Udine: il Triduo di Bach in duomo – 30/31 marzo /1 aprile 2012

Johann_Sebastian_BachEccezionale esecuzione delle più monumentali pagine sacre scritte da Johann Sebastian Bach: la Passione secondo Giovanni, la Passione secondo Matteo, la Messa in si minore, proposte come suggestivo portale d’ingresso alla Settimana Santa, in tre serate consecutive il 30, 31 marzo e il 1° aprile in cattedrale a Udine, alle ore 20.30.
È questa la sintesi del progetto-evento “Bach-Il Triduo”, ideato dalla Pastorale per la Cultura dell’Arcidiocesi di Udine, in partnership con il Comune di Udine, la Regione Friuli Venezia Giulia ed in collaborazione con il Coro del Friuli Venezia Giulia e la Fvg Mitteleuropa Orchestra, presentata oggi (venerdì 2 marzo) presso la cappella della Purità nel capoluogo friulano. Ad illustrare il senso della proposta, la scelta musicale, gli esecutori ed interpreti e la sinergia istauratasi tra i diversi attori in campo, sono intervenuti don Alessio Geretti, delegato episcopale della Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Udine, l’assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna, l’assessore alla Cultura del Comune di Udine, Luigi Reitani, il maestro del Coro del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Dell’Oste, il presidente della Cciaa di Udine, Giovanni Da Pozzo, che sostiene l’iniziativa insieme ad una cordata di sponsor privati.
Mai un avvenimento di tale ampiezza è stato realizzato in Europa da una sola compagine musicale nell’arco di tre giorni. La collaborazione di Coro del Friuli Venezia Giulia e Fvg Mitteleuropa Orchestra (che suonerà su strumenti originali) con la DomKantorei di Graz e alcuni rinomati solisti, scelti tra le migliori voci dell’Hochschule e Università di Graz e Vienna sono la forza vincente del progetto musicale, che avrà le voci bianche dei Pueri Cantores del Duomo di Udine e il Piccolo Coro Artemìa di Torviscosa. Si alterneranno direttori di chiara fama internazionale: Filippo Maria Bressan, da molti anni accreditato e acclamato interprete della musica di Bach, dirigerà la Passione secondo Giovanni (30 marzo); Paolo Paroni, musicista friulano tra i più raffinati e cultore della prassi esecutiva antica, che salirà sul podio per la Passione secondo Matteo (31 marzo), diretta anche due anni fa a Tolmezzo; Andrea Marcon, che molti dischi ha inciso per la Deutsche Grammophon e che in ottobre dirigerà i Berliner Philarmoniker. A lui è stata affidata la conduzione della Messa in si minore (1° aprile). Ogni esecuzione sarà introdotta teologicamente.
“Ancora una volta, con questa scelta musicale, si vuole sottolineare quanto la presenza di Gesù e della memoria Passionis nella cultura occidentale abbiano generato vertici di bellezza e nobiltà – ha sottolineato don Geretti -, inducendo l’uomo, tanto credente quanto non credente, a riconoscersi nel Condannato sofferente e a misurarsi con il meraviglioso scandalo della croce”. Nella Messa in si minore, invece, “la geniale architettura teologica della partitura provoca il sentimento a trasformarsi in adorazione e l’intelligenza a maturare in fede”.
Con “Bach-Il Triduo”, Udine si conferma città d’incontro. Una simbiosi di diverse anime sensibilità musicali, unite dallo spirito della ricerca filologica e dell’esecuzione di grande oratori che nel genio di Bach riassumono la cultura latina e tedesca, il credo cattolico e protestante, un filo storico che fonda le radici nella fede e nell’anelito alla bellezza.
“Udine anche crocevia geografico – ha ricordato il maestro Dell’Oste -, dove nel Sei-Settecento, gli anni del Tiepolo e di Vivaldi, transitavano le musiche della scuola veneziana ed italiana, lungo la via che portava alle grandi corti del Nord Europa, per finire nelle mani di Bach, che ne rimase ammaliato e ne seppe assorbire ogni idioma stilistico”. La presentazione de “Bach-Il Triduo” è suggellata dall’esecuzione di parti dei Corali di Bach interpretati dal Coro del Friuli Venezia Giulia.

Interventi.
Assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna. “Il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia è di sostanza, per la piena condivisione di un progetto capace di dare a Udine – che si conferma città di cultura – ed al Friuli Venezia Giulia un respiro internazionale per le collaborazioni artistiche e per la risonanza che comporta. Inoltre, l’evento pensato dalla Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Udine propone ancora una volta l’immagine del Friuli come di un laboratorio di eccellenza, in grado di richiamare l’attenzione nazionale e transfrontaliera per le proposte che realizza sì coinvolgendo artisti da altri territori, ma anzitutto facendo crescere i propri artisti, specialmente i propri giovani”. Con “Bach-Il Triduo”, ha aggiunto De Anna, che ha preannunciato la sua presenza ai concerti, “si consolida l’offerta di quel filone della musica sacra che si sta dimostrando come uno dei più forti, dei più capaci di diffondere capillarmente il gusto di accostarsi alla musica di qualità”.
Assessore alla Cultura del Comune di Udine, Luigi Reitani. “Le Passioni e la Messa in si minore di Bach rappresentano vertici assoluti dell’arte e sono uno dei rari momenti in cui la cultura nelle sue forme più complesse si manifesta con una potenza che colpisce e conquista le masse. Avere la possibilità di ospitare a Udine l’esecuzione in successione di questi tre capolavori ci onora profondamente”. È un progetto “ambizioso”, che attesta “la vocazione artistico-culturale della città e che si inserisce in un terreno già fertile”. Sottolineando l’importanza della collaborazione internazionale sottesa all’evento, Reitani ha evidenziato “le convergenze significative fra istituzioni”, che quando si attua “riescono ad esprimere progetti di tale levatura”.
Presidente Cciaa di Udine, Giovanni Da Pozzo. “Bach-Il Triduo è la dimostrazione che quando c’è una stretta sinergia fra istituzioni, anche di colore politico diverso, si possono ottenere risultati mirabili. La Camera di Commercio guarda con interesse alla cultura, perché da sempre alimenta processi virtuosi per l’economia ed il turismo, anche nel nostro territorio. Con questa convinzione, la Camera di Commercio non ha mai mancato di sostenere le perle culturali che sappiamo proporre, a partire da quelle proposte dalla Chiesa friulana”.
Delegato episcopale per la Cultura dell’Arcidiocesi di Udine, don Alessio Geretti. Perché proporre il “Bach-Il Triduo”? “Anzitutto perché la bellezza si addice alla fede: da sempre la fede cristiana ha voluto il miglior repertorio che l’uomo è capace di esprimere, in tutti i campi, da quelli dell’impegno caritativo e sociale a quelli della elaborazione artistica: in ciò, la Chiesa ha conservato la memoria e l’insegnamento della donna che preparò e offrì a Cristo, sei giorni prima della sua morte, il vasetto preziosissimo di alabastro con il pregiato profumo di nardo, durante la cena in casa di Lazzaro. La musica in particolare ha il potere di aprire un varco nell’interiorità, tale che l’ascoltatore si scopre più vulnerabile alla trascendenza o almeno alla sua nostalgia.
In secondo luogo, le tre composizioni che introdurranno alla Settimana Santa sono un capolavoro di architettura musicale teologica, prova del genio di Bach e della sua consapevolezza di ciò che scriveva e che doveva, per così dire, narrare e dipingere con l’invisibile pennello della musica. La struttura dello spartito, le scelte degli strumenti e delle voci, i contrappunti e le fughe sono pensati da Bach in modo tale da combaciare perfettamente con il messaggio teologico di ciascun momento della Passione o della Messa. Bach, in sostanza, ha scritto una sorprendente esegesi della Scrittura: ciò provoca anche noi ad ascoltare la Parola di Dio e a coglierne il cuore, generando poi forme che rivelino la presenza della grazia nella nostra vita.
In terzo luogo, il triduo dedicato a Bach “ci fa ripensare alla centralità culturale che ha la memoria Passionis in Occidente, a partire dalle sacre rappresentazioni medioevali fino ai nostri giorni: quelle memorie, che i Vangeli ci consegnano, ci mettono in contatto con qualcosa che, pur essendo accaduto in un tempo e in uno spazio lontani, è qui vicino a noi, è antico ma non passato, e ci interpella sempre. Sublime provocazione, quella della Passione di Cristo, a ripensare almeno la nostra umanità, se non ci riuscisse di avere il dono della fede: una provocazione, davanti al Crocifisso, ad accorgerci di quante volte si consuma un tradimento tra coloro che mangiano lo stesso pane, e di quanto spesso si vendano anche i più sacri legami per trenta denari, o ci si lavi le mani della sorte degli innocenti mandati a morire… anche oggi, non solo duemila anni or sono. Partecipare al triduo di Bach, quindi, sarà un’emozionante preludio alla settimana più santa dell’anno, per i credenti, ma anche uno stimolo ad essere veramente umani, che può cogliere con commozione e vivere con passione anche chi non avesse il dono della fede”.

Le fotografie delle formazioni impegnate ne “Bach-Il Triduo” sono disponibili sul sito www.corofvg.it.

Scheda opere

Johannes e Mathäus Passion. Passione. In una parola si concentra la memoria soave e triste di ciò che ebbe inizio tra gli ulivi di un antico giardino, una memoria che, resa nella Johannes e Mathäus Passion di Bach monumento di fede e di bellezza, di contrizione e di speranza, domina e afferra tutti. Sacerdote e teologo che oltrepassa con la musica il velo del Tempio, Bach ci introduce nel mistero della grande Agonia, che Gesù volle per poter oltrepassare il velo che ripara e nasconde il cuore di ognuno.
L’ultima maceria, fra noi e la speranza, era l’enorme pietra che fu spazzata via dal sepolcro di Cristo. Bach vuole impressionarci con il racconto di come si arrivò a quella pietra e di come tutta l’umanità abbia contribuito a piazzarla sul corpo morto di Cristo. Bach porta fino a noi, senza cambiarne una virgola, il testo antico e l’emozione perenne del giorno in cui si impiantò nella storia la certezza della sconfitta totale dell’ultimo nemico. All’ultimo, infatti, neppure il corpo si potrà tenere la morte. Per questo, quelle Passioni, con i cori di tutto il mondo, la cantano anche le voci lievi dei bambini. – don Alessio Geretti –

Messa in si minore. Tra i più sacri testi dell’umanità vi è senz’altro la Messa in si minore di J.S. Bach. Acclamata nel 1817 dal critico ed editore svizzero Hans-Georg Nägeli come la più grande opera musicale di tutti i popoli – in una stagione in cui l’ammirazione per il genio di Mozart e di Beethoven era altissima – questa Messa dimostra anche oggi la sua monumentalità, non solo per le dimensioni, per la lunghezza di partitura ed imponenza di organico richiesto, ma per essere elegantissima sintesi di proporzione ed estetica, di teologia e mistica, calcolo e tecnica.
Non sarebbe possibile comprendere una simile opera senza rammentare l’esperienza di fede luterana del suo autore. Bach, per quanto ci è dato sapere, era un uomo di fede, di convinta adesione alla dottrina di Lutero e di notevole maturità spirituale.
La Messa in si minore di Bach è musica sacra. Forse non è o non è mai stata, se non virtualmente, musica liturgica – ineseguibile, a ben guardare, tanto in contesto cattolico quanto in contesto luterano, è però assolutamente musica santa. E santo è la categoria dell’unità realizzata, della sintesi di forma e verità, di senso e sensi, di materia e spirito, di parola e silenzio, di pienezza ed attesa, di tempo ed eternità.
Il testo non è nell’opera musicale come un abito, pur raffinato, che tuttavia si potrebbe mutare senza alterare per ciò chi lo indossa. Il testo vi è congiunto come ad un corpo lo è l’anima. Lì sta il genio: architettura, visione, ispirazione e imitazione, scaturiti dalla meditazione di un testo, anzi, della Parola.
La Messa in si minore di Bach è rivelazione e trasfigurazione della realtà, sa mostrare che questa è qualcosa di più della sua semplice determinazione materiale. Perciò è un’opera che tiene aperte una sfida contro quell’opacità del mondo e del tempo alla quale lo spirito non si deve rassegnare mai. – don Alessio Geretti –

“QUARESIMALI D’ARTE” e “COLLOQUI DI QUARESIMA”

“Bach-Il Triduo” giungerà al culmine del percorso di eventi dedicato al legame tra fede e musica ideato dalla Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Udine per la Quaresima 2012. Un suggestivo itinerario che si snoda sulle vie del pensiero e della bellezza dal titolo “Gesù. Presenza e mistero”, con i “Quaresimali d’arte” e i “Colloqui di Quaresima”.

“Quaresimali d’arte”. Intrecciando Sacra Scrittura, incanto musicale e catechesi dell’Arcivescovo, sarà un percorso di musica ed arte che attraverserà le domeniche di Quaresima (4,11,18 e 25 marzo) in cattedrale a Udine, alle ore 17. Il filo conduttore dei “Quaresimali” è il mistero di Gesù contemplato attraverso alcuni gioielli musicali di eccezionale pregio.
Le ultime sette parole di Cristo sulla croce, nella versione scritta da Haydn (4 marzo) permettono di riprendere un tema caro alla grande predicazione quaresimale e di concentrarsi sulla rivelazione del Figlio di Dio  e della sua misericordia nelle poche ma grandiose parole che pronunciò dalla croce.
Leçons de Ténèbres, scritte dal geniale Couperin (11 marzo) danno voce alle Lamentazioni del profeta Geremia sulla Città Santa totalmente desolata: un modo per lasciarsi guidare da una incantevole composizione a contemplare Cristo tradito che si consegna per noi alla morte.
Le improvvisazioni del grande organista Martin Haselböck (18 marzo) sono la scelta musicale più intonata ad una meditazione sugli incontri con Gesù risorto. Il suono d’organo sublimerà alcuni lacerti della tradizione gregoriana in brani che hanno il sapore della vitalità per la loro improvvisazione e che hanno la forza di molto dire senza usare le parole.
Lo Stabat mater di Salces, una rarità poterlo ascoltare (25 marzo), apre un percorso di componimenti barocchi che nell’intreccio di liuto, organo e voce allude al tema della meditazione sulle forme della presenza di Cristo risorto.

“Colloqui di Quaresima”. Intendono tracciare, con relatori d’eccezione, una via di pensiero indagando sull’attualità e sul fascino di Gesù nella cultura contemporanea. Quattro gli incontri previsti: 3, 15, 22 e 29 marzo rispettivamente a Udine, Codroipo, Palmanova e Tarcento.
Un percorso pensato come un itinerario “parallelo” al cammino di preghiera delle comunità cristiane, aperti anche ai non credenti e ai cercatori della verità, del bene, del bello.

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