Dentisti: contenzioso medico-legale in crescita

Tricesimo – Cresce anche in Friuli il contenzioso medico-legale. Gli odontoiatri, al pari delle altre professioni sanitarie, sono sempre più nel mirino delle richieste di risarcimento danni avanzate da pazienti ‘scontenti’. E ciò risulta tanto più evidente per quelle prestazioni che sono erogate da studi dentistici che operano prevalentemente secondo logiche di mercato, confermando un trend già riscontrato in diverse regioni italiane e anche in altri paesi europei. A rendere nota la tendenza esponenziale è Bruno Travaglini, durante la prima giornata degli Stati generali dell’odontoiatria organizzati dalla sezione udinese dell’Andi (associazione nazionale dentisti italiani), con il patrocinio dell’Ordine dei medici di Udine, a Tricesimo. Otto medici su dieci, nella loro vita, si vedranno recapitare richieste danni. In parecchi casi, però, osserva Travaglini, “non vengono riscontrate effettive responsabilità in capo al dentista”, ciò significa che il professionista ha operato correttamente. Non è un caso che la malpractice (malasanità) in Friuli presenti numeri residuali, sottolinea a margine il presidente dell’Omceo di Udine, Luigi Conte, com’è emerso dai dati della Commissione parlamentare sulla cattiva sanità. “Le terapie maggiormente esposte a contenzioso – sottolinea Travaglini – sono l’implantologia e la protesica, ovvero gli ambiti non soltanto professionalmente più impegnativi ma anche quelli più costosi”. Secondo l’analisi di Travaglini l’incremento del contenzioso in odontoiatria deriva dall’incomprensione reciproca, dal fatto che “ le aspettative del paziente non sempre coincidono con il risultato in quanto è mancata, da entrambe le parti (medico e paziente) una comunicazione chiara, efficace e completa”.
Ridurre i contenziosi – I contenziosi possono essere ridimensionati se “da parte nostra – spiega Travaglini – ci impegniamo a far capire le reali chance di risultati, includendo rischi, complicanze ed alternative terapeutiche; e se dai pazienti vengono esposti tutte le domande e tutti i dubbi: il paziente, prima di intraprendere un piano di trattamento consigliato, deve essere consapevole di ogni aspetto; solo così può condividere con l’odontoiatra il “rischio” terapeutico, rischio da cui non è esente, va ricordato, nessuna procedura o terapia medico-chirurgica”. Più tempo si dedica ai pazienti, comunque, meno si incorre in errori di diagnosi e terapia. “Spesso il contenzioso riguarda più la terapia effettuata che non l?errore di diagnosi, ma è proprio il poco tempo dedicato al momento diagnostico che spesso rappresenta la vera causa dell?errore, errore che si manifesta nell?atto terapeutico”, afferma Nick Sandro Miranda, consigliere Comissione albo odontoiatri.
La mattina degli Stati generali è stata caratterizzata – riassumono Giorgio Balich, presidente Andi Udine e il segretario culturale Giuliano Cancini – dal confronto di alto livello sulle nuove terapie nel campo dell’endodonzia, infatti la detersione rappresenta il momento “principe” in una corretta procedura, con i contributi del prof. Giuseppe Iaria e dei dottori Filippo Santarcangelo e Luciano Giardino, moderati da Federica Fonzar, presidente dell’Accademia italiana di Endodonzia e da Carlo Gnesutta. Mentre nel pomeriggio sono state dibattute le tecniche di ricostruzione conservativa.

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