Udine: Fontanini e Honsell uniti contro la RAI e la mancata programmazione in friulano

fontahonsellIl presidente della Provincia on. Pietro Fontanini è tra i firmatari, assieme al sindaco di Udine Furio Honsell, al rettore dell’Università di Udine Cristiana Compagno, al presidente della Società filologica friulana Lorenzo Pelizzo e al Vicario generale dell’Arcidiocesi di Udine mons. Guido Genero, della diffida inviata ai Ministeri competenti, ad Agcom e alla Rai in merito all’inadempienza della sede regionale di quest’ultima relativa alla tutela della lingua friulana. Il documento invita ad adottare tutte le misure necessarie in materia di tutela della lingua “friulana” e, in particolare, a prevedere e garantire la programmazione di trasmissioni televisive in lingua friulana nell’ambito territoriale del Friuli. La diffida, indirizzata ai Ministeri dell’economia e delle Finanze e dell’interno, alla Rai (sede di Roma e di Trieste) nonché all’Agcom, è stata redatta dal Comitato per l’autonomia ed il rilancio del Friuli in collaborazione con il Codacons regionale.
«Il perpetrarsi della mancata attuazione da parte del servizio radiotelevisivo pubblico delle trasmissioni in marilenghe è oltraggioso per la nostra dignità di popolo – tuona Fontanini – . I diritti di una minoranza linguistica, sanciti a ogni livello normativo, da quello europeo a quello nazionale, continuano ad essere violati. Non vedo perché a fronte di una così puntuale tutela legislativa si voglia continuare con questo atteggiamento offensivo. Certo – prosegue Fontanini – si può buttare tutto nel calderone della crisi, che ci sono cose più importanti. Ma non bisogna dimenticare che il diritto di un popolo a vedere rappresentata la propria identità non è questione marginale. Perché, quando potrebbero essere adottate soluzioni virtuose, si preferisce invece l’immobilismo? Perché anziché applicare la legge, continuiamo a rimanere alle spalle di grandi realtà come quella in Spagna della Catalogna. Lì – aggiunge – vi sarebbe come minimo un’insurrezione popolare se accadesse una cosa del genere». Quanto al contesto nazionale vi sono realtà che non debbono affrontare strade così tortuose per affermare un diritto. «Si pensi al caso “nostrano” della lingua slovena – puntualizza Fontanini -, dove una minoranza meno popolosa rispetto a quella friulana, per il solo non trascurabile fatto di avere alle spalle uno Stato ha un proprio spazio ben definito nelle programmazioni Rai. Una considerazione – sottolinea Fontanini – va poi fatta in riferimento all’attuale quadro normativo nazionale con la determinazione del Governo a voler far scomparire la Province. Che fine farà il popolo friulano se già adesso, con l’esistenza di un ente che in larga parte lo rappresenta, siamo quasi alle barricate per la mera applicazione di leggi in vigore. Quando il Friuli sarà solo “un pezzo” di Regione che fine farà il popolo friulano? La Rai – conclude Fontanini – ci chiede di pagare il canone: stante il fatto che i friulani versano ogni anno regolarmente questa tassa, sarebbe opportuno che, per lo meno, si prevedesse di destinare una parte di queste ingenti risorse per la realizzazione di programmi in lingua friulana».

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