Ambiente: foraggiamento illegale cinghiali, segnalati a Procura Ud

Operazione condotta dal Noava del Corpo forestale Fvg

Trieste, 9 set – I forestali del Nucleo operativo per
l’attività di vigilanza ambientale (Noava) del Corpo forestale
del Friuli Venezia Giulia hanno portato a termine nei giorni
scorsi, nell’area di una riserva di caccia della pedemontana
udinese, un’attività d’indagine sulla diffusa pratica del
foraggiamento illegale del cinghiale. L’operazione ha consentito
di individuare alcune persone segnalate successivamente alla
Procura della Repubblica di Udine. Gli stessi forestali hanno
provveduto a sequestrare tutte le attrezzature utilizzate dagli
autori di tale pratica illecita.

L’attività di controllo è volta a verificare il rispetto della
Legge 221 del 2015, finalizzata al “contenimento della diffusione
del cinghiale”, e stabilisce che il foraggiamento di tale specie
è vietato e può essere attuato solo nel periodo di apertura della
caccia e con specifiche modalità, tra le quali l’utilizzo
esclusivo di granella di mais nella quantità massima di 1 kg al
giorno, mentre sono espressamente vietati altri alimenti quali
pane, frutta, scarti alimentari e di macellazione prevedendo
inoltre il distanziamento dei siti di foraggiamento.
L’importanza di tale divieto, volto al contenimento della
proliferazione della specie cinghiale, è evidenziato dalla
sanzione penale prevista per la sua violazione che prevede
l’arresto da 2 a 6 mesi o un’ammenda che può arrivare fino a
2.000 euro.

Il contenimento della specie del cinghiale viene attuato
riducendo la disponibilità alimentare al fine di limitarne la
diffusione sul territorio ed evitare di rendere stanziali
esemplari “nomadi” in zone dove la loro presenza può creare
problemi quali l’interazione con la popolazione, danni
all’agricoltura e, non ultimo, incidenti stradali, come
verificatosi nei giorni scorsi sull’autostrada A4.

Il divieto di foraggiamento non vige nel periodo di apertura
della caccia, quando invece è consentito, anche se in limitate
quantità di alimento, così da attrarre gli animali per
l’abbattimento.

Nella fattispecie, durante il mese di giugno, dalle attività di
controllo del territorio operato dai forestali, è stato accertato
che in una riserva di caccia della pedemontana udinese veniva
praticata l’attività di foraggiamento in siti diversi, nonostante
la caccia fosse chiusa sino alla metà di settembre.

Le indagini, condotte e portate a termine dal Noava, hanno
permesso di accertare che in tali siti di foraggiamento vi fosse
una massiccia presenza di cinghiali. La condotta illegale
avveniva utilizzando distributori automatici di granella di mais
con integrazione di frutta sparsa sul terreno e liquidi
attrattivi per la selvaggina.
ARC/COM/gg/ma

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