Andrea Bruno Mazzocato: l’omelia nella Santa Messa del Mercoledì delle Ceneri

Andrea Bruno Mazzocato: l’omelia nella Santa Messa del Mercoledì delle Ceneri

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Care sorelle e fratelli,
la Parola di Dio, che abbiamo ascoltato, ci ha rivolto l’invito accorato di Dio, attraverso il profeta Gioele: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti; ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso”.
Questa è la strada maestra che ogni anno la Quaresima spinge ad imboccare, la grande conversione da rinnovare: “Ritornate al Signore, vostro Dio”.
E’ la strada che Papa Francesco raccomanda nel suo messaggio per la Quaresima. Egli ci ricorda che Gesù, il Figlio di Dio, per venire incontro all’uomo “da ricco che era si è fatto povero per noi”. Ha messo in pratica per primo la parabola del Buon Samaritano ed è venuto a cercarci lungo le strade della vita, in mezzo ai nostri errori e peccati.
E’ venuto a cercarci e, come il Buon Pastore, ci ha preso sulle sue spalle per riportarci a Dio Padre dal quale abbiamo sempre la tendenza ad allontanarci. Il Papa ha una espressione molto intensa che riassume la salvezza che Gesù continua ad offrirci: “Quando Gesù ci invita a prendere su di noi il suo ‘giogo soave’, ci invita ad arricchirci di questa sua ‘ricca povertà’ e ‘povera ricchezza’, a condividere con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito”.
Questa è la salvezza per ogni uomo e per tutta l’umanità: sentirci in Gesù figlio di Dio Padre e, di conseguenza, tutti fratelli di Gesù e tra di noi.
Chiediamoci, all’inizio della Quaresima: “Sentiamo in noi il desiderio di ritrovare Dio nella nostra vita? Di pregarlo come un figlio prega il Padre; proprio come faceva Gesù ogni momento della sua esistenza terrena?”.
Se non sentiamo in noi questo desiderio, questo è il segno – ce lo ricorda sempre Papa Francesco nel suo messaggio – che non siamo abbastanza poveri. Che siamo attaccati a delle ricchezze e a delle false sicurezze che sono diventate i nostri idoli, il surrogato di Dio.
Per riscoprire in noi il consolante desiderio di Dio, è necessario “svuotarci” delle illusorie ricchezze e ritrovarci più poveri, ad imitazione di Gesù.
Per vivere questo esercizio spirituale ci vengono incontro i tre impegni quaresimali, che abbiamo ascoltato ancora una volta nel Vangelo: la preghiera, il digiuno, l’elemosina. Sono i modi molto concreti per purificare il nostro cuore e renderlo più povero e disponibile a tornare al nostro Dio.
La preghiera riporta l’uomo a casa, alla sua vera casa che Gesù chiama “il suo segreto”, il segreto del cuore dove solo il Padre vede. La preghiera rende più poveri perché richiede silenzio esteriore ed interiore. Per ritrovare il gusto del silenzio è necessario impoverirci di tante voci, immagini, rumori che riempiono le orecchie, gli occhi e la mente. Nel silenzio l’uomo si spoglia, ritrova il contatto diretto con la sua coscienza. Lì può sentirsi col desiderio di cercare lo sguardo di Dio Padre, l’unico che vede dentro il mistero del cuore dell’uomo.
Il digiuno svuota da cose materiali che non sono indispensabili per vivere. Fa riscoprire che la vita vale più del cibo e il corpo più del vestito che indossa. Purifica dalla tendenza alla gola che è l’attaccamento ai beni materiali e al loro consumo che placa, momentaneamente, la paura di sentirsi poveri, svuotati. Il coraggio di vincere abitudini ormai incrostate dentro di noi e di renderci liberi da cose superflue rende più poveri ma più liberi di cercare nella spiritualità, nel rapporto di figli con Dio il senso della nostra esistenza.
L’elemosina purifica, infine, dalla tendenza all’avarizia che porta a tenere il pugno stretto sui beni che abbiamo per paura che qualcuno ce li porti via e ci renda più poveri. Per l’avaro, il povero che passa accanto è una specie di ladro che può portargli via un po’ di quello che possiede.
L’elemosina rende più poveri, ma più liberi. Dona la gioia di imitare Gesù e di farci poveri per arricchire chi ha meno di noi. Aiuta a riscoprire che il vero tesoro non sono i beni che tieni stretto ma la persona che hai accanto e che stende la mano verso di te.
“Ritornate a me con tutto il cuore”: questo invito della Parola di Dio sia il nostro programma quaresimale. Proviamo a riaprire i nostri interessi e desideri verso Dio. Per far questo, seguendo l’esempio di Gesù – ricordato dal Papa – impegniamoci a diventare più poveri grazie alla preghiera, al digiuno, all’elemosina.
Il rito delle ceneri che tra poco vivremo sia il gesto esteriore che avvia un reale cammino quaresimale di conversione e di purificazione del cuore.

+ Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine