
«Per riorganizzare il trasporto pubblico locale in vista della fase due c’è bisogno di un grande sforzo sinergico di tutte le parti interessate, amministrazione regionale, aziende del trasporto pubblico, sindacati e forze economiche, che deve trovare sintesi nella cabina di regia istituita presso l’assessorato regionale ai trasporti e declinato a livello territoriale». A chiederlo è Valentino Lorelli, segretario regionale della Filt, il sindacato dei trasporti della Cgil. «Si tratta – spiega – di riorganizzare il trasporto pubblico locale su gomma e su ferro, tenendo conto che la capacità dei treni e degli autobus sono ridotte a meno del 30% per garantire il distanziamento delle persone. Ci sarà bisogno di rispondere alla maggiore domanda di mobilità, specialmente verso i maggiori insediamenti industriali come Fincantieri di Monfalcone, Electrolux, Danieli, i distretti industriali, le principali zona industriali, ma anche verso i centri urbani dove, verosimilmente, riprenderanno molte attività professionali». Dal momento che bisognerà organizzare la mobilità di decine di migliaia di persone in più, sostiene Lorelli, bisognerà rimodulare e riorganizzare anche le regole che garantiscono la tutela del personale e dei viaggiatori, «per evitare che alla graduale ripresa delle attività non faccia riscontro una ripresa del contagio, che avrebbe contraccolpi devastanti sul piano sanitario, sociale e anche sulle prospettive di ripresa economica».
All’appello per una gestione concertata della fase due e del suo impatto sulla logistica si unisce una riflessione sul ruolo fondamentale del settore anche nella fase più acuta dell’emergenza. «Trasporti e logistica – sostiene Lorelli – non hanno conosciuto la fase 1, perché, se si escludono l’aeroporto, gli impianti a fune e i mezzi turistici non c’è stato uno stop. Certo in alcuni settori, a partire dal trasporto pubblico locale, c’è stato un impatto sugli orari e sui ritmi di lavoro, ma il comparto ha continuato a garantire senza interruzioni l’approvvigionamento dei generi alimentari, di tutti i prodotti essenziali, le consegne industriali e sanitarie, addirittura con un aumento dei volumi nei flussi legati all’e-commerce. Ecco perché credo che tutti debbano riconoscenza a questi lavoratori, esposti giorno dopo giorno al rischio di essere contagiati e costretti a lavorare in condizioni oggettivamente più difficili».