Pontebba: teatro, la prima di “Come cavalli che dormono in piedi” con Rumiz – 12 dic 2015

Come cavalli che dormono in piediSarà una zona prossima al confine la sede della prima assoluta di Come cavalli che dormono in piedi, la nuova produzione dello Stabile del Friuli Venezia Giulia tratta dall’omonimo libro che Paolo Rumiz ha dedicato ai soldati del litorale austroungarico che combatterono l’esercito russo in Galizia. L’autore triestino ha adattato il testo e sarà sul palco, assieme a Paolo Fagiolo e alla chitarra di Stefano Schiraldi, del Teatro Italia di Pontebba sabato 12 dicembre alle ore 21 per la stagione promossa da ERT e amministrazione comunale. Lo spettacolo verrà replicato, nel circuito ERT, al Teatro Verdi di Maniago giovedì 11 febbraio.

Demoghèla, parola tradotta in modo insultante dopo il ’18 per denigrare gli italiani di frontiera cui toccò in sorte di combattere contro il Tricolore, fu in realtà il modo scanzonato con cui i soldati del litorale austroungarico – sullo stile del Soldato Svejk – seppero prendere la guerra su un fronte sterminato e crudele, in Galizia, battendosi spesso da valorosi contro il più grande esercito del mondo, quello russo.
Un fronte e un’epopea rimossi per troppo tempo dal resto del Paese e dalla stessa Europa, e che ora tornano di prepotente attualità a cent’anni dal primo conflitto mondiale. “Quella che vi presentiamo – spiega Rumiz – non è una commemorazione e tanto meno una celebrazione, ma una vera e propria evocazione dell’Armata perduta. Con canti, libagioni, versi e piccoli fuochi, chiameremo in vita i 125 mila ragazzi in ‘montura’ austroungarica del Trentino o dell’attuale Venezia Giulia e Friuli orientale che combatterono oltre i Carpazi, restando in più di 25 mila “a guardare la luna” in sperduti cimiteri coperti di mirtilli dove da un secolo quasi nessuno porta più un fiore; piccoli camposanti coperti dall’oblio, spianati dalla ruspa comunista o schiacciati dalla memoria più recente della seconda, tragica guerra mondiale”.
Paolo Rumiz racconterà questo suo viaggio nello spazio e nel tempo assieme a Paolo Fagiolo; accanto a loro, il chitarrista Stefano Schiraldi interpreterà al ritmo sincopato del blues alcune delle ballate che l’Autore dedica ai soldati di allora, incluso il nonno mai conosciuto, e i fanti del Tricolore, che all’inizio della storia invitano il viaggiatore a esplorare senza paura le terre del nemico.