8 marzo: Panariti, l'unica lotta che si perde è quella che s'abbandona

Palmanova, 9 mar – “L’unica lotta che si perde è quella che si
abbandona e la tenacia delle donne di Plaza de Mayo è il simbolo
di una lotta personale e sociale sublimata nella difesa stessa
dell’identità e della condizione umana”.

Nelle parole dell’assessora regionale alle Pari opportunità,
Loredana Panariti, si racchiude tutta l’intensità di una
testimonianza che a 40 anni di distanza ha rievocato la forza
attuale dei movimenti femminili che in Argentina hanno combattuto
per ottenere verità sui desaparecidos.

Una testimonianza che si è dispiegata in “Donne resistenti,
un’intervista con la storia: le madri e le nonne di Plaza de
Mayo”, incontro che ha aperto la rassegna Donnaedintorni,
organizzata dall’amministrazione comunale in occasione dell’8
marzo.

Ospiti dall’Argentina Carolina Rut Pesino e Elsa Pavon che, come
ha sottolineato Panariti, “hanno dato rilievo e memoria a un
movimento femminile che ha fatto la storia dei diritti umani del
secolo scorso, portando fino a noi le ferite mai rimarginate di
donne che hanno opposto alla sofferenza individuale una lotta
sociale destinata ad imporre il coraggio alla paura”.

Intensi e toccanti i racconti e le riflessioni che si sono
alternate tra Carolina Rut Pesino, psicoanalista e docente della
facoltà di Psicologia dell’Universidad Nacional de Buenos Aires e
presidente del comitato per la difesa della salute, dell’etica
professionale e dei diritti umani ed Elsa Pavon, membro
dell’Associazione “Madres de Plaza de Mayo – Linea Fundadora”,
attiva e instancabile sostenitrice della tutela dei diritti
umani.

Un racconto a più voci, coordinato dalla giornalista Luana De
Francisco, che ha permesso di ricostruire l’esperienza della
Pavon come attivista nel campo dei diritti civili per perseguire
la verità sulla scomparsa dei figli e per rivendicare il diritto
al ricongiungimento con i nipoti biologici. Un racconto vivo
giunto proprio dalla donna che per prima nella storia del
movimento ha ottenuto la possibilità di trovare e riconoscere la
nipote, figlia di Monica, scomparsa nel 1978 assieme al genero e
alla piccola, allora di soli 23 mesi.

Su 500 bambini scomparsi, solo 127 sono quelli tuttora ritrovati;
“tutti gli altri impongono come ci ha mostrato stasera questa
donna straordinaria che la lotta continui a difesa di un’identità
che non si ricompone senza verità e di una verità che è
condizione essenziale per la giustizia” ha concluso Panariti.
ARC/SSA/ppd

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