Caso Regeni: fallito il vertice con gli inquirenti, richiamato l’ambasciatore

Giulio RegeniIl vertice tra italiani ed egiziani sul caso Regeni si è sostanzialmente risolto in un fallimento ed ora la collaborazione tra le autorità giudiziarie dei due paesi può considerarsi di fatto interrotta. E’ quanto si apprende in ambienti giudiziari di piazzale Clodio. Delusi inquirenti ed investigatori che non hanno ottenuto quanto richiesto agli omologhi egiziani.

Il Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell’Ambasciatore al Cairo Maurizio Massari. La decisione fa seguito agli sviluppi delle indagini sul caso Regeni e in particolare alle riunioni svoltesi a Roma ieri e oggi tra i team investigativi italiano ed egiziano.

In base a tali sviluppi – comunica la Farnesina – si rende necessaria una valutazione urgente delle iniziative più opportune per rilanciare l’impegno volto ad accertare la verità sul barbaro omicidio di Regeni.

Il vertice si è concluso tra gli inquirenti e gli investigatori di Italia ed Egitto che indagano sulla morte di Giulio Regeni dopo una mattinata di lavoro alla scuola superiore di polizia, le delegazioni hanno lasciato la struttura per proseguire gli incontri durante un pranzo in un’altra sede.

 

La famiglia Regeni “prende atto con amarezza del fallimento del vertice tra le autorità giudiziarie italiane e quelle egiziane” ed “esprime soddisfazione per la decisione del ministro Gentiloni di richiamare in Italia l’ambasciatore Massari”. “Siamo certi – affermano i genitori di Giulio – che le nostre istituzioni e tutti coloro che stanno combattendo al nostro fianco questa battaglia di giustizia non si fermeranno fino a quando non otterranno verità'”.
“L’Italia, come voi sapete, ha preso un impegno con la famiglia Regeni, con la memoria di Giulio ma anche con la dignità con ciascuno di noi che ci saremmo fermati solo davanti alla verità. È fondamentale la valutazione degli inquirenti e dei magistrati: la decisione del governo italiano è arrivata dopo l’incontro dei magistrati italiani”. Così Renzi, dopo il cdm, spiega la decisione italiana.

 

“Questo è uno di quei casi in cui rispetto della vita umana, esigenza di verità e onore del Paese sono intrecciati fino a identificarsi. Richiamare l’ambasciatore non era un’opzione ma un atto doveroso”. Lo ha affermato la presidente FVG Debora Serracchiani, dopo che la collaborazione delle autorità egiziane è stata valutata insufficiente ai fini delle indagini sull’assassinio di Giulio Regeni. “La determinazione che l’Italia sta mostrando è pari alla insoddisfazione totale per un comportamento delle autorità egiziane dai contorni sempre più sconcertanti. Non si comprende infatti come abbiano potuto pensare di venire in Italia a raccontare una versione già del tutto screditata”. Per Serracchiani, “non sarebbe tollerabile, a cominciare dalla famiglia cui rinnoviamo piena solidarietà e vicinanza, se qualcuno in Egitto pensasse di iniziare un tragico gioco a rimpiattino con i nostri inquirenti”.