Agricoltura: Shaurli, interventi costanti contro cimice asiatica

Trieste, 12 lug – Regione ed Ersa stanno costantemente
monitorando la diffusione e i danni provocati dalla cimice
marmorata asiatica che sta destando preoccupazione in particolare
nel Medio Friuli e nel Pordenonese.

L’insetto, presente in Europa dal 2004 e individuato per la prima
volta in Italia nel 2012 in provincia di Modena (Emilia Romagna),
dove ha causato danni ingentissimi soprattutto ai frutteti, si è
rapidamente diffuso nel Nord Italia ed è giunto in Friuli Venezia
Giulia nel 2014, registrando picchi di presenza nelle aree di
Sedegliano e Spilimbergo.

La sua proliferazione è dovuta all’assenza di antagonisti
naturali, tanto che l’Unione Europea l’ha già dichiarata
ineradicabile. La sua diffusione, dunque, non è legata a
determinate colture (come la soia) o alla vicinanza delle aree
coltivate ai centri abitati.

Nonostante la preferenza per i frutteti, la cimice asiatica è un
insetto polifago e molto vorace, che si nutre di qualsiasi genere
di piante in grande quantità e quando succhia il tessuto dei
frutti in formazione ne impedisce lo sviluppo o li rende
deformati, con parti marcescenti. Diversamente da altre cimici si
sposta in sciami ed ha una grande mobilità che, purtroppo, le
consente di passare da una coltura all’altra percorrendo notevoli
distanze.

La sua espansione nel territorio regionale è osservata con
preoccupazione da istituzioni e agricoltori perché, oltre agli
ingenti danni alle produzioni, può creare disagi alla
popolazione, pur non essendo pericoloso per la salute. In
autunno, soprattutto, può intraprendere vere e proprie invasioni
delle case alla ricerca di un luogo dove svernare.

“È un problema – spiega l’assessore regionale alle Risorse
agricole e forestali, Cristiano Shaurli – che stiamo affrontando
con più linee di intervento. La prima è rivolta alla tutela delle
produzioni e prevede l’impiego di reti antinsetto, combinato con
una eventuale difesa chimica di soccorso che, attualmente,
risulta il metodo migliore per il controllo della cimice”.

L’uso di agenti chimici, infatti, anche se è la strategia
maggiormente utilizzata, da sola non basta e va integrata con
l’uso di barriere fisiche poste a protezione delle colture
agrarie. A questo fine la Regione si è mossa in maniera molto
decisa, finanziando all’80% l’acquisto e l’installazione di reti
protettive (fino ad oggi sono pervenute 39 domande, per un
importo di aiuti di 880mila euro) e attivando il Fondo emergenze
in agricoltura (con una disponibilità di circa 2 milioni di euro)
per il pagamento di indennizzi a ristoro dei danni, non essendo
in questo caso assicurabili le perdite del raccolto.

Attraverso l’Ersa è stata inoltre avviata un’attività di
collaborazione con diversi soggetti, tra i quali l’Università di
Modena-Reggio (capofila), il Consorzio fitosanitario della
provincia modenese e Agrion Piemonte, per la definizione di
strategie Attract&kill finalizzate ad attirare le cimici in
apposite trappole, alcune delle quali già installate anche in
Friuli Venezia Giulia.

L’altra linea di intervento è finalizzata a contenere il disagio
ai cittadini. “Abbiamo avviato – conferma Shaurli – una
partnership tra Ersa e Protezione civile regionale per valutare
la possibilità di procedere a disinfestazioni presso le
abitazioni e abbiamo prodotto circa 40 mila volantini informativi
che in agosto verranno distribuiti alle famiglie delle aree
maggiormente colpite dalla cimice”.

“In collaborazione con le amministrazioni locali, con cui siamo
in costante contatto, abbiamo programmato – annuncia l’assessore
– di tenere un ciclo di incontri pubblici, tra fine luglio e
agosto, per ogni utile chiarimento e per presentare anche i
rimedi più diffusi atti a limitare la presenza delle cimici in
prossimità delle case.

“La Regione, sia con la professionalità ed il personale dell’Ersa
sia con importanti risorse finanziarie, è intervenuta
immediatamente con forza. Manteniamo costanti contatti –
sottolinea ancora Shaurli – con le altre Regioni, a partire da
quelle maggiormente colpite, e con i centri di ricerca,
auspicando che trattamenti specifici e più efficaci siano ormai
prossimi”.

“Allo stesso tempo – evidenzia l’assessore regionale – dobbiamo
fare tutto il possibile per limitare diffusione e danni anche
contando sulla collaborazione di agricoltori e cittadini, sapendo
però che le sfide del futuro passeranno anche attraverso un
potenziamento dei controlli sul traffico delle merci e
sull’attività degli operatori fitosanitari dal momento che –
conclude Shaurli – la globalizzazione dei mercati favorirà
inevitabilmente l’arrivo di organismi alloctoni da ogni parte del
mondo”.

ARC/COM/fc

Powered by WPeMatico