Chiude H&M in centro a Udine con 14 lavoratori. Sindacati: “Scelta cinica e irresponsabile, la multinazionale torni sui propri passi”

H&M annuncia la riorganizzazione e la chiusura di 8 punti vendita in Italia, Udine e Gorizia tra le città che abbasseranno le serrande dei negozi. A rischio centinaia di posti di lavoro.
I sindacati: “Scelta cinica e irresponsabile nella fase di emergenza. La multinazionale torni sui propri passi” 

Già si contano i primi effetti della crisi economica generata dal coronavirus sull’occupazione nelle grandi catene di vendita dell’abbigliamento, tra i comparti che hanno subìto più di altri il lockdown.

La multinazionale svedese H&M, che in Italia conta 180 punti vendita e 5.500 addetti, ha annunciato ai sindacati che dal 4 maggio non riapriranno i due negozi di Milano, e Bari, e Udine tra agosto e novembre chiuderanno ulteriori 4 negozi a Vicenza, Vassano, Grosseto, Gorizia, secondo una impostazione dettata dal board internazionale.

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che con la direzione italiana di H&M nel 2018 hanno sottoscritto il primo contratto integrativo aziendale, hanno espresso forti perplessità sulle chiusure annunciate che alimentano la preoccupazione e il clima di incertezza sul futuro delle centinaia di lavoratori coinvolti, già gravemente minato dalle conseguenze generali della diffusione della pandemia.

Le tre sigle, consapevoli che la crisi sanitaria ha comportato e comporterà gravi danni a tutto il tessuto economico e produttivo non solo italiano, richiamano la direzione di H&M alla responsabilità sociale di impresa, a più riprese invocata anche al livello internazionale, in un momento drammatico per la vita del Paese.

In un comunicato congiunto diffuso tra i lavoratori, definiscono “una scelta cinica e irresponsabile” puntare “alla sostenibilità economica nel lungo periodo”, scelta che “uccide la speranza di migliaia di lavoratori e lavoratrici per una ripresa complicata ma possibile”.

“Una previsione, 72 anni, che rasenta il ridicolo. Non possiamo certo credere che ci sia concretezza dietro alla paradossale e insensata affermazione che chiudere oggi farà guadagnare altri 72 anni” stigmatizzano i sindacati che hanno chiesto espressamente “che cessino immediatamente da parte dell’azienda gli annunci che stanno creando un clima di sofferenza ed apprensione, in un momento in cui, è richiesta lucidità e impegno, per affrontare la complicatissima fase 2” e sollecitano un dietrofront sulle chiusure e che “ogni sforzo e impegno sia ricondotto alla necessità della ripartenza immediata”.

Il punto vendita di Udine comprende 14 unità operanti, mentre quello di Gorizia, chiusura prevista 8 novembre, 12 unità operanti

Il totale delle unità in esubero è 145 così suddivise: 39 part time, 62 full time, 10 tempi determinati e 34 lavoratori a chiamata per i quali la UILTuCS aveva già contestato l’utilizzo improprio della tipologia stessa.