Al Malignani lezione di robotica in friulano ed inglese

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E’ possibile insegnare robotica o elettrotecnica in lingua friulana? Con quale ricaduta sul profitto scolastico degli studenti e sulla qualità di una scuola che deve essere sempre più plurilingue? A queste domande ha cercato di dare risposta la Provincia che, nell’anno scolastico 2009/2010, ha attivato il Progetto pilota “Laboratorio C.L.I.L. in lingua friulana” rivolto alle scuole secondarie di 2° grado del territorio, non interessate direttamente dalle disposizioni della legge 482/99. Clil – Content and LanguageIintegrated Learning (apprendimento integrato di lingua e contenuto) – è una metodologia didattica che prevede che alcune discipline scolastiche vengano insegnate e quindi apprese usando contestualmente ed in maniera integrata non la lingua italiana ma un’altra lingua, che viene perciò chiamata lingua veicolare.
Terminata la prima fase, quella relativa alla formazione degli insegnanti, ha preso le mosse quella delle lezioni in classe. Oggi all’Iti Malignani di Udine il presidente della Provincia on. Pietro Fontanini, il presidente dell’Arlef Lorenzo Zanon, la professoressa Carmel Coonan dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – tra i maggiori esperti del metodo Clil -, il professor Federico Vicario dell’Università degli Studi di Udine e la coordinatrice del progetto Rosalba Perini hanno assistito alla lezione di elettrotecnica e robotica in inglese e friulano rispettivamente di una terza e di una quarta elettrotecnici. «Il progetto – ha precisato Fontanini – si connota come un’assoluta innovazione nell’ambito della costruzione strutturata e monitorata di modelli organizzativo-didattici C.L.I.L. in lingua friulana e lingua comunitaria, in grado di tradurre operativamente l’ipotesi di uno sviluppo europeo del sistema scolastico friulano. La nostra lingua – ha aggiunto – può essere tranquillamente usata nelle nuove tecnologie e nei nuovi modi di diffondere la conoscenza. La lingua è una cosa viva che si evolve con la società, per questo tanto più sarà usata in ogni contesto, tanto più avrà un futuro. Il fatto che i friulani siano naturalmente bilingui è una risorsa, rende la mente più elastica nell’apprendere anche le altre lingue: fondamentale – ha concluso Fontanini rivolgendosi ai ragazzi – studiare anche l’inglese per completare al meglio la vostra formazione». Nella prima fase, l’iniziativa progettuale – nata dalla collaborazione tra la Comunità delle Province Friulane, l’Ufficio Scolastico Regionale, Scuole dell’autonomia, l’Università di Udine, l’Università Ca’ Foscari di Venezia e la Società Filologica Friulana – ha inteso sperimentare in un numero ristretto e selezionato di istituzioni scolastiche della provincia di Udine (oltre al Malignani le scuole partecipanti sono il Liceo Magrini di Gemona, il Liceo Classico “J Stellini” di Udine e l’ISIS Solari di Tolmezzo), dei moduli didattici in lingua friulana, con un’armonizzazione dei programmi nazionali e dei curricoli locali. Il percorso sperimentale CLIL in lingua friulana è centrato sull’uso integrato della didattica veicolare che, garantendo il raggiungimento dei livelli essenziali di conoscenza disciplinare a tutti gli studenti, permette un uso vivo e contestuale della lingua minoritaria per l’insegnamento delle discipline, anche in ambito plurilingue.
In quest’ottica il progetto rappresenta un’esperienza esemplare quanto a impianto scientifico e a sistematicità di obiettivi, modalità di realizzazione e di monitoraggio dei risultati. Ma ancora di più, costituisce un modello di intervento nella scuola e con la scuola che coniuga ricerca sperimentale, innovazione, formazione dei docenti, percorso di accompagnamento e supporto dei docenti coinvolti nell’iniziativa.

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