Terremoto Snaidero, Zakelj: “Progetto Basket destinato a finire”

snaidero panchina 2010«Il progetto Basket è destinato a finire, non c’è la volontà di portarlo avanti. La situazione economica finanziaria della Pallalcesto amatori Udine (Pau) è molto difficile senza una presa di posizione da parte di ciascuno rispetto alle proprie responsabilità a suo tempo enunciate, beh, allora siamo giunti al capolinea». A far tremare il basket friulano sono le parole dell’amministratore delegato della Pau, Alessandro Zakelj, secondo il quale il progetto Basket rischia di fallire anche per effetto della Polisportiva che «ha ridotto le risorse alla Pau».Zakelj, insomma, si schiera al fianco del vicepresidente dimissionario della Polisportiva, Massimo Blasoni, che ricopre la stessa carica nella Pau ed è anche il leader cittadino del Pdl. Blasoni se ne è andato in polemica dal sodalizio che unisce Udinese, Pau e quattro società (Pav, Rugby Udine, Sporting e Aquile) perché non condivide la suddivisione in parti uguali delle sponsorizzazioni che la Pau ha portato in dote. Una posizione non condivisa dalle altre società che accusano Blasoni di danneggiare lo sport friulano.Ma in questo vortice di botta e risposta, interviene Zakelj ricordando che il rilancio del basket è nato nel 2009 dopo «la decisione della Snaidero di terminare l’esperienza decennale e una gestione fortemente onerosa». Da qui, con la spinta del patron dell’Udinese, Giampaolo Pozzo e del sindaco Furio Honsell, la costituzione di una cordata che rilevò le quote della Pau. A indicare Blasoni alla vice presidenza fu, infatti, Pozzo in veste di socio della stessa Pau.Ma a distanza di due anni, nonostante i risultati positivi raggiunti sul campo, Zakelj tuona: «L’intesa, l’accordo, la promessa era che a fronte dell’impegno della gestione, sempre faticosa, ci sarebbe stata una comunione di intenti che avrebbe garantito le risorse finanziarie sufficienti per continuare l’attività. A malincuore constato che così com’è oggi la Pau non potrà continuare, non sono emerse le risorse attese, il progetto non può reggersi». Stando all’analisi di Zakelj non basta l’impegno di Snaidero che in qualità di socio e sponsor ha contribuito più di tutti e tantomeno la ricapitalizzazione della società: «Tutto questo non è sufficiente. Lo spirito iniziale è andato progressivamente perdendosi e anche in recenti incontri istituzionali abbiamo sentito dire “abbiamo già fatto abbastanza per aiutarvi”». Un’affermazione che Zakelj non accetta perché, fa notare, «La Pau è di tutti. Del territorio, della città, della regione».Sul banco degli imputati, l’amministratore della Pau mette anche la Polisportiva perché, a suo avviso, «nel nostro caso si sta rivelando un’iniziativa che aggrava i conti e, per assurdo, si trova a drenare e di conseguenza a ridurre le risorse necessarie per continuare». Questo perché la Polisportiva non ha garantito alla Pau le sponsorizzazioni “storiche”: «Per noi – continua Zakelj – è stato traumatico apprendere che i criteri venivano cambiati e che quindi, quanto un anno fa eravamo riusciti a recuperare da soli con fatica, veniva rimesso in discussione e ripartito tra tutti. Mai era stato detto che avremmo perso risorse aderendo alla Polisportiva». Questo prima di respingere le accuse mosse dalle società minori secondo le quali «la Pau vuole troppo». E ancora: «La Pau, senza nulla togliere a nessuno, ha estremo bisogno di entrate, ma pretende che le rimangano almeno le risorse che in passato, autonomamente, portava a casa. Per questo motivo – conclude Zackelj – mi batterò con tutte le mie forze. A meno che qualcuno si assuma la responsabilità di affermare che la realtà è mutata e che la Pau non ha diritto a quanto le era destinato. Onestamente ho perso le speranze».

tratto dal sito della Legadue

articolo di Giacomina Pellizzari per il Messaggero Veneto

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