fontanini citando l’allora segretario Giuseppe Bortolussi – non ci saranno risparmi, aumenteranno i disagi e il conto lo pagheranno i cittadini che rimarranno orfani del fondamentale ruolo delle Province di coordinamento tra i Comuni”. “Parole premonitrici – conclude Fontanini – rimaste inascoltate pur di cancellare enti storici, importanti dal punto di vista amministrativo ma anche identitario. Ma i cittadini hanno già espresso la loro opinione, e con forza, solo pochi mesi fa votando no alla riforma costituzionale che prevedeva la chiusura delle Province”.