TIRzan: “bentornato!”

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Questo utile sito web avrà certo un’esposizione globale, considerato il ricco contenitore qual’ è. Non ho verificato, ma mi vien spontaneo pensare che probabilmente è utilizzato, cliccato, etc., soprattutto dai friulani stessi in cerca di informazioni e novità dietro casa. Allora questa volta desidero raccontare un aneddoto che a mio avviso la dice lunga sui tratti caratteriali di queste terre. Un episodio accadutomi un paio d’anni fa e che vuole esser omaggio alla sobrietà e all’equilibrio di queste parti. Tratti che appartengono solo al passato o vivono tutt’oggi? Non lo so, magari qualcuno mi aggiornerà in tal senso.
La prendo un po’ alla lontana ma concedetemelo.
Dal Daily all’autotreno. Dai vecchi camion senza nemmeno servosterzo, agli ultimi modelli full optional con cruise control, cambio automatico e comode diavolerie varie, a decine. Dalle consegne nei paesini attorno a casa, al girovagare per mezza Europa. In vent’anni di strada ho avuto questa progressione e insomma, non mi son fatto mancar nulla. Esperienza!
Fatto sta che per un periodo ho operato anche in città, a Udine. Sempre gli stessi posti quotidianamente, così da creare un contatto umano più che soddisfacente con le persone con cui interagivo. Poi basta, le esigenze professionali portano altrove e si cambia. Si gira per lo stivale e oltre.
Ecco che, dopo 5 anni, ritorno in uno di questi posti di consegna. La giornata è climaticamente perfetta secondo i miei gusti. Alle 06.30 di un mattino feriale d’autunno, il cielo è coperto, la temperatura si aggira attorno ai 14 gradi e tira una brezza da est. Tra poco pioverà e già così mi sento bene. Arrivo a destino, parcheggio, scendo e entro nel negozio dal retro. Saluto e poggio i documenti di consegna al bancone. La ragazza che lo sta sistemando, è sempre la stessa degli anni prima. Non alza nemmeno il capo e mi sbircia con una contorsione degli occhi. Non saluta. Me ne riesco guardandomi le scarpe, intimidito dal suo fare burbero e inizio lo scarico. Quando rientro trovo sull’angolo del bancone a me più vicino, il tea e la brioches. Esattamente come 5 anni prima accadeva ogni dì. Lei si avvicina, mi abbraccia, mi bacia sulle guance come si fa con chi si ha confidenza e mi dice: x questo sta per piovere… bentornato! (me lo dice in lingua friulana ma non la so scrivere correttamente…).
E quindi? E quindi niente, consumiamo la colazione assieme e senza dirci altro, saluto e riparto verso Cividale. Già  a Remanzacco l’aria ha un profumo diverso, io lo sento e lo distinguo benissimo. Si sente che è Cividale tra poco. Questo aumenta l’emozione che già ho dentro. Sì perchè il gesto appena ricevuto mi ha gonfiato il cuore e strada facendo, le prime gocce d’acqua che cadono sono quelle dai miei occhi, poi quelle dal cielo.
La gioia è stata tanta e mi ha fatto apprezzare una volta di più, la discrezione. Senza lustrini e paiettes, senza escandescenze esagerate, mi si è dimostrato un bene importante, conquistato e meritato nel tempo, piano piano. Senza fronzoli inutili e con, ripeto, una sobrietà che sa di concreto e di vero, ho avuto l’ennesima dimostrazione che a volte, dietro a un apparente nulla e a un sommario e sciocco bistrattamento (spesso i friulani sono accusati d’esser freddi), ci sta un tesoro.
Fabrizio Piras

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