Chiusure Covid: dramma psicologico degli imprenditori

Le Camere di Commercio del Fvg raccolgono il grido di tante pmi e attaccano: «Gli esperti vedono solo il disagio psicologico degli studenti in Dad, ma nessuno pensa a quello di imprenditori e loro collaboratori»

«Nel momento in cui l’attenzione di tutti è puntata sul disagio psicologico degli studenti a scuole chiuse e se ne chiede la riapertura senza che nemmeno siano state poste in essere dal Governo le idonee misure per consentire un rientro in piena sicurezza, ci stupiamo che nessuno degli esperti impegnati in questa emergenza, in tutti questi mesi, abbia speso una sola parola di preoccupazione per l’esasperazione interiore a cui sono arrivati tantissimi nostri imprenditori: è ora che si aprano gli occhi e si agisca a tutela anche dell’impatto psicologico che pesa sulle nostre pmi, in balia da ormai quasi un anno di decreti e ordinanze, in una continua altalena di aperture e chiusure improvvise e zero chiarezza». Le Camera di Commercio di Pordenone-Udine e della Venezia-Giulia uniscono la loro voce, in rappresentanza di tutte le categorie produttive del Fvg, raccogliendo il grido d’allarme e di dolore «degli imprenditori più colpiti, e più a lungo – spiegano i presidenti Pn-Ud Giovanni Da Pozzo e Vg Antonio Paoletti –: sono troppi, spesso alla guida di imprese piccole o piccolissime, quelli che non ce la fanno più, ma nessuno pone l’attenzione sul loro malessere psichico. Norme che si succedono in maniera imprevedibile e disordinata impediscono loro di potersi organizzare con le scorte, con i dipendenti, con gli investimenti fatti e l’organizzazione basilare del lavoro. Per non parlare di ristori spesso insufficienti o che nemmeno arrivano». Da Pozzo e Paoletti evidenziano: «Vediamo già emergere i primi “sintomi”, i primi casi di “disobbedienza”, proteste e manifestazioni, e purtroppo anche troppi imprenditori arrivati a gesti estremi come togliersi la vita, non sapendo più come andare avanti. Come sistema camerale regionale unito – concludono i presidenti –, ci stiamo impegnando a far emergere il peso causato dall’impossibilità di lavorare e far lavorare i propri collaboratori o dal trovarsi a operare in condizioni totalmente precarie e prive di prospettiva. Non ci sono gare tra sofferenze, ma se si grida alla necessità di tutelare il benessere interiore dei nostri ragazzi, ci si dimentica completamente di una parte cospicua di lavoratori in proprio che subiscono da troppo tempo un peso inaccettabile». E il vicepresidente Pn-Ud Michelangelo Agrusti rincara la dose: «Siamo di fronte a un vero e proprio dramma psicologico di tanti imprenditori, soprattutto del terziario, che hanno visto svanire la ragione stessa della loro vita e si trovano ora in a dover dipendere da sussidi pubblici, cosa a cui non erano abituati perché contavano totalmente sul proprio lavoro. Purtroppo, si sottovalutano la profonda condizione di difficoltà in cui si sono venuti a trovare e l’alto numero di suicidi che già si sono registrati, in Italia e nel resto del mondo. Ci si concentra su cose che possono generare un’attenzione mediatica più immediata, ma mi domando – conclude Agrusti –: se questi esercenti, albergatori, ristoratori, tassisti, titolari di palestre e centri benessere dovessero fare ricorso al Tar invocando un disagio piscologico, troverebbero altrettanta accoglienza e considerazione?».