Sempre più difficile per le famiglie italiane mantenere i figli studenti fuori sede

universitastudentiPer l’affitto in uno dei rinomati centri Universitari, i genitori devono sopperire ad una capacità di spesa in media del’6% inferiore ai reali costi del mercato Roma si conferma il polo universitario più caro d’Italia: 880 Euro al mese è il canone medio per un bilocale.In calo le richieste d’affitto a Roma (-3%) contro un +8% registrato a Milano

Anche quest’anno sono migliaia le famiglie italiane che devono sostenere gli studi dei propri figli, spesso con importanti sacrifici economici. Per chi sceglie un’università lontana da casa i costi da affrontare diventano un vero e proprio salasso, soprattutto a causa dei canoni d’affitto in costante crescita. Casa.it – il portale immobiliare n°1 in Italia con oltre 700.000 annunci e 4.000.000 Utenti Unici al mese – ha analizzato la capacità di spesa dei genitori, confrontandola con i prezzi reali degli immobili presenti sul mercato per i principali centri universitari del Bel Paese.

L’analisi del portale Casa.it evidenzia per questo 2011 una difficoltà crescente delle famiglie italiane nel far fronte alle spese di affitto per i propri figli che studiano lontano dal nido. Le possibilità economiche dei genitori risultano, infatti, essere del 6% inferiori ai reali costi del mercato immobiliare italiano. Si scelgono quindi spesso abitazioni in zone più periferiche ma comunque efficacemente servite dai trasporti pubblici.

Rispetto al 2010, abbiamo rilevato che il divario tra la capacità di spesa delle famiglie italiane e il costo dell’offerta immobiliare è passato dal -4% al -6%, mettendo in luce una minore propensione ad incontrare l’offerta del mercato. Emerge, inoltre, una sempre maggiore tendenza alla richiesta di soluzioni più economiche, optando quindi per appartamenti lontano dai poli universitari ma comunque ben serviti dai mezzi pubblici”, commenta Daniele Mancini, amministratore delegato di Casa.it.

E’ Milano a registrare lo scarto maggiore tra il potere di spesa dei genitori, disposti a spendere una media di 750 Euro al mese per una metratura compresa tra i 50 e i 70 mq, e la reale offerta che si colloca in media intorno agli 850 Euro al mese. Roma, che si conferma la città univeristaria più cara d’Italia, mostra invece un divario minore: il canone medio mensile per un bilocale è di 880 Euro contro una capacità di spesa che si attesta sui 820 Euro.

Padova e Pavia rilevano un interessante incontro tra i prezzi della domanda e quelli dell’offerta che si assestano rispettivamente sui 550 e 500 Euro al mese. Infine, Pisa e Bari registrano una tendenza delle famiglie a spendere in media il 3% in più rispetto all’offerta immobiliare, con prezzi che si attestano sui 680 Euro al mese per la prima e 570 Euro per la seconda.

Di fronte al generale rallentamento del mercato immobiliare in Italia, dall’analisi del nostro database si evidenzia una situazione piuttosto stabile nelle richieste di affitto nelle sedi delle università più prestigiose. In particolare, è Milano l’unica città dove si registra una crescita per gli appartamenti nelle zone vicino alle facoltà (+8%), mentre a Bologna, Venezia e Roma assistiamo ad una sostanziale tenuta della richiesta (-3%). Infine, Perugia , Pisa , Viterbo e Palermo sono le sedi dove si evidenziano i decrementi più marcati (in alcune zone fino al -15%)”, conclude Daniele Mancini.

Casa.it

www.casa.it – Casa.it, lanciato nel 1996, è il portale immobiliare più importate d’Italia con circa 4.000.000 Utenti Unici (3.876.355, fonte Nielsen Site Census marzo 2011), che raccoglie l’offerta di più di 14.000 agenzie immobiliari affiliate, di 3.000 inserzionisti privati e costruttori edili. Dal 2007, Casa.it è ufficialmente entrata a far parte di Sky Italia e del gruppo REA Ltd (www.rea-group.com), sociètà queste che fanno capo al gruppo News Corp di Rupert Murdoch. Nato a Melbourne, Australia, nel 1995, oggi il gruppo REA è divenuto uno dei più grandi operatori a livello internazionale nell’intermediazione immobiliare on line. Nel 2011 il gruppo, quotato alla borsa australiana, ha generato ricavi per 238.4 milioni di dollari australiani.

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