Cararsa: dieci piccoli indiani di Agatha Christie sul palco del Pasolini

Casarsa della Delizia – Scritto nel 1936 e pubblicato nel 1939, E non rimase nessuno è considerato il capolavoro di Agatha Christie: una struttura perfetta, capace di tenere il lettore inchiodato al libro fino all’ultima pagina. L’adattamento teatrale ha preso il nome di Dieci piccoli indiani… e non rimase nessuno! Lo spettacolo, diretto da Ricard Reguant, reduce da due stagioni di successi, ritornerà per una recita nel Circuito ERT: domenica 18 novembre alle 20.45 al Teatro Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia. Sul palco del Pasolini saliranno Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Silvano Piccardi, Ivana Monti, Luciano Virgilio, Alarico Salaroli e Giancarlo Ratti.

Ritornando alla genesi di questa edizione teatrale, va ricordato che nel 1943 Agatha Christie adattò ella stessa il romanzo per il palcoscenico; lo spettacolo rimase in cartellone a Broadway per 426 repliche. L’opera teatrale differiva dal romanzo nel finale perché l’autrice volle risparmiare agli spettatori un finale drammatico proprio durante gli anni del secondo conflitto mondiale; decise, quindi, di sostituirlo con un lieto fine. Il risultato fu un lavoro forse un po’ deludente e frettolosamente pasticciato. Oggi, per la prima volta e in accordo con la Aghata Christie Limited, il finale dello spettacolo sarà quello del giallo.

La vicenda ha luogo nel 1939, con l’Europa alle soglie della guerra. Dieci sconosciuti per vari motivi sono stati invitati su una bellissima isola. Arrivati nelle camere, trovano affissa allo specchio una poesia, Dieci piccoli indiani. La filastrocca racconta di come muoiono, uno dopo l’altro, tutti i dieci indiani. Una serie di morti misteriose infonde il terrore negli ospiti che presto giungono a una scioccante conclusione: l’assassino è uno di loro. E non rimase nessuno è forse il romanzo più cupo della scrittrice inglese, probabilmente a causa degli echi della guerra che di lì a poco sarebbe scoppiata. Grazie a questa cupezza, però, la scrittrice riesce a dare sfogo a una vicenda piena di intrigo e suspense che trova il suo apice in un finale tra i più elettrizzanti e spiazzanti mai scritti. L’uso della filastrocca infantile ribadisce il clima angosciante che pervade tutto il romanzo manifestandosi tra i due poli contraddittori della colpa e dell’innocenza.