Acqua: Mons Crepaldi, ingenuità sul sì ai referendum

Foto02-Rocchi-CarboneMonsignor Crepaldi, arcivescovo di Trieste, dalle colonne del settimanale cattolico triestino “Vita Nuova” prende posizione sui referendum della settimana scorsa con la straripante vittoria dei sì. Un articolo che non mancherà di far discutere

dall’articolo di Monsignor Crepaldi

Molti cattolici saranno contenti di aver contribuito ad evitare una inesistente “privatizzazione” dell’acqua. Trasformare il quesito referendario nel dilemma “privatizzazione sì privatizzazione no” è un vero e proprio non senso. Però molti cattolici penseranno di avere “vinto” o di aver contribuito a far vincere la causa giusta. In realtà hanno fatto vincere il vento del mondo, e ad un prezzo piuttosto alto. Una minore ingenuità, a questo proposito, sarebbe stata molto utile. Può capitare che uno pensi di andare a votare per l’acqua e invece voti per il divorzio breve.

Ogni appuntamento referendario ha anche una ricaduta sul quadro politico. Si vota sull’acqua ma le ripercussioni politiche aprono (o chiudono) altre porte. Può capitare che uno pensi di andare a votare per l’acqua insieme ad associazioni che promuovono i diritti umani. Poi però si accorge che quelle associazioni che promuovono i diritti umani e votano con lui per l’acqua sono anche a favore dell’aborto, lo sostengono teoricamente e lo promuovono praticamente. Il voto sull’acqua non è stato solo un voto sull’acqua. Di quel voto altri ne approfitteranno per fare cose che ai cattolici non dovrebbero andar bene.

In conclusione
Mi auguro che possa continuare una approfondita discussione sulle posizioni assunte dal cosiddetto mondo cattolico in occasione del recente referendum, sulle categorie di pensiero che orientano il discernimento. A mio avviso non c’è molto da festeggiare. Sono emerse infatti discrepanze, scollamenti, incertezze sugli obiettivi da raggiungere e sulla strada da percorrere.

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