Udine: la salute ci fa belli, “Attenzione alle creme solari”

sole«Attenzione alle creme solari: si rischiano allergie, dermatiti e infezioni»

Il monito è lanciato dalla Dottoressa Marcella Di Fant, tra le responsabili della campagna di prevenzione “La salute ci fa belli” – dedicata a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia -. L’avvertimento si riferisce in particolare alla data di scadenza dei prodotti e al tempo trascorso da quando sono stati usati per la prima volta

In estate si fa largo uso di una specifica categoria di cosmetici, quella delle creme solari. Queste contengono sostanze in grado di “filtrare” i raggi del sole, in modo che non siano dannosi per la salute, ma per essere efficaci devono essere utilizzate in modo corretto. Tra le prime cose da tenere in considerazione ci sono «la data di scadenza e quella di efficacia del prodotto dopo l’apertura», come racconta la dottoressa Marcella Di Fant – referente regionale di Cosmetovigilanza e tra le responsabili della campagna di prevenzione “La salute ci fa belli”, messa in opera dalla Aas regionale n° 4 “Friuli centrale” e dedicata a tutti i cittadini della regione -.

LE SCADENZE. «Analizzando rapidamente l’etichetta dei prodotti solari – continua Di Fant -, come accade anche per altri cosmetici, è evidente l’indicazione del “Pao”, acronimo di “post opening period” – periodo di post apertura, rappresentato da un vasetto aperto stilizzato -. Al massimo, nel caso di prodotti di questo genere, è di 12 mesi. Non è quindi possibile usare la crema dell’anno prima (nel caso in cui sia stata aperta), visto che perde di efficacia». Quali le contromosse per il consumatore in questo caso? «Si dovrebbe comprare una quantità commisurata all’uso che se ne deve fare, non confezioni molto consistenti o voluminose. Una volta aperto il contenitore bisognerebbe segnarsi la data, ma raramente succede o ci si ricorda della cosa».

LE CONSEGUENZE DELL’USO IMPROPRIO. Le conseguenze nel caso di prodotti usati dopo la scadenza e/o successivamente al “periodo post apertura” sono diverse, alcune delle quali poco gradevoli come sottolinea Di Fant: «Il danno “minore” è che la crema perda funzione cosmetica, e di conseguenza non protegga dai raggi solari facendo in modo che la pelle si esponga alle ustioni. Peggio ancora potrebbe accadere che si deteriori, causando dermatiti o allergie, che sono tra le conseguenze più classiche e diffuse dei cosmetici difettosi. C’è da considerare inoltre che, nel caso in cui fossero aperti da molto tempo, all’interno dei contenitori potrebbero prolificare i microrganismi, contaminando la crema dal punto di vista batteriologico, arrivando così a causare anche delle infezioni».