Covid-19: Fedriga, valutiamo nuove restrizioni su zone specifiche

Condivisione del quadro con soggetti istituzionali e non

Trieste, 2 mar – “Dopo il continuo decremento a partire dal 10
gennaio scorso di contagi e ospedalizzazioni con una costanza di
presenze in terapia intensiva, nell’ultima settimana abbiamo
invece assistito ad un’inversione di tendenza con un esponenziale
aumento dei positivi e dei ricoveri. Per mettere in sicurezza il
sistema sanitario e la popolazione, stiamo valutando delle nuove
misure per tutta la regione e più restrittive per le zone più a
rischio del territorio”.

Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia,
Massimiliano Fedriga, con il vicegovernatore Riccardo Riccardi,
gli assessori regionali all’Istruzione Alessia Rosolen, alle
Autonomie locali Pierpaolo Roberti, alle Attività produttive e
Turismo Sergio Emidio Bini e alle Risorse agroalimentari Stefano
Zannier durante gli incontri con i capigruppo in Consiglio
regionale, l’Anci, i prefetti, i sindacati, le categorie
economiche e l’Ufficio scolastico regionale.

Si è trattato di riunioni in videoconferenza volute per
aggiornare sulla situazione epidemiologica e confrontarsi con i
soggetti istituzionali e non, sulle misure da adottare per il
contenimento dell’emergenza anche alla luce dell’incontro
telematico, della mattina, sul Dpcm per le misure anti-Covid alla
presenza dei ministri per gli Affari regionali e le Autonomie
Mariastella Gelmini, dell’Istruzione Patrizio Bianchi e alla
Salute Roberto Speranza.

“Pordenone e Trieste sono ancora aree dove l’incidenza dei
contagi non è esplosa – ha detto il governatore – mentre l’indice
è alto e preoccupante nelle ex province di Gorizia e ancora di
più in quella di Udine”.

Gli incrementi sono dettati dalla diffusione delle varianti che
colpiscono anche la fascia più giovane della popolazione e sulle
quali sono necessari interventi di mitigazione.

Verrà emanata un’ordinanza sul territorio, l’ipotesi è di
procedere domani, per farla entrare in vigore venerdì con misure
di contenimento generali e più specifiche per i territori a
rischio.

“Non abbiamo assunto ancora alcuna decisione ma dovremo
intervenire anche nell’ambito scolastico sul quale pensiamo di
applicare le restrizioni a partire da lunedì in maniera uniforme”
ha precisato Fedriga, sottolineando comunque di attendere il
nuovo dpcm in cui è ipotizzata, in zona rossa, la didattica a
distanza (Dad) in tutte le scuole di ogni ordine e grado mentre
per la zona gialla e arancione la Dad sarà decisa dalle Regioni
in due casi: qualora i contagi fossero superiori a 250 casi su
100mila abitanti nell’ultima settimana o in presenza di un
aumento importante dei contagi.

“Servono misure rigorose, efficaci ma anche accettabili il più
possibile – ha aggiunto il governatore – perché la positiva
applicazione delle misure di contrazione della libertà avviene
quando vi è la più ampia condivisione possibile”.

Fedriga ha rimarcato la necessità di adottare misure per la
tenuta del sistema sanitario, la diminuzione dei contagi oltre
che la tenuta lavorativa ed economica all’interno dei limiti
imposti dal contesto attuale.

Riccardi ha ricordato due elementi di incertezza, in particolare
il parametro dei 250 contagi nel provvedimento che il Governo
assumerà con il dpcm e le indagini sulle varianti “al 18 febbraio
si registrava il 54% della variante inglese nel Paese che oggi
significa aver superato il 60%” e il dato del contagio sulla
popolazione studentesca “non è la scuola che determina il
contagio quanto i movimenti dei giovani con le attività extra
scolastiche”. Riccardi ha ribadito il significativo incremento
dei contagi nell’ultima settimana che “ci deve far valutare con
attenzione quali scelte assumere” e ha evidenziato come “la
colorazione del territorio sconta un ritardo di sette giorni: se
pur siamo in zona gialla, il monitoraggio mostra una situazione
di preoccupazione, in particolare per alcune aree del territorio”.

Si tratta di dati che rischiano di far assumere provvedimenti
tardivi secondo Riccardi e Fedriga: “l’Rt guarda ai 15 giorni
precedenti, quindi nel prendere misure restrittive rischiamo di
essere in ritardo così come nel caso inverso, per allentare i
provvedimenti una volta che la situazione è migliorata.
Nell’interlocuzione con il ministro Speranza la necessità di
modificare questi parametri è stata segnalata”.
ARC/LP/al

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