Udinese: il pagellone del campionato

udinese-milan-25Dopo l’ultima partita con il Milan che è valsa la Champions League è momento di bilanci. Ecco il pagellone del campionato firmato per Udine20.it da Nicola Angeli. Tante stelle pochissime delusioni, un annata forse irripetibile

8

INLER Nella stagione d’esordio fu la grande rivelazione bianconera. Arrivò in Friuli come ipotetico comprimario, destinato a giocarsi le opportunità di permanenza durante il ritiro. Conquistò da subito Pasquale Marino, che ne fece il fido scudiero di un D’Agostino in stato di grazia. L’annata successiva fu buona, quella dopo appena sufficiente. Nel 2010/11 è tornato ai livelli eccelsi del debutto. Si parla di lui come del partente più gettonato. Sarebbe un peccato non poterlo apprezzare più, ma è comprensibile che vada alla ricerca di nuove motivazioni.

HANDANOVIC Assieme a Di Natale e Pinzi era presente in rosa anche all’epoca della prima qualificazione in Champions, ma al contrario al 2005 in questo caso è uno dei protagonisti principali del piazzamento. Alle soddisfazioni del traguardo collettivo aggiunge quelle personali, rappresentate dal record di imbattibilità della serie A 2010/11 (704 minuti) e dal primato di rigori parati in una sola stagione (6). I nostalgici non dimenticheranno di certo le parate sulle conclusioni dal dischetto su Cavani al San Paolo e su Zarate al Friuli, fondamentali nel momento in cui dovevano essere definite le ambizioni udinesi.

SANCHEZ Arriva nel 2008, fresco del titolo del “Clausura” argentino conquistato con il River Plate assieme a Diego Buonanotte e al “Loco” Abreu. Le aspettative sono enormi, ma a un certo punto paiono decisamente esagerate. Qualcuno ricorderà un Udinese – Tottenham di Coppa Uefa di fine ottobre, con il Niño attento a proporre solo tentativi di doppi passi e giocate fini a se stesse. Di fronte aveva un lungagnone gallese, anch’egli apparentemente poco adatto alla situazione. A tre anni di distanza Alexis Sanchez e Gareth Bale sono, giustamente, in cima alla lista dei desideri dei maggiori club continentali.  Il cileno è definitivamente esploso, facendo quel passaggio che viene pronosticato a tanti, ma che riguarda solo pochi eletti.

DI NATALE Le scorie di un mondiale duro da digerire, la prolifica annata precedente, le voci riguardanti le sue perplessità riguardo ai metodi di lavoro del nuovo tecnico, le ombre sul mancato passaggio alla Juventus. I presupposti di inizio campionato erano più o meno questi quando si discuteva di quello che avrebbe potuto fare Antonio Di Natale. Gli speranzosi avrebbero brindato a quindici gol stagionali, gli ottimisti si sarebbero augurati quota venti. Totò ha deciso invece di fare ancora meglio, diventando nuovamente principe dei bomber italiani, passando la boa delle cento reti bianconere e confermandosi giocatore dalle qualità sopraffine.

7,5

ISLA Duttile e inesauribile. Si è concesso poche pause sulla fascia di sua competenza, e quando lo ha fatto ne ha risentito tutta la squadra. Col connazionale e compagno di bisboccia Sanchez ha creato un’accoppiata difficile da arginare per tutte le difese della serie A, destabilizzando la convinzione che ha dominato negli ultimi venti anni il calcio italiano, concentrato più sulla ricerca di energumeni da adattare a calciatori che sulla valorizzazione della tecnica e dell’agilità. Due sole reti per lui, ma fondamentali. A Bari ha chiuso i giochi sparando una sassata alle spalle di Gillet, a Verona ha aperto la strada al successo che ha permesso di annusare intensamente il profumo d’Europa.

ARMERO Più di qualcuno ha storto il naso quando, per occupare il posto di riserva di Giovanni Pasquale si è ricorsi al colombiano, precedentemente scartato dal Parma. Traumatici gli inizi, con il quattro a zero subito a domicilio da quella che veniva descritta come  una grande Juve e con le pesanti responsabilità sul primo gol di Di Vaio al Dall’Ara. Poi il rapido adattamento al calcio italiano e la presa di coscienza delle proprie capacità, sostenute da una forza esplosiva che ha pochi eguali.

PINZI Di ritorno in Friuli dopo le stagioni veronesi sembrava dovesse partire verso altre destinazioni. Invece si è rivelato decisivo e profondamente migliorato, sopratutto dal punto di vista del carattere, che negli anni precedenti gli aveva giocato qualche brutto scherzo. Leader silenzioso e poco celebrato, meritatamente nel gruppo degli insostituibili. Una certezza anche per la prossima stagione.

BENATIA Battesimo di fuoco per il franco marocchino in quel di San Siro, al cospetto dei campioni d’Italia e d’Europa dell’Inter. Al termine dell’incontro fu tra i migliori in campo, sorprendendo così i suoi nuovi tifosi. Appassiona perché interpreta il ruolo di difensore “alla vecchia”, dando vita con gli attaccanti avversari a duelli dall’antico sapore di marcatura a uomo. Fra i pochi in Italia a eseguire il tackle scivolato in modo tanto efficace quanto spettacolare e pulito.

7

DOMIZZI Attento e integrato alla perfezione con i suoi compagni di reparto nel corso di tutto il campionato. Rigenerato dopo la parentesi poco soddisfacente del 2009/10 ritrova anche la sua verve di goleador, che nell’ultimo anno di Napoli lo aveva visto timbrare il cartellino delle marcature addirittura otto volte. Due reti, in entrambe le occasioni allo stadio Friuli e sotto la curva sud. La prima volta partecipa  da protagonista alla vittoria contro l’Inter, la seconda agguanta a pochi minuti dal termine il pareggio col Bologna.

ZAPATA Fino a qualche anno fa alternava domeniche da campione ad altre da crisi di nervi per chi lo osservava. Il rapporto è sensibilmente migliorato, e le occasioni in cui non fornisce prestazioni all’altezza non sono più traumatiche come accadeva in passato. Va però detto che se nelle sue corde ci fosse anche la continuità sarebbe probabilmente già lontano da Udine. Per forza di cose le voci di mercato coinvolgeranno anche lui, ma un altro campionato alla corte di Guidolin lo potrebbe consacrare tra i migliori al mondo.

ASAMOAH All’inizio è stato fra quelli che hanno maggiormente sofferto delle fatiche mondiali, ma il lungo cammino africano delle Stelle nere lo giustifica appieno. Abituato a inserirsi con frequenza negli anni precedenti, si è dovuto riciclare come uomo di contenimento al servizio delle scorribande dell’esuberante dirimpettaio Armero. Di certo meno appariscente e spettacolare dell’anno e mezzo precedente, ma di sicuro molto più redditizio e utile alla causa.

6,5

ABDI’ Bene all’inizo e alla fine, ha faticato più del dovuto nella parte centrale della stagione. Va apprezzato per la capacità di proporsi in diverse zone della linea mediana. Originariamente era stato presentato come un trequartista, ma è in grado di coprire molto bene tutti i ruoli del centrocampo.

CORRADI Emarginato in ritiro e  dato per partente sicuro ha lavorato sodo e in silenzio, garantendosi la credibilità che gli era mancata la scorsa stagione. Eroe della prima vittoria fuori casa contro il Brescia, seguita poi da altri otto successi esterni.

BELARDI Assieme a Corradi identificato come la vera anima dello spogliatoio. Compagni e addetti ai lavori lo descrivono come un futuro allenatore. Il tempo saprà dire se le sensazioni dei più sono corrette.

6

DENIS Quattro reti sono decisamente poche per quello che, durante la campagna estiva, era stato presentato come il colpo di mercato più atteso. Il recupero dall’infortunio ne ha pregiudicato l’inserimento, e nel momento in cui avrebbe potuto essere disponibile l’ascesa di Sanchez cominciava a essere inesorabile. Il raddoppio al San Paolo è con certezza il punto più elevato del suo anno di Udinese.

PASQUALE L’esterno piemontese, suo malgrado, si ritrova a essere vittima della rebolation, dovendo così cedere il posto ad Armero. All’inizio soffre con tutti i compagni, poi gli equilbri si modificano e riesce a inserirsi solamente come esperto rincalzo.

CODA Mette assieme ventidue gettoni, proponendosi come primo cambio del terzetto difensivo titolare. La sua stagione si interrompe in modo brusco al Franchi di Firenze, con la rottura del legamento crociato. In bocca al lupo.

BADU Il campioncino del mondo di Egitto 2009 non ha ancora saputo cogliere nel segno come hanno precedentemente fatto a Udine i suoi connazionali Muntari e Asamoah. Visto l’anno di nascita (1990), di tempo per rimediare ce n’è in abbondanza.

5,5:

CUADRADO Riesce a proporre buone cose quando spinge, ma in retroguardia non è ancora da campionato italiano. Manifesto di tutto ciò lo spezzone di partita giocato contro la Roma in casa.

FLORO FLORES Tre reti e parecchia indolenza nello spicchio di campionato consumato all’ombra dell’arco del Friuli. Il suo tempo da queste parti era fisiologicamente finito. A Genova ha trovato la continuità che fin’ora, in serie A, gli era sempre mancata.

VYDRA, EKSTRAND,ANGELLA Pochi minuti per attribuire un voto corretto.

STAFF TECNICO: Più che di voti in termini numerici è corretto parlare di giudizi. In questo caso trattasi di “eccellente”. Guidolin ha preso in mano un gruppo insicuro e apparentemente rabbreciato,  dando vita a una formazione che ha messo in mostra il miglior calcio tricolore dell’ultimo periodo, traendo il meglio dal materiale umano e tecnico che aveva a disposizione. Incredibile il lavoro di chi ha preparato fisicamente la squadra: il tecnico di Castelfranco era reduce da diversi campionati con i gironi di ritorno meno cospicui, in termini di punti guadagnati, di quelli di andata. La proporzione si è invertita, dando vita all’ottimo campionato che abbiamo potuto ammirare.

Nicola Angeli

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